Capitolo 21 - Prima parte

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"Correrai anche tu stasera?" Chiede Lauren a Louis che se ne sta comodo con le gambe incrociate sul tavolino del nostro giardino, fumando una sigaretta. 

"Non sono ancora pronto, Lauren. Forse non lo sarò mai." Afferma abbassando di qualche tono la voce e intuisco perfettamente a cosa si riferisce.

"Hey" Gli porta una mano sul braccio per tranquillizzarlo, per tenergli presente che lei è lì per lui. "Devi smetterla di sentirti in colpa, va bene?"

Louis scuote la testa guardando un punto impreciso di fronte a sé.

Mi lancia un'occhiata di sfuggita, come se, in un primo momento, non volesse che io fossi seduta a questo tavolino con loro ma, in un secondo momento, divento invisibile.

"Non sei il responsabile di quello che è successo quella notte. Non lo sei mai stato, capiscilo, Louis." Fa una pausa per scrutare il suo sguardo assente, probabilmente preso dai ricordi.

"Tu non capisci. Appena salgo su quella moto vedo lui che mi sorride. E poi si sfracella al suolo. Non capisci..." È come se i mesi precedenti passati a non assorbire nessun emozione non fossero mai esistiti. Riesco a percepire il dolore, la collera, nella voce sottile di Louis e quasi è come se quel ragazzo fosse stato anche amico mio.

"Era mio fratello, capisco più di quanto tu possa immaginare." Gli rammenta con la voce risoluta.

"Non eri lì, impotente, fermo, a guardarlo morire, però." Capisco che sono di troppo quando vedo Lauren con le lacrime agli occhi e vederla così mi fa sentire una strana roba nel petto, come se il cuore potesse spezzarsi per davvero.

Vorrei abbracciarla, ma non mi sento in potere di farlo.

Stringe i pugni così forte che ho paura le scoppino le mani, mi alzo, sapendo che dentro c'è Dinah ad aspettarmi. Vedo il suo sorriso e l'atmosfera diventa in un attimo leggera.

"Che succede lì fuori?" Alzo le spalle, non sapendo cosa dire. "A volte vedo umanità anche in voi." Dico sarcastica. Dinah non approfondisce l'argomento, mi ordina di sdraiarmi sul tavolo e metterci all'opera.

Il che significa ceretta. 



 "Mi aiuti a tenere ferma questa tigre, Lauren?" Mi raddrizzo immediatamente, lanciandole un'occhiata. Impercettibilmente questa meraviglia sorride ed è come se non volesse farmi sapere che qualcosa non va, così le chiedo "tutto bene?"

"Alla grande." Risponde, afferrando il succo di frutta da dentro al frigorifero.

"Avete improvvisato un centro estetico?" Domanda, tanto per fare conversazione, per distrarsi, probabilmente. Il mio sedere deve riuscirci facilmente visto che non fa altro che fissarlo. Non a caso arrossisco e sono quasi sicura che impazzisce quando lo faccio perché trattiene violentemente il labbro inferiore tra i denti, ed è una cosa che fa spesso, e mi imbarazza.

Mi guarda come se fossi appetitosa, un termine che probabilmente fa ridere, ma lo fa davvero. Non smette di fissarmi, ci sono momenti in cui vorrei sapere a cosa sta pensando, a cosa sta pensando di farmi.

"Sì, rendo Camila super liscia. Vuoi darmi una mano?" Ammicca Dinah, tirando via uno strappo e facendomi imprecare.

"Dipende. Super liscia da per tutto?" Alza un sopracciglio, avvicinandosi col bicchiere tra le mani. La guardo dal basso, scuotendo la testa.

"C'è un momento in cui non fai riferimenti sessuali?"

"Non ti piacciono?" Finge un po' di ingenuità, nascondendo un sorriso.

Non ha nemmeno idea di che pensieri malsani si aggirano per la mia testa quando mi guarda in quel modo così malizioso che mi va venir voglia di scambiarmici tutti i peccati.

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