Nei suoi panni

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Non ho mai fatto una doccia così veloce ma in cinque minuti sono pronta. Indosso la sua maglia, che ha il suo profumo, e poi indosso i boxer. Sono enormi sul serio. Potrebbe entrarci lui insieme a me qui. Nello stesso istante che dico quella frase me ne pento, diventando rossa all'improvviso. Faccio più risvolti ma sono lenti uguali. L'unica cosa positiva è la sua maglietta, che mi arriva quasi a metà coscia. Con i capelli ancora umidi dalla doccia esco dal bagno. Davanti c'è la porta della sua stanza, è aperta. Decido di entrare. E' strana per essere una stanza di un ragazzo: è pulita, ordinata con poche foto appese al muro. Mi avvicino al muro e le osservo. Sono quasi tutte nostre. In tutte le foto abbiamo una faccia scema. Mi sto perdendo in quei ricordi quando mi sento chiamare altrove. – Fraa, vieni. Ho preparato qualcosa da mangiare. Lo so che hai fame, muoviti!- urla dalla cucina.

Questa volta ha torto, non ho per niente voglia di mangiare, ma sono estremamente stanca. Appena entro in cucina, mi fissa. Si è cambiato anche lui e ora indossa solamente un paio di pantaloncini della tuta verde. Non ha la maglia, e ringrazio il cielo, perché così posso ammirarlo tutto. – Sai, stai bene con la mia roba, ti dona- mi prende in giro abbracciandomi. – Si mi dona parecchio, soprattutto le mutande. Queste si che donano. Sono enormi sul serio. Pensavo scherzassi prima – rispondo sorridendo. Ricomincia a ridere di nuovo, fino a farsi spuntare le lacrime agli occhi. Confusa mi guardo intorno. – Ehm, ho detto qualcosa che non va?- sta ridendo ancora, quando mi avvicino ancora di più e gli bacio la punta del naso. E' un gesto veramente tenero. Ovviamente per farlo mi sono messa sulle punte, dato che mi supera di buoni cinque centimetri. Mi prende istintivamente in braccio e mi bacia. in quel bacio c'è tanto, lo sento. Ci avviamo vero la sua camera, e mi butta sul letto facendomi ridere. – Sei simpatica quando dici che le mie mutande sono grandi sul serio. Pensa, che se le mutande sono grandi..- Scoppiamo a ridere entrambi a crepapelle.

Ci sdraiamo sul suo letto. E' spazioso, morbido e profumato. Profuma di lui. Giochiamo un po', poi la stanchezza ha la meglio. Sento le palpebre pesanti, e mi sto rilassando un casino perche mi sta facendo i grattini sul braccio. – Hai sonno Fra? – mi chiede con un sorriso stanco. – Un pochino, e poi mi sta facendo male la testa, penso sia colpa dell'alcol. – rispondo facendo uno sbadiglio. – Siamo stanchi tutti e due Fra, riposiamoci, poi domani mattina ti accompagno a casa. – mi dice baciandomi sul naso. Tira giù le coperte del letto e ci mettiamo al centro insieme. Anche se sono un po' brilla, la vergogna c'è ancora. Non mi dispiacerebbe dormire abbracciata a lui, però..

Mi scanso un pochino mettendomi al lato del materasso, di schiena a lui. Sento il suo sguardo addosso così chiudo istintivamente gli occhi facendo finta di dormire. Si avvicina piano mettendomi una mano sotto la schiena e trascinandomi verso di lui. – Mi sei scappata una volta, e non mi scapperai più. – mi dice in un sussurro. Mi sta abbracciando, e rifletto ancora sulle proporzioni dei nostri corpi; perfetti! Sono sempre di schiena a lui e ho un suo braccio sopra la pancia che mi stringe, e l'altro sotto la testa messo sotto la guancia. Gli bacio la mano, un gesto strano da fare, ma a perer mio molto dolce, mentre lui mi stringe ancora di più.

Mi sta facendo ancora i grattini sul braccio, e proprio in quel momento sento l'energie uscire fuori dal mio corpo abbandonandomi. Sono stanchissima e mi addormento subito.


Anime colme d'ignotoWhere stories live. Discover now