LXV

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Meredith

«Meredith, Meredith svegliatevi.»

Sospirai e aprii gli occhi quasi automaticamente. Non ricordavo di essermi addormentata.
Fissai ancora una volta la strega legata su una sedia all'angolo e poi tornai con lo sguardo su di me; ero ancora legata, ma questa volta solo alle gambe. «Come vi sentite? Edward ha detto che siete svenuta, cosa vi ha fatto?»

Mi portai una mano alla tempia e provai a ricordare.

«Dove mi state portando? Non vi è bastato rapirmi una prima volta?! È stata colpa di vostro fratello se è morto, noi non miravamo allo scontro!»

«Zitta!», ringhiò, strattonandomi. «Se ricordate bene, la prima volta non vi ho rapita, siete venuta di vostra spontanea volontà.»

«Mi avete ingannata!»

Si fermò, voltandomi verso di lui, con una tale violenza di indolenzirmi il braccio. Mi afferrò il viso e lo avvicinò al suo, «non siete così tanto innocente, Meredith, e so il potere che vi lega ad Abel; vi farò sentire tanto di quel dolore, che persino al vostro amato Sovrano si spaccheranno le ossa!»

Mi lanciò, letteralmente, in una stanza tutta buia. Lì tutto era buio, i corridoi, le camere, ciò mi fece pensare che fossimo sotto terra.

«Dopo avermi trascinata lì, non ricordo cosa mi ha fatto.»

«Sicuramente non qualcosa di piacevole, il vostro vestito ne è la prova.»

Abbassai lo sguardo sul mio abito ed, effettivamente, era pieno di buchi e sfregi. Mi vennero i brividi e cominciai a temere il peggio. Sulla parte delle mie gambe scoperte, vidi grossi lividi, sangue secco e tagli; probabilmente causati dalle numerose cadute.
«Mi dispiace per ciò che vi è accaduto, dove perdonarmi, non era mia intenzione mettervi in pericoloso, ma mi ha minacciata di morte ed io...io»

«Non preoccupatevi, non è colpa vostra, Edward è totalmente assetato di vendetta e sta usando me per arrivare ad Abel.»

«Non preoccupatevi, vi troveranno presto, so quanto quella famiglia ci tenga a voi, ero con loro la prima volta che Edward vi ha portato con sé e hanno fatto di tutto pur di trovarvi.»

«Perdonatemi, ma ancora non conosco il vostro nome.»

«Seline, ma in molti mi chiamano la strega di Sel

«Vi dispiace se vi chiamo con il vostro nome di battesimo?»

«Assolutamente no, sarò pur anziana, ma non così pignola.»

«Seline voi avete una famiglia?»

«Purtroppo no, sono l'unica della mia famiglia ad avere dei poteri e quindi una aspettativa di vita più lunga. I miei parenti sono morti da anni ormai.»

«Oh...mi dispiace, non deve essere stato facile per voi.»

La vidi abbassare il viso e per la prima volta nei suoi occhi, stanchi e contornati da rughe, vidi la tristezza. «Si, non è stato facile, ma devo ringraziare Sel, lui mi è stato accanto. Purtroppo non ho mai avuto occasione di dirglielo», sospirò, «chissà, forse la mia ora è vicina e potrò rivederlo.»

«No, Seline, non ditelo, non morirete a causa di Edward.»

«Ci vuole tutti morti, Meredith.»

Non appena terminò la frase, la porta della nostra stanza si aprì ed Edward entrò ridacchiando. «Abel non è affatto stupido, ha mandato degli uomini a perlustrare la zona, ma non ha capito dove siamo», mi fissò intensamente, «di cosa parlavate?»

«Di nulla», risposi in un sussurro.

«Forse non ci siamo capiti», fece un passo in avanti, estraendo un coltello dai pantaloni e, bloccandomi le mani con una delle sue, me lo puntò alla gola. Il suo corpo premette sul mio e aspirai. «Dovete obbedire a tutti i miei ordini, con un semplice movimento posso squartarvi la gola e non ci penso due volte a farlo.»

«Se lo farete, non avrete più un ostaggio, o sbaglio?», dissi aggonizzante.

«La dovete smettere di fare tanto la forte! Non capite la gravità della situazione!! Sarete voi a costringere Abel a credersi a me e, si, avete ragione, ma posso usare la vecchia o...aspettate com'è che si chiamava? Leila? Farebbe di tutto per suo fratello.»

«Abel non è un rammollito, vi troverà presto e vi ammazzerà in un millesimo di secondo!», urlai, ma all'unisono venni colpita sulla gote destra. L'impatto fu devastante e voltai il capo per cercare di attenuare il dolore, mentre Edward si reggeva con il busto sul mio corpo e con ancora la mano stretta in un pugno.

«Siete solo una puttana!», mi sputò contro, dopodiché se ne andò.

Abel

Mi portai una mano sulla gote destra, avvertendo un leggero formichio. Da quando Meredith era sparita, il mio corpo non faceva altro che essere teso e dolorante. Cosa le stava accadendo?

«Abel», mi chiamò William. «Non sono nella sua dimora, non hanno trovato nulla. Onestamente non so dove cercare, pensavo si nascondesse lì.»

«Ciò mi fa pensare che forse il colpevole non è Edward, non saprebbe dove altro andare se non lì.»

«Se non è lui, non so chi sia, siamo in un punto cieco. Abbiamo persino controllato nelle Campagne del Nord e del Sud, ma nulla.»

«Le sta accadendo qualcosa, lo so, lo sento e io...non posso fare nulla, se non mandare delle stupide truppe a perlustrare la zona», posai lo sguardo sul mio manto e lo afferrai, «ma posso andare io stesso. I miei poteri potrebbero aiutarmi a trovarla.»

«Abel non...», fece un passo in avanti, ma si fermò quando il suo piede colpì un foglio di carta. Si abbassò e lo afferrò. «È un messaggio, sicuramente lo avrà mandato la strega.»

Mi affrettai a raggiungerlo e a leggere ciò che vi era scritto: dopodomani, dinanzi alla vecchia chiesa abbandonata a mezzanotte. Una vita per una vita.

Sentimenti OscuriWhere stories live. Discover now