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La mia vita non era perfetta, la vita di nessuno è perfetta.
Succedeva sempre qualcosa per rovinare anche un solo momento di felicità.
Nei miei diciasette anni di vita, non avevo mai conosciuto la felicità, la vera felicità, che ti fa esplodere il cuore dalla gioia, quella felicità che ti fa sorridere così tanto da non riuscire più a togliere quella curva meravigliosa sul viso, quando puoi sentire tutte le emozioni più belle dentro il tuo corpo e urlare per farle uscire.

Fin da quando ero piccola, non avevo mai conosciuto questa emozione.
La mia vita non era perfetta, perdere i propri genitori all'età di sei anni era stata veramente una dura lotta, ero caduta nella depressione molte volte, ma non avevo mai toccato veramente il fondo come successe sei mesi fa.
Forse starete pensando ma che problemi hai?
Nessun problema, solamente quando ti guardi allo specchio e pensi che la tua presenza non fa differenza al mondo, non cambio la vita di nessuno, non sono importante per nessuno, io sono nessuno, perché devo vivere? Perché muoiono persone a cui piace la vita come nessun altra cosa e poi ci sono io che non trovo una motivazione valida per continuare a respirare?
Non vi siete mai sentiti inutili? Come se anche solo un respiro portasse via la vita di qualcuno che ne ha più bisogno?

Io si, ed era proprio uno di questi motivi, o forse tutti, che mi spinsero a tentare un gesto che nessun essere umano dovrebbe fare.

Quella fu una delle cause che spinsero me e mia zia Betty, sorella di mia madre che mi prese in custodia dopo la morte dei miei genitori, a trasferirci a Londra, oltre il fatto che il suo capo l'avesse spostata in un ospedale di Londra, lei era un medico pediatrico.
Per questo, dopo i tre mesi estivi che introducevano l'ultimo anno di scuola, quello dei senior, ci trasferimmo da Glasgow, la mia città natale, in una villetta delle tante via di Londra. 

Non devi avere paura Scarlett. Non sei da sola okay? Sei forte, sei la persona più forte che abbia mai incontrato, hai superato cose che la gente non dovrebbe nemmeno pensare.
Hai lottato contro la morte e sei riuscita a vincere. Porta la vittoria con te, sempre.
Questo trasferimento ti farà bene, devi lasciarti alle spalle tutti i momenti brutti e cercare di vivere perché la vita è una sola e nessuno ti potrà mai ridare questi anni, i tuoi anni migliori sono adesso, non sprecarli. Lotta contro i tuoi demoni devi vincere la paura.
Devi cominciare a vivere.

Queste erano state le parole di zia Betty appena arrivate davanti alla nuova casa.

Guardai la vista dalla mia nuova camera, le abitazioni londinesi erano molto diverse da come me le immaginavo, la nostra via era formata da una serie di villette modeste, separate lateralmente ognuna da una piccola strada, ogni casa aveva un piccolo giardino davanti e sul retro, inoltre era recintata da un muretto in mattoni con una apertura per l'entrata nel giardino.
Rilasciai un sospiro e mi sedetti sul davanzale sotto alla mia Bow Windows, adoravo quelle finestre, nella mia vecchia casa non ce n'era nemmeno una.

"Ecco l'ultimo scatolone" alzai lo sguardo nel sentire la voce affaticata di zia Betty.

Lei era l'ultimo parente in vita e avrei dovuto ringraziarla così tante volte per tutte le cose che faceva per me, invece ero diventata solo un peso anche se lei non lo avrebbe mai ammesso.

"Grazie zia" sorrisi alzandomi e lo tirai vicino agli altri.

La stanza era spoglia, c'era solo un letto a baldacchino, un vecchio armadio verniciato bianco e in un angolo tre scatole da sistemare, riposai gli occhi sul letto, c'erano solo i ferri che si univano verso l'alto, non c'erano nemmeno le tende, però mi piaceva.

"Ordiamo la pizza questa sera?" mi chiese sulla soglia della porta e annuii.

"Va bene.. io comincio a sistemare queste scatole" sospirai.

Bad Boy's Girlfriend • H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora