35.

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Lo sbattere del mio armadietto si unì a quello di molti altri ragazzi, distolsi lo sguardo dal lucchetto e sobbalzai nel trovarmi affianco Louis con un sorriso stanco sul viso. Sospirai e mi avvicinai per lasciargli un bacio sulla guancia.

"Ehi.." mormorai per salutarlo.

Il ritorno a scuola non era stato così traumatico, o almeno non lo era stato per me. Il moro davanti a me aveva delle occhiaie che anche un chilo di fondotinta non avrebbe potuto coprire.

"Giorno Scar" rispose sistemandosi la cartella sulle spalle.

"Nottata in bianco?" domandai iniziando a camminare verso il corridoio pieno di studenti assonnati e infreddoliti per il riscaldamento rotto.

Si stava avvicinando l'inverno di novembre e per poco le temperature nella struttura scolastica erano più bassi di quelle esterne.

"Diciamo di si, ho dovuto preparare tutti i documenti per Harry e Becca per il volo" rispose trattenendo uno sbadiglio e mi morsi il labbro guardando nervosamente altrove.

"E quando devono partire?"

"Ma.. Harry non ti ha detto nulla?" si bloccò in mezzo al corridoio facendomi inchiodare e urtare diversi ragazzi che andavano nella direzione opposta alla nostra.

"Cosa doveva dirmi?" aggrottai la fronte.

Si passò una mano sul viso come se fosse nervoso e frustato allo stesso tempo, poi mi tirò lontano dalla massa di studenti. Raggiungemmo una zona abbastanza isolata, dove si trovavano le aule dei diversi lavoratori che in quel momento erano vuote.

"Lou, mi stai facendo preccupare.." dissi con tono nervoso vedendolo fare avanti e indietro imprecando sotto voce.

"Che grandissimo bastardo!"

"Di cosa stai parlando Louis? Cos'è successo?" domandai cercando di stare ferma al mio posto ma lui continuava a muoversi per il corridoio.

"Harry.."

"Cos'ha fatto?" chiesi confusa.

"Doveva tornare a casa dei suoi genitori adottivi, in America"

"Si, perché domani è il compleanno di Rebecca, giusto?" dissi sperando che Harry non mi avesse mentito nuovamente.

Quando annuì un peso al petto se ne andò.

"Qual è il problema Louis?" ripetei pregando che mi rispndesse.

"E non ti ha detto anche quando sarebbe partito, vero?" mi fece un'altra domanda senza rispondere alla mia.

"Si, ha solo accennato che sarebbe partito in questi giorni ma che mi avrebbe comunque avvisata prima della partenza" dissi ricordarmi di quella conversazione avvenuta un paio di giorni fa, il giorno in cui ero uscita d'ospedale.

Il giorno in cui aveva detto la mia ragazza.

Forse era un po' da bambine sciogliersi per quelle tre parole, ma per me era stato il momento più importante e bello.

"Beh mi fa piacere che ti abbia detto così, perché è partito ieri sera" rispose tagliente ma ero certa che non fosse arrabbiato con me ma con il suo migliore amico, non che mio ragazzo.

Non sapevo più cosa pensare, perché continuava a tenermi nascoste le cose? Quel giorno saremmo dovuti rimanere a casa sua e lui avrebbe dovuto raccontarmi la verità, tutta la storia che c'era dietro al suo passato e che si stava ripercuotendo sul mio presente.
E ancora una volta era sfuggito a quella conversazione, e se pensava d cavarsela con un 'mi dispiace' sbagliava di grosso, perché facendo così, mi faceva pensare che stesse nascondendo qualcosa di veramente grave da non volermi svelare.

Bad Boy's Girlfriend • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora