capitolo 17

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È giunto il momento di alzarsi, di andare avanti, di aiutarmi a guarire.
Elias è sempre cosi impegnato con la Sede, non c'è mai.
Vuole fargliela pagare, darle la caccia.
Cammino con le stampelle per casa , ma decido di andare fuori.
È un po' che non sento la luce e il caldo del sole su di me. Potrei mettermi a prendere il sole.
Ma,no.
Esco sul terrazzo e mi siedo sul dondolo appeso al muro.
Penso a tutti i cambiamenti che ho vissuto.
Penso a tutte le persone che ho visto morire.
Penso a come io stavo per morire.
Ho cosi tanta paura.
Sento un sospiro accanto a me, mi volto, ed è la mamma.
"Sei cosi assorta."
"Stavo pensando. A Charlie, a voi,  a me."
" sono cambiate davvero cosi tante cose. Un giorno sei piccola , mentre un altro giorno convivi con un uomo. E onestamente ,che uomo! "
Scoppio a ridere e scuoto la testa.
"Mamma ,com'è avere figli?"
" avere figli è il dono piú bello che si possa ricevere. Ognuno ha la propria dote. Il proprio dono. E una madre,cosi come un padre aiuta sempre il figlio o la figlia ad accrescerlo."
Annuisco e guardo davanti a me.
'Un giorno vorrei avere dei figli. Tutti miei. Che lei..'
Non finisco la frase che Elias entra in casa sanguinante sul viso.
Mi alzo di colpo, lo guardo interrogativa e studio la ferita che gli è stata inferta.
Ai bordi c'è sangue nero.
Non può essere che il suo.
"Cos'è successo questa volta?"
"Ho indagato troppo. Non le è piaciuto fare un salto nel viale dei ricordi.. Appena le ho nominato l'altra tua nonna è impazzita."
Una molla mi scatta nel cervello.
Un nogitsune è una creatura che prende possesso del corpo di qualcun'altro.
Il nogitsune lo deve avere evocato qualcuno.
E quel qualcuno poteva essere mia nonna. Lei è una kitsune come me. Ma piú vecchia di mia nonna , la mamma di mia mamma.
Nei secoli deve aver preso possesso di molte persone e infine arrivare a nonna.
Devo trovare la spada. La spada con cui può essere ucciso un nogitsune. Quella di famiglia.

"Mamma?"
Chiedo guardandomi intorno e la vedo apparire.
"So a che pensi. Ma l'ha distrutta"
Annuisco e guardo il mio ragazzo.
"almeno non sei finito come me." sorrido e lo porto con me in salotto. Vado a prendere il kit di pronto soccorso, curo il taglio e lo guardo.
"Sei davvero bello, sai?"
Lui sembra sorpreso , ma si alza e mi da un bacio. E poi un altro. E un altro ancora. Fino ad arrivare nel letto, sotto le lenzuola nudi ,mentre Heaven di Julia Michaels risuona bassa nello stereo accanto alla porta.

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