Primo Incontro

207 16 9
                                    

-Beh... adesso però voglio sentire la vostra di storia!- l'esclamazione di Silver fece sobbalzare di colpo la ragazza. -La... cosa?- balbettò lei, smarrita. Il cyborg le rispose con un ghigno divertito -Mi prendi in giro??? La storia di te e Jim naturalmente! Di come vi siete conosciuti!-.
Francine ridacchiò e inclinò la testa di lato -Beh... è abbastanza lunga come storia...-. -Beh, abbiamo ancora tre giorni prima del teorico arrivo, direi che ce la puoi fare tranquillamente!- sghignazzò allora l'uomo, dandole una pacca sulla spalla che per poco non la spedì per terra.
-Ok... allora, non siamo sempre state su Montressor... all'inizio stavamo su Procyon, ci siamo trasferite quando avevo dieci anni. Abbiamo aperto il Morgan Inn poco dopo esserci trasferite. Sotto c'è la locanda, al piano superiore c'è la nostra casa. Era abbastanza deprimente all'inizio, non c'erano altri bambini, il figlio della vicina di fronte non usciva mai di casa...-. -E poi hai conosciuto Jim...- Silver era abbastanza impaziente.
Quando aveva incontrato Jim la prima volta aveva già rinunciato da tempo all'idea di rivedere sua figlia. Probabilmente si era già fatta una vita e non avrebbe rinunciato a quella solo per venirlo a cercare. E invece... invece scopre che non solo Jim ha una migliore amica di cui gli ha negato l'esistenza, ma che l'amica in questione altri non è che la sua bambina!
-Adesso ci arrivo, un po' di pazienza!- lei rise, spostandosi i capelli dietro un orecchio e iniziando a raccontare, sperando di riuscire a ricordare tutto...

-Francine? Sei sveglia o no? Non vorrai fare tardi il primo giorno nella tua nuova scuola!- la voce di Abigail le fece salire ulteriormente il nervosismo. -Arrivo, mamma! Solo un secon... dove sono i miei stivali? E i miei calzoncini?- quella che parlava non era Francine. O meglio... lo era, ma sei anni prima! Aveva dieci anni, e si preparava per andare a scuola.
-Li ho nascosti, cara.- rispose lei, con un'aria sprezzante. -COSA???- Francine ci rimase malissimo -E cosa dovrei mettermi per andare a scuola???-. -Oh, sono felice che tu me l'abbia chiesto!- la donna sembrava soddisfatta. Come se avesse ottenuto quello che voleva. La figlia era sempre più spaventata dall'atteggiamento della madre. Quale diavoleria aveva in mente questa volta???
-Tadà!!!- Abigail aprì la scatola che aveva precedentemente appoggiato sulla poltrona, tirandone fuori il contenuto: un vestito. Un vestito di un disgustoso colore giallognolo pieno di pizzi e di fiocchi dappertutto, decorato in un modo che alla bambina ricordava una tenda.
-Io quel coso non lo metto!!!- la piccola fece una smorfia di disgusto, facendo finta di vomitare. -Oh, e invece te lo metti!- il tono della madre si fece più duro -Già devo convivere con un maschiaccio per 365 giorni l'anno, almeno il primo giorno di scuola abbi un po' di decoro!-. -NON VOGLIO METTERLO!!!- gridò Francine, cercando di fuggire in un'altra stanza ma venendo acchiappata dalla madre prima di poter fare altro.
E a suon di grida, minacce e la promessa di non farle toccare i biscottoni al cioccolato per un mese intero se avesse rifiutato, la povera bimba fu costretta ad indossare quell'abominio e a farsi pettinare i capelli in una scomodissima crocchia laterale. -E siamo pronte per la scuola! Non è fantastico, stellina?- tutto d'un tratto la madre sembrava al settimo cielo. -Oh, sì... davvero, davvero fantastico...- ripeté la bambina, sbuffando.

