"È solo colpa mia! Non l'ho protetta!" Zelda

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Link andò verso il suo cavallo color marrone chiaro. Si trovava nella parte est delle rovine davanti al castello di Hyrule, e aveva da poco sconfitto dei guardiani, anche se per alcuni era dovuto scendere dalla "comoda" sella e combatterli con la spada.

Arrivato alla sinistra del suo fedele destriero, scrutò la zona circostante per un paio di minuti, in cerca di un posto per dormire, vista l'ora tarda. Girando leggermente la testa verso sud, notò una grossa figura di una testa di equino, uno stallaggio.

-Andiamo bello, lì ti potrai riposare.
Il ragazzo aveva già messo il piede sulla staffa, quando si bloccò. I suoi occhi si erano fermati su una casetta diroccata, ma stranamente familiare.

Si avvicinò ad essa e, a pochi passi di distanza, la sua mente venne pervasa da un lontano ricordo.

¦

Distruzione.

Caos.

Morte.

Era come si poteva descrivere quella giornata. Era iniziata tranquilla, ma poche ore dopo mezzogiorno erano arrivati loro, i nemici giurati della famiglia reale, gli Yiga.

Il loro obbiettivo era chiaramente il castello, ma avevano preferito far vedere la loro forza prendendo di mira la cittadina ai piedi dell'edificio.

¦

Ansia.

Paura.

Terrore.

Era come si potevano descrivere le emozioni degli abitanti. Tra quelli, due in particolare stavano per dirsi addio.

-Ascoltami bene, adesso dovrai andare col signor Unden, ok?-, disse la donna, più come un ordine che una richiesta.

-Mamma... tu come farai?-, chiese innocentemente il piccolo bambino di sei anni, Link.

-Non preoccupartene, adesso vai. Dopo ci rivedremo e ti abbraccerò, forte forte, come piace a te, va bene?

-Ma io so combattere con la spada, mamma! Posso proteggerti!-, protestò.

Caitlyn sospirò, chiudendo gli occhi. -Avrai altre occasioni per mostrarmelo, cucciolo mio. Però ora devi andare, presto!-. Con una leggera spinta mosse in avanti il suo piccolo, che, titubante, corse verso Unden.

¦

Non era stata una buona idea. Per niente.

Link se lo stava ripetendo da quando era arrivato in quel posto.

Il viso nascosto tra le manine, le piccole basette lucenti che, se non fossero state attaccate alla testa, sarebbero state portate via dal forte vento, gli occhi azzurri bagnati dalle lacrime. Era lì, in piedi, in mezzo alla battaglia.

Non aveva potuto resistere all'impulso di controllare come stesse la madre, così era uscito di nascosto dalla struttura in cui era per raggiungerla.

Solo che Caitlyn non tenne fede alla parola data poco tempo prima. Lei lo sapeva fin da quando aveva pronunciato quelle parole. Sapeva che probabilmente loro due non si sarebbero visti un'altra volta.

¦

Un cavaliere era di ronda sulla zona est, quando sentì dei forti singhiozzi. Lentamente li seguì, arrivando di fianco a una figura familiare. Lo osservò un po' e capì che era il figlio del capo dei soldati.

Si inginocchiò davanti a lui e chiese:-Ehy, piccolino, perché stai piangendo?

Lui tirò su col naso, cercando di asciugarsi gli occhietti. -La mamma... la mamma non risponde quando la chiamo... Lei lo fa sempre...

Travis si girò e vide il corpo di una donna, steso per terra, inerme. -Lei è la tua mamma? E questa- alzò lo sguardo verso la casa di fronte a loro: mancava una parete, mentre altre due erano state devastate dalla potenza degli Yiga -è la tua casa?-.

Link non rispose, lasciando calare il silenzio per un po'.

L'altro voleva dire qualcosa, ma fu preceduto dal bambino, che stava riprendendo a piangere. -È colpa mia se non risponde... È solo colpa mia! Non l'ho protetta!-. Strillando, appoggiò la testa sul torace dell'uomo, colpendolo con dei pugni.

Una mano passò sulla sua schiena. -No, no, no, no, shhh. Sta' tranquillo, la mamma starà bene.-, cercò di rassicurarlo lui, mentendo. Lo sollevò, intento a riportarlo indietro, al sicuro.

Fece qualche passo, ma subito il bambino protestò. -Aspetta! E la mamma? Se hai detto che starà bene, perché non porti anche lei?

Nulla.

Nessuna risposta.

Nessun suono, a parte quelli della battaglia. Link poteva sentirli.

Le urla di chi combatteva.

Le grida di chi moriva.

Le risate di chi vinceva.

Tutto era udibile alle orecchie di quella così giovane creatura, che, più sentiva, più capiva le veri sorti della madre. Troppo crudeli per lui.

-PERCHÉ NON PORTI ANCHE LEI?! Rispondi!-. I pugni aumentavano di potenza, anche se non facevano male, e con loro anche gli strilli. Stava cercando di scendere, dimenandosi come un folle.

Travis continuò a camminare con lui in braccio. Nessuno dei due voleva convincersi del fatto che Caitlyn fosse morta.

¦

Link aprì di scatto gli occhi. Il suo cavallo lo aveva raggiunto, probabilmente preoccupato, ed ora era alla sua sinistra.

Sentì delle gocce d'acqua scendere sulle sue guance, così con una mano le toccò. Una volta fatto, osservò il palmo.

Lacrime.

Velocemente le asciugò passando il braccio sul viso. Non aveva tempo per i momenti di debolezza.

Salì sul compagno d'avventure e, insieme, si avviarono verso lo stallaggio.

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Ho iniziato a scrivere questo capitolo dicendo: "Lo faccio corto"
Si...
Comunque
L'idea mi è venuta in macchina mentre andavo a Roma
Che pensieri strani che faccio durante i viaggi
Ma si è mica notato che mi piace scrivere i flashback? Ahah

Non credo si sia capito il vero senso che volelo dargli (Woo, Star dà anche un senso alle sue opere, si è evoluta!), perché è abbastanza sottinteso
Avete presente che in BotW Link arriva allo stremo delle forze per proteggere Zelda?
Ecco
Adesso avrete capito
Non ancora?
Lo dico esplicitamente allora:
Il fatto che sua madre sia morta e che Link si incolpi di non averla protetta, lo motiva a farlo per Zelda fino all'ultimo
Almeno, io me lo sono immaginata così :3

Spero vi sia piaciuta ^.^
Ciao :33

STORIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora