LXI

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Doppio aggiornamentooo!
Allora, prima del capitolo voglio chiedervi una cosa: da dove cavolo vi è uscito che è incinta?
È passato meno di un giorno da quando hanno fatto "sesso" è tecnicamente impossibile, anche con una gravidanza super rapida (tipo alla Edward e Bella) sarebbe impossibile in 12 ore.
Questi suoi "sbalzi di umore" non sono associati ad una gravidanza, inoltre non so se avete notato, ma lei non ricorda nulla dopo aver cambiato umore.
Detto ciò, vi lascio al capitolo e a più "chiarimenti"

Meredith

Mi gustavo quei deliziosi biscotti al cioccolato, mentre sorseggiavo del tè. Era tutto delizioso e la cuoca era stata veramente molto brava nel prepararli in così poco tempo.
Abel era accanto a me, in silenzio, mentre leggeva una pergamena che gli aveva portato...non sapevo ancora il nome di quell'uomo.

Mi laccai le dita ricoperte di briciole e mi voltai verso di lui. «Penso dobbiate seguire delle lezioni.»

«Come? Lezioni?»

Annuì, «di portamento e di buone maniere. Una buona Regina deve essere ben educata.»

«Oh...quando inizieranno?», mi grattai il retro del collo, sentendo un leggero bruciore.

«Il prima possibile. Accidenti, siamo qui da nemmeno tre ore e già voglio andare via», si passò una mano tra i capelli.

«Su», mi avvicinai a lui, «non pensavo foste un tipo che subito si arrende.»

«Non mi arrendo facilmente, ma non sono abituato a tutto questo. Tra dieci minuti devo recarmi in biblioteca dove avverrà la suddivisione dei paesi. Ovviamente ogni paese avrà un rappresentante che avrà il compito di far filare tutto liscio e riportare a me le possibili complicazioni e i malintenzionati, ma io...non penso di essere in grado di farcela. È una bella responsabilità trovare un rappresentante, nelle sue mani ci sarà la vita di più di duemila persone.»

«Abel se andate lì con questo pensiero, non riuscirete più a ragionare e vi fermerete dalla paura.»

«Non ho paura!»

«Si, non siate tanto orgoglioso, avete paura di sbagliare. È normale, ovviamente, si ha sempre paura di affrontare situazioni sconosciute.»

Sospirò, «avete ragione. Sono sempre stato accanto a William, era lui a fare il lavoro pesante, io mi limitavo ad appoggiarlo.»

«Ci sarà quel tizio con voi, vi farà da supporto. Poi, successivamente, sceglierete la vostra spalla destra. Colui che avrà la vostra fiducia e vi appoggerà.»

Mi sorrise dolcemente e, afferrandomi la mano, mi trascinò sulle sue gambe, cingendomi la vita con un braccio. «Come farei senza di voi», mise il viso contro il mio collo.

Sorrisi, «felice di darvi consigli.»

Alzò il viso verso di me e mi stampò un bacio. Rimanemmo lì per altri cinque minuti, dopodiché si alzò e mi affidò ad una cameria che si era appena presentata.

«Venga le mostro la vostra camera», disse educatamente, mentre mi invitò a seguirla.

Salimmo al piano superiore e passammo dinanzi a cinque porte, prima di giungere all'ultima, quella centrale. La aprì e, abbassando il viso, mi lasciò passare.

La camera era enorme, con un grande letto a baldacchino nel centro, una maestosa scrivania e un ampissimo armadio. Alla mia destra vi era una porta, sicuramente il bagno.

Non appena la porta si chiuse alle mie spalle. Presi una rincorsa e caddi con un tonfo sul morbido materessato con coperte di seta. Non avevo mai avuto un letto così comodo, la mia famiglia mi avrebbe sicuramente invidiata.

Notai che, accanto alla scrivania, vi era anche una bellissima biblioteca, così decisi di vedere quali libri possedevamo e senza nemmeno accorgermene passarono due ore.

Scesi dal letto, chiudendo il libro che avevo tra le mani e avvicinandomi allo specchio accanto alla porta. Volevo uscire, anche se ero consapevole del mio pessimo senso di orientamento.
Raccolsi le ciocche ribelli e mi sistemai il vestito, notando poi il ciondolo.

Ancora una volta lo sfiorai e un leggero bruciore mi colpì alla base del collo. Gemetti dal dolore e, nello stesso istante, qualcuno entro.

«Finalmente ho trovato la camera», sbuffò divertito.

Mi voltai verso Abel, lasciando andare il ciondolo. «Com'è andata? Siete riusciti a suddividere i paesi?»

«Si, pensavo fosse un compito molto complicato, ma mi ricredo», ridacchiò e si avvicinò a me. «Vi devo lasciare da sola per un'altra mezz'oretta.»

«Perché?»

Si fermò, non prima di aver afferrato un manto, e mi fissò. «Io ho bisogno di...di mangiare. Se non voglio rischiare di attaccarvi nuovamente», abbassò il viso.

«Di mangiare? Abel non ucciderete... persone innocenti, giusto?», ero spaventata dalla risposta, sicuramente non si riferiva al sangue umano.

«No! Non lo farei mai! Ucciderò animali.»

Annuii, ma non dissi nulla. Piuttosto tornai ad armeggiare con la collana, sperando di poterla togliere.
La porta si chiuse con un tonfo ed io per poco non strappai la catenella pur di toglierla, ma non ci riuscii.
Sembrava incollata e impossibile da rompere.

Piagnucolai, quando la collana divenne di fuoco. Più provavo a toglierla, più si riscaldava.
«Fa male!», borbottai in un sussurro strozzato.

«Siete ancora davanti a quello specchio? È quasi un'ora», rientrò Abel, togliendo il manto e slacciando i primi bottoni della tunica.

Mi voltai verso di lui, con le lacrime agli occhi, e dissi: «Abel, toglietemela!»

Confuso, si avvicinò a me e afferrò la catenina. «Brucia, fate presto», tirai su con il naso.

«Non brucia, Meredith.»

«Si invece! Guardate i segni sul collo.»

Con veloci gesti, riuscì ad aprire la catenella e a sfilaremela dal collo, per poi concentrarsi su di esso. «Non avete nulla.»

Mi contemplai dinanzi allo specchio e vidi la pelle arrossata, proprio dove era appoggiata al collana.
«Qui, guardate», gli indicati i punti esatti.

«Meredith, non vedo nulla, forse dovreste riposare.»

«Ma...», abbassai il viso, «si, forse sono solo stanca e vedo cose immaginarie. Buttatela via, non voglio più vederla.»

«Dove l'avete presa? Non mi sembra che appartenga a Leila.»

«Era la collana messa all'asta, è stata acquistata da un ragazzo, ma non so come, oggi l'ho trovata attorno al mio collo», dissi sinceramente.

«Avete visto il ragazzo che l'ha acquistata?», chiese serio.

Scossi la testa, «no, perché ho incontrato mio fratello.»

«State tranquilla, la getterò, nel frattempo voi stendevi e riposatevi.»

Sentimenti OscuriWhere stories live. Discover now