-Lo schifo più totale, non voglio più vedere un corsetto in tutta la mia vita!- commentò la ragazza, mentre Silver se la rideva di gusto. -Cos'hai tanto da ridere??? Non sarebbe così divertente se anche tu fossi stato costretto contro la tua volontà ad infilarti in uno spremiagrumi gigante!-.

-Ecco la tua classe, tesoro mio. Passa una buona giornata!- Abigail baciò velocemente la figlia sulla guancia destra, la guancia sinistra e la fronte, per poi fuggire fuori dall'edificio. -Un sacco di clienti al Morgan, tanto per cambiare...- pensò lei.
Incredibilmente, sua madre e la vicina andavano incredibilmente d'accordo, nonostante avessero ciascuna una locanda diversa, una di fronte all'altra. Anzi, erano venute a conoscenza che i mariti di entrambe erano scomparsi, e quindi si aiutavano a vicenda mettendo insieme il ricavato di fine giornata e dividendolo in due parti uguali.
-Beh... Francine, o la va o la spacca!- la bambina si fece coraggio, si grattò per l'ennesima volta il punto in cui il pizzo provocava un insopportabile prurito alla spalla e aprì la porta.
Ci saranno stati ventiquattro, venticinque bambini della sua stessa età, tutti tirati a lucido e pettinati impeccabilmente. -Oh, è arrivata!- la maestra, una donna molto giovane e bella, si alzò in piedi e rivolse alla piccola un sorriso a trentadue denti -Ragazzi miei, vi presento la vostra nuova compagna di classe, Francine!-. I bambini la imitarono.
La castana osservò meglio la classe. I maschi portavano tutti un'elegante divisa da marinaretto, mentre le femmine dei vestiti più o meno come il suo, alcune dai colori vivaci e altre dai colori un po' spenti. 
Dopo un po', però, si rese conto che non erano proprio TUTTI tirati a lucido.
In ultima fila, seduto nel banco di fronte alla finestra. Capelli marroni spettinati legati in un piccolo codino, una camicia di almeno due taglie più grande e un paio di pantaloni infilati negli stivali nero pece. L'unico bambino che non si era alzato in piedi vedendola entrare.
-Beh, Francine, coraggio! Puoi dire qualcosa su di te alla classe?- la donna le diede una piccola pacca sulla spalla e la incoraggiò ripetutamente.
-Ehm... i...io mi chiamo Francine Lauren Blain, ho dieci anni e io e la mia mamma ci siamo trasferite da poco da Procyon...- si presentò lei, timidamente. -Oh... Procyon? Ho sentito che le cose non si sono messe proprio bene lì, sono nel pieno della guerra...- la maestra assunse un'espressione dispiaciuta. -Già... però adesso stiamo bene! Ci piace Montressor, la mamma ha una locanda sulla collina e gli affari stanno andando bene!- rispose la bambina, pimpante. -Ne sono felicissima, Francine!- sorrise l'insegnante.

-E allora che è successo???- Silver interruppe la figlia proprio nel momento in cui lei stava descrivendo il sorriso a trentadue denti della giovane docente -Va bene che abbiamo tempo, però qua sto sulle spine!!!-. -E dammi un secondo e ci arrivo!!!- rise Francine, appoggiandosi una mano sulla fronte.

Lo sguardo della piccola puntava sempre nella stessa direzione. La direzione del bambino, con lo sguardo perennemente puntato fuori dalla finestra con negli occhi una luce malinconica. Lei si chiese cosa cavolo gli fosse successo, sembrava.... stravolto.
-Oh, ma certo! Puoi sederti vicino a James, mia cara!- la voce della donna la riportò bruscamente alla realtà.
James. Ecco qual era il suo nome.
-Oh... ce...certo...- annuì la bambina, avvicinandosi al banco vuoto di fianco a quello occupato da quel James, si arrampicò sulla sedia e si accomodò, appoggiando una mano sulla guancia e guardandolo con un sorriso. -CIAO!- lo salutò, con una vocetta solare.
Il bambino si voltò un attimo a guardarla