Gabriele (parte 2)

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A quanto pare, anche questo giorno è arrivato.
Non nego che non sono riuscito a dormire molto bene, stanotte, nel tentativo di pensare alla cosa giusta da dire.
Sicuramente "Senti, hai presente quando ero ubriaco fradicio e ti ho baciato..." non sarebbe stato un buon esordio.
La conclusione a cui sono giunto? Dirò quello che mi viene al momento. Mentre la aspetto in caffetteria, mi asciugo le mani sulle cosce.
Da quando una ragazza mi rende così nervoso?
E' perché sono più o meno terrorizzato all'idea che possa mandarmi al diavolo?
Scuoto la testa. Non lo farà. Mi ha baciato anche lei, perciò devo piacerle in qualche modo.
O almeno spero.
"Buongiorno." Sento dire, prima di vederla sedersi di fronte a me.
Mi si secca la gola per quant'è bella, anche con la sciarpa che le copre il viso fino al naso.
"Mi dispiace averti fatto di nuovo aspettare." Dice, senza guardarmi.
"Ma no, non ti preoccupare. Io sono avvantaggiato praticamente vivo qui." Dico, indicando l'ospedale.
Lei fa un sorriso veloce, che si spegne subito, poi tira fuori il solito block notes. "Allora, di cosa vuoi parlarmi oggi? Ti va di raccontarmi com'è andata con tua madre?"
"Credo sia andata bene. Insomma, dopo due giorni di mutismo ho deciso di riversarle addosso una marea di accuse, però... Dopo mi sono sentito meglio. E lei ha capito, si è scusata e mi ha chiesto un'altra possibilità." "Oh. Bene, molto bene. E tu?"
"Io le ho promesso che andrò presto a trovarla. E che farò una telefonata anche a mio padre per ricominciare anche con lui."
"Questo è fantastico, è un passo molto importante."
"Lo so. Ed è merito tuo. E a proposito di questo, io volevo dirti..."
Lo sguardo di Gaia si raffredda e lei si inumidisce le labbra. "No, sono io che ho qualcosa da dirti, e vorrei che tu mi ascoltassi."
Di nuovo, sento che mi sudano le mani. "Certo, ti ascolto." Le dico, mentre guardo i suoi occhi e riesco solo a pensare a quanto fosse bello guardarli da vicino mentre la tenevo tra le braccia.
Stai diventando ridicolo.
"Mi dispiace molto per il bacio. E' stata una totale mancanza di professionalità da parte mia, sia perché sei un mio paziente e sia perché eri in un momento di debolezza. Non avrei mai dovuto commettere un errore del genere. Perciò credo che sia meglio far finta che non sia mai successo. Insomma... Uno stupido scambio di saliva rischia di compromettere il mio lavoro e le nostre reciproche relazioni e noi non possiamo permetterlo. E' stato un momento di stanchezza e di debolezza, ma non si verificherà mai più, posso prometterlo."
Lascio che le sue parole mi attraversino e facciano il loro effetto.
Sento l'euforia spegnersi e lo stomaco sprofondare.
Un errore. Ha definito il nostro bacio un errore. Le mani che tremavano, il cuore che batteva tanto forte da poter schizzare fuori dal petto, le labbra che continuavano a cercarsi. Un errore. Quel bacio a cui non riesco a smettere di pensare da venerdì sera per lei è stato solo un errore in un momento di stanchezza.
Beh, che c'è, adesso l'idea di innamorarti non ti piace più così tanto? Cercando di ignorare la mia coscienza, dico l'unica cosa che mi viene fuori. "C'è stato un bacio?"
Lei si irrigidisce e io non ne capisco il motivo. Se io neanche mi ricordo del nostro errore dovrebbe essere più facile cancellarlo, no?
"Non te lo ricordi?" Mi chiede.
"Ricordavo che fosse successo qualcosa, ma sai, avevo la mente annebbiata... Comunque non pensavo di essermi spinto a tanto." Dico, simulando incredulità.
Lei sembra quasi risentita. "Hai persino detto che non era la prima volta che desideravi baciarmi."
"Decisamente l'alcool non fa per me. Mi dispiace molto, spero che tu non abbia preso le mie parole troppo seriamente. Non pensavo che qualche bicchiere facesse venir fuori delle cose tanto assurde..."
"Sono contenta che siano assurde, questo significa che la volontà di dimenticare l'accaduto è comune ad entrambi." Dice, gelida.
"Beh, anche se credo che non si possa dimenticare qualcosa che non si è mai ricordato, immagino che sì, sia una volontà assolutamente comune." "Bene."
"Comunque, la cosa che volevo dirti è che credo di essere pronto a terminare questo percorso."
"Cosa?" Chiede, rompendo la sua maschera di ghiaccio. Sembra davvero sorpresa e non direi tanto positivamente.
"Ho parlato con mia madre e a breve lo farò con mio padre. E con Liz va molto meglio. Sembra che sia scattato finalmente un interruttore, in me. Perciò penso di potermela cavare da solo, ora."
"Oh."
"Passerò dallo studio a saldare il conto."
Lei annuisce e la vedo deglutire. "Sei... Sei sicuro?"
"Sì, sono sicuro. Se dovessi avere ancora bisogno di aiuto mi rivolgerò a voi senz'altro."
"Okay." Chiude il block notes e rimane un attimo in silenzio. "E' stato un piacere conoscerti. Spero che tu riesca a raggiungere gli obiettivi che ti eri prefissato e ad avere la vita che desideri."
"E questa cos'è, la frase con cui liquidate ogni paziente? Non merito qualcosa di più personale? C'è pur sempre stato un bacio, tra noi." Dico, strizzandole un occhio.
"Tu non te lo ricordi e per me è come se non ci fosse mai stato." Ribatte subito e io mi ritrovo ad incassare il colpo.
Si infila il giubbotto e si alza.
Sta andando via. Dille qualcosa, fermala.
"Dici che è tardi per richiederti il mio maglione? E' uno dei miei preferiti..." Il suo sguardo, se possibile, si fa ancora più freddo.
"Sai dove abito, quando hai un attimo libero passa pure e te lo restituisco." "Gaia..."
"Sì?"
E' solo una mia impressione o c'è una nota di speranza nella sua voce? Anche se so di essermi comportato da stronzo, le faccio un sorriso. "Grazie per quello che hai fatto. Mi sei stata d'aiuto, davvero."
"E' il mio lavoro." Risponde lei semplicemente. "Buona fortuna, dottor Rossi." Aggiunge poi e si allontana prima che io sia riuscito a digerire le sue parole.
Cosa ti dava la convinzione che ti sarebbe saltata al collo? E' anche fidanzata e li hai visti sbaciucchiarsi come dei dodicenni, come potevi aspettarti qualcosa di diverso?
Fisso la mia tazza di caffè ormai vuota e ringrazio per la prima volta il suono del cerca persone, perché mi dà la possibilità di rimandare tutto ad un secondo momento.
Un momento che probabilmente non arriverà mai.

Prova a salvarmiWhere stories live. Discover now