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Casa di Scott era esattamente identica a quella della serie televisiva, tant'è che raggiunsi la camera da letto di quest'ultimo praticamente da sola.
Non posso dire se qualcuno ne fosse stupito, erano tutti troppo confusi e frastornati ed io troppo stanca per farci caso.
È tutto così surreale, ancora non riesco a capacitarmi di come io sia finita qui.
Questo posto non dovrebbe esistere, loro non dovrebbero esistere.
Ho già riflettuto sull'ipotesi di un possibile prank televisivo, ma il modo in cui l'alpha ha fatto brillare gli occhi mi ha tolto ogni dubbio al riguardo.
Non ho mai creduto nel soprannaturale fino ad ora, anche se non ho problemi ad affermare di averci sperato con tutto il cuore.
Ho sempre pensato che il mondo non potesse essere solo quello che vedevo attorno a me, ci doveva pur essere qualcosa di più... magico.

<<Vuoi una coperta?>>
<<No grazie, sono a posto.>>
Scott continua a girare per la stanza, raccogliendo vari vestiti gettati alla rinfusa sul pavimento per poi metterli da lavare e riordinando tutto ciò che gli sembra fuori posto.
Si vede che non sa come comportarsi, ma sono anche io nella sua stessa situazione e spero proprio non continui in questa maniera o non finirà più, dato che la sua stanza è completamente in disordine, ma questo non glie lo faccio notare.
<<Ti serve qualcosa? Dell'acqua? Cibo?>> chiede quasi apprensivo.
Nego scuotendo il capo mentre sento gli occhi chiudersi da soli.
<<Ok, allora ti lascio riposare.>>


<<Svegliati Elisa.>>mi chiama Scott con una voce incredibilmente dolce.
Mi stropiccio leggermente gli occhi, ancora assonnata.
Meno male che non sono truccata, o in questo momento sarei la strana reincarnazione di un panda mannaro.
<<Che cosa succede?>> chiedo tentando di tornare completamente alla realtà, se così si può chiamare.
<<Niente, è ora di cena.>>
Mi metto a sedere e noto che la luce che prima entrava dalla finestra sopra al letto è scomparsa.
<<Che ore sono?>> domando alzandomi cautamente in piedi.
<<Le otto di sera. Abbiamo ordinato delle pizze ad asporto. Ti piace la pizza, vero?>> chiede nuovamente preoccupato e per poco non mi scappa una risatina.
<<E a chi non piace?>>

Ci dirigiamo in salotto dove tutti stanno già beatamente mangiando.
Mi siedo timidamente sul divano, mentre Liam mi porge un cartone contenente una margherita dall'aspetto delizioso.
D'accordo, l'aspetto è decisamente migliore del gusto, ma ho tanta fame da poter mangiare Stiles in un sol boccone senza esitare.
A proposito di quest'ultimo, continua a fissarmi scettico pur essendo intento a masticare.
<<Allora Elisa, parlaci un po' di te.>>
Scott lo riprende ma il ragazzo fa finta di niente e continua con una serie di domande a mio parere lecite.
<<Prima di tutto, da dove vieni?>>
<<Sono italiana e abito a Milano, in periferia.>> gli rispondo continuando poi a mangiare.
Stiles si alza e inizia a ronzarmi intorno con fare investigativo.
Mi sta inquietando, gli manca solo la torcia puntata fissa sulla mia faccia e il poliziotto buono a fargli da spalla.
<<Parlaci della tua famiglia.>>
Oh santo cielo, la mia famiglia!
Me ne ero completamente dimentica e loro saranno tremendamente preoccupati!
<<Sono figlia unica ed ho una madre abbastanza ansiosa, chissà quanto sarà angosciata in questo momento! Qualcuno ha un telefono da prestarmi?>> chiedo turbata guardando i ragazzi che mi circondano con una muta preghiera negli occhi.
Liam mi porge il suo già pre impostato sul tastierino, captando al volo la mia apprensione.
Digito il numero che ricordo a memoria e mi porto il telefono all'orecchio ma senza che squilli neanche una volta, una voce robotica mi fa deprimere totalmente.
<<Il numero da lei chiamato è inesistente...>>
Non riesco a sentire il resto della registrazione, troppo occupata ad essere sconvolta.
Come fa mia madre a non esistere?
Possiede addirittura due cellulari!
Provo col secondo numero e con quello di mio padre, ma il risultato è tristemente lo stesso.
Mi accascio sconfitta, sentendo le lacrime pungermi gli occhi.
<<Lo scrivo a Deaton, troverà una spiegazione anche per questo, non preoccuparti.>> mi dice l'alpha posandomi una mano sulla spalla.
Intanto Stiles si è riseduto.
Sembra dispiaciuto ma non è colpa sua, fa bene ad essere diffidente, anche io lo sarei stata al posto suo.
Lo guardo abbozzando un sorriso per rassicurarlo e lui fa lo stesso.
Potrebbero benissimo pensare che io stia mentendo, ma a quanto pare l'unica cosa che lascia trasparire la mia espressione, non che i segnali chimici di cui stanno facendo incetta gli altri ragazzi soprannaturali, è sconforto.

In Another WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora