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Buon giorno piccoli licantropi, chiedo umile perdono per non aggiornare da un'eternità, ma ho avuto un mese di scuola assai stressante. Ma ora che appunto la scuola è finita sono tutta per voi. Detto questo, buona lettura. <3











Amo il lacrosse.
Abbiamo passato tutto il giorno a giocarci e devo dire che me la cavo egregiamente.
Strano, dato che non ci ho mai giocato prima d'oggi.
<<Che ne dite di andare a mangiare una pizza?>> propone Mason, mentre ci avviamo verso i veicoli.
<<Ottima idea, sto morendo di fame!>>  risponde Scott per tutti.

In poco tempo raggiungiamo una pizzeria all'italiana, entriamo e ci sediamo intorno ad un grande tavolo.
Non c'è nessuno, ma meglio così, ci serviranno prima.
Ordino una margherita e una lattina di coca-cola, che mi vengono servite dopo pochi minuti.
L'odorino è assai invitante, quindi senza farmi scrupoli addento questa prelibatezza.
Tutto procede tranquillamente.
Tutti ridono e scherzano... Beh, tutti tranne Theo, che è ancora arrabbiato per aver scoperto di non saper giocare a lacrosse.
<<Su con la vita Reaken, non è morto nessuno!>> Gli dice Stiles, lanciandogli un tovagliolino accartocciato in faccia.
<<Così riesci solo a irritarmi maggiormente.>> risponde lui rude.
Amo questi ragazzi.
Mai mi sono trovata tanto bene con delle persone prima d'ora.
Loro mi fanno sentire così... Normale. Ne avevo proprio bisogno.
Da quando sono arrivata qui, mi sono sempre sentita diversa, inappropriata.
Ma questi ragazzi, mi hanno accolto e inconsapevolmente aiutato molto.
Mi hanno aiutata a sentirmi a casa.
Già, casa...
<<Stiles, che cosa stai fissando?>> chiede Liam al diretto interessato.
<<Quella lampadina, è rotta.>>
Alziamo la testa tutti contemporaneamente.
La lampada sopra di noi si accende e si spegne con un ritmo costante.
<<E quindi?>>
<<È strano, non trovate?>>
<< Stiles, è solo una lampadina, non c'è niente di cui preoccupars->>
Improvvisamente, tutte le luci del locale si spengono, lasciandoci completamente al buio.
<<Ehm, magari stavano chiudendo e non si sono accorti di noi...>>
<<Corey, come hanno fatto a non accorgersi di nove rumorosi ragazzi?>>
Gli risponde Lydia, calcando sulla parola rumorosi.
<<Perché non ci sono finestre in questo dannato posto!?>>
Da segnare in agenda: ascoltare Stiles più spesso.
<<Cercate un interruttore.>>

Ci mettiamo a vagare alla cieca nel ristorante.
Più volte vado a sbattere contro tavoli e sedie, procurandomi dolore fisico.
Almeno non sono andata a sbattere contro ness-
<<Ahia!>>
<<Oh, scusami Malia!>>
Ecco, appunto.
<<Stai attenta a dove metti i piedi.>>
<<Ma se neanche li vede i suoi piedi!>> risponde Stiles sarcastico.
Continuo a vagare, tastando tutte le pareti.
Ma dove sono gli interruttori?
Mi giro per andare a cercare da un'altra parte (anche se non so dove), andando così a sbattere contro qualcun altro.
<<Oh, scusa...>>
<<Niente.>>
La voce cupa e profonda mi immobilizza, facendomi salire un brivido lungo la spina dorsale.
La porta si apre, illuminando la sala e facendo entrare altri due uomini armati di grossa taglia, oltre a quello già presente di fronte a me.
<<Mani in alto, ora.>> riferisce l'energumeno con la giacca di pelle nera.
L'individuo che ha appena parlato viene di colpo centrato da un piatto di ceramica, che all'impatto si rompe, mentre all'uomo procura solo qualche graffio.
Theo da dietro il bancone sorride beffardo.
<<Non mi è mai piaciuta questa frase ad effetto.>>

La tranquillità di questi giorni è bruscamente interrotta dalla lotta che si sta svolgendo davanti ai miei occhi.
Corey mi prende per mano, rendendo entrambi invisibili.
<<Ti porto fuori di qui!>> urla in mezzo al frastuono, dopodiché mi trascina verso l'esterno.
<<Ma io voglio aiutare!>>
Come hanno fatto loro con me, ora anche io voglio dare una mano.
<< Scott ha detto che è meglio se ne resti fuori.>>
E quando si sono parlati questi due?
Mi trascina verso la Jeep di Stiles, facendomi entrare e sciogliendo il nostro contatto, così da renderci visibili.
<<Rimani qui nascosta!>>
E così dicendo, se ne va.
Il fatto di non poter aiutare mi fa andare in bestia.
Mi fa sentire così inutile!
Mi guardo intorno furtivamente.
Non c'è nessun veicolo oltre ai nostri, quindi mi chiedo come abbiano fatto ad arrivare qui.
A piedi mi sembra un po' improbabile...
Come richiamati dal mio pensiero, sbucano due furgoncini neri, parcheggiando di fronte al locale.
La porta del ristorante si spalanca, facendo uscire i tre energumeni che trascinano facilmente Mason dalle braccia.
Scendo velocemente dalla jeep, ma orami gli uomini hanno caricato Mason su quegli ammassi di metallo, partendo per non so dove.
Corro, cercando di raggiungere qualcuno, ma mi blocco di colpo sulla porta d'entrata, davanti all'immagine triste e macabra che mi si presenta.
Oltre alla sala completamente distrutta, Malia giace a terra fra le braccia di Scott.
Lui piange, non riesce a smettere di accarezzargli il viso.
Continua a ripetere le stesse, dolorose parole: ti prego no, ti prego no, ti prego no... non morire.
La pelle della coyote si schiarisce sempre di più.
Gli occhi spalancati, la bocca socchiusa, un proiettile nel cuore.
Il petto non si alza ne si abbassa da più di cinque minuti, il suo respiro è ormai un ricordo.
È morta.
Malia Tate è deceduta in uno stupido locale, grazie ad uno stupido proiettile.
Dopo tutte le avventure che ha vissuto, lascia questo mondo in un modo così terribilmente semplice e immediato.
Guardandomi intorno però, mi rendo conto che la morte di una persona, fa più male a chi le sta intorno, che a lei.

In Another WorldWhere stories live. Discover now