2│two lonely souls

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━ FRAGOLE & SIGARETTE ━❝ so I lied to my mum and dadI jumped the fence and I ran❞

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FRAGOLE & SIGARETTE
❝ so I lied to my mum and dad
I jumped the fence and I ran❞

« Tyler! » la voce insistente di Ethan continuava ad infastidirmi, mi aveva ignorato per due settimane dopo l'accaduto e quel pomeriggio aveva deciso di parlarmi, mentre stavo tornando da scuola « fammi parlare! » disse, continuando ad affiancarmi sullo skateboard, mentre io lo ignoravo, ostinandomi a tenere le cuffie nelle orecchie e le mani in tasca. Aumentai il passo nel tentativo di lasciarlo dietro, ma lui continuava ad affiancarmi e chiamarmi « Tyler! » avevi anche il coraggio di chiamarmi con quel tono dopo tutto quello che mi avevi fatto, Ethan?

Lo sentii fermarsi così, tirando un sospiro di sollievo, continuai per la mia strada, liberando le mani dalle tasche in modo da cambiare canzone, per un momento credetti che avesse abbandonato l'idea di parlarmi ma quel pensiero fu smentito quando mi sentii afferrare il polso. Il cuore mi salì in gola a quel contatto, iniziavo ad odiare il potere che avesse su di me « Tyler, dobbiamo parlare »

Lo guardai con puro disprezzo, le mie dita andarono a tirare via le cuffiette che infilai nella tasca con fretta « che diavolo vuoi, Ethan? non ti basta quello che hai fatto?! » dissi con tono acido, strattonando via il mio braccio per ricominciare a camminare, ma lui mi affiancò tenendo lo skateboard in una mano « sono qui per chiarire » disse con tono ovvio, una fitta alla testa mi fece capire di essermi ormai innervosito. Mi voltai con furia, le mie braccia si incrociarono al mio petto e il mio capo si alzò per fare un cenno « ah si? vuoi chiarire? non c'è bisogno di dire un cazzo! ho capito che per te fosse tutto un dannato gioco! » sbottai, guardandolo negli occhi. Perché mi guardavi in quel modo? Come se ci tenessi veramente a parlarmi?

« all'inizio credevo che fossi un gioco, Tyler, ma in queste settimane ho capito di essermi comportato da coglione! » mi spiegò cercando di allungare una mano verso di me ma io la colpii con forza, per poi spintonarlo all'indietro « coglione è un insulto troppo gentile per te, sei un verme, mi hai trattato bene per due settimane, hai passato le giornate con me sulla collina, nella casa abbandonata e continuavi a trattarmi come se contassi veramente qualcosa per te, come credi che io mi sia sentito quella mattina, Ethan? Credi che mi abbia fatto piacere trovarmi in una camera sconosciuta, con la nausea e il corpo intorpidito, pieno di dolori senza di te al mio fianco? »

« e dimmi, hai almeno notato, quella notte, mentre spingevi con furia dentro di me, che io avessi perso i sensi? » continuai a spingerlo e a gridare tutto ciò che gli avrei voluto dire in quelle settimane, tutto quello che avevo annegato nel mio stomaco e che solo in quel momento stavo gettando fuori, le mie mani continuavano a spingerlo « sai, ti avrei anche perdonato se tu fossi stato lì la mattina dopo, non mi avresti fatto schifo come adesso » espirai, allontanandomi da lui per guardarlo negli occhi.

« e smettila di guardarmi come se ci tenessi veramente a me, come se non mi avessi trattato come un gioco » il mio tono di voce si ridusse ad un flebile mormorio, vidi il suo sguardo ammorbidirsi e il petto cominciò a farmi male, perché alla fine non ti avrei mai odiato « dimmi, Ethan, hai mai pensato anche solo per un attimo a come mi sarei sentito io? hai mai preso in considerazione i miei sentimenti? quando mi hai lasciato lì, privo di sensi, non ti sei sentito in colpa? non hai pensato che forse tu fossi un dannato verme? »

FRAGOLE & SIGARETTEWhere stories live. Discover now