24.

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Quella notte fu terribile, non chiusi occhio, Jace che piangeva a dirotto, io che continuavo a fare incubi che non vedevo da quasi otto mesi e in più il pensiero per Harry.

Jace iniziò a piangere attorno alle due di notte, anche mia zia venne svegliata dal suo pianto e dalle quattro in poi prese lei in mano la situazion,  e in effetti dopo una buona mezz'ora riuscì a farlo addormentare, lei si buttò sul suo letto mentre io rimasi in soggiorno a fissare quei tagli sul polso.

Alle porte c'era novembre, mancava una settimana, ed era da quasi otto mesi che non facevo più certi incubi, quelli in cui il personaggio principare era l'artefice di tutto: Bruce Walsh.
L'ideatore della festa in casa, proprietario della casa e in assoluto il mio incubo, tutto era partito a causa sua e seguito dai suoi amici, e dopo che tornai dall'ospedale non rividi più nessuna delle loro face. Ma in quella sera, tornai ad avere gli incubi, incubi nei quali finivano sempre con me all'interno di quella vasca piena del mio sangue e nessuno che mi salvava.

Quella volta, morivo affogata nei miei errori.

Quella mattina sentivo che qualcosa non andava, sarebbe successo qualcosa, sicuramente di brutto, per me.

Rivolsi un'occhiata all'orologio appeso sulla parete del soggiorno, segnava quasi le sette di mattina, decisi che una bella doccia mi avrebbe aiutata a schiarirmi le idee e a convincermi che non sarebbe successo nulla.
Così presi tutta la stanchezza che avevo in corpo e trascinandomi con i piedi mi recai al piano superiore verso la mia camera, chiusi la porta e recuperai dei vestiti dall'armadio, l'intimo in pizzo bianco, un paio di skinny jeans anch'essi bianchi a vita alta strappati un po' sulle cosce e sulle ginocchia, e un maglione pesante nero largo; andai in bagno e una volta sotto l'acqua calda cercai di focalizzare i miei pensieri su altro, su Harry.

Era arrivato? Stava bene? Cosa stava facendo? Dove alloggiava? Avrebbe dormito con Tania? Avrebbero parlato di me?

Perché dovrebbero parlare di te?

Si, infatti. Cos'ero io per lui, una semplice amica, sicuramente nè lei nè Harry, avrebbero tirato in mezzo la mia persona.

Ma aveva risolto con la Mafia?

Cazzo! Odiavo non poterlo sentire, sapere come stava, quando sarebbe tornato, sapere perché fosse andato..

Una volta terminata la doccia, mi asciugai mettendomi la mia crema del corpo al cocco, mi asciugai e stirai i capelli e infine mi vestii. Appena uscii dalla camera sentii dei lamenti così mi diressi in camera di mia zia, c'era lei che dormiva su un fianco verso Jace e quest'ultimo incastrato tra una barriera di cuscini, mi avvicinai e mi guardò con occhi assonnatti, lo presi in braccio e chiusi la porta della camera.

"Buongiorno piccolo.." mormorai lasciandogli un bacio sulla fronte tiepida.

Lo portai in cucina con me e lo misi nel seggiolone, che Harry mi aveva portato, si stropicciò con i piccoli pugni gli occhi e iniziò ad osservarmi mentre mi muovevo per prepare la sua colazione, accesi l'acqua nel pentolino e aspettai, nel frattempo mi preparai qualche fetta biscottata con la nutella e una mela.

Una volta pronto il latte in polvere per Jace glielo diedi e iniziò a berlo, mentre si rigirava tra le dita i suoi riccioli. Una volta che ebbe finito di bere, lo presi in braccio e aspettai che facesse il famoso ruttino, poi lo riportai in camera mia nel suo lettino, appena sentì il materasso sotto di se, si addormentò. Andai in bagno applicai solamente del correttore per le occhiaie e mi sistemai i capelli poi presi telefono e zaino e dopo aver indossato la mia giacca lasciai la casa.

Mi infilai le cuffie e iniziai a camminare verso la scuola a passo di bradipo, ci avrei impiegato quindici minuti ed era ancora presto quindi potevo prendermi tutto il tempo per pensare a quella nottata insonne.

Bad Boy's Girlfriend • H.S.Where stories live. Discover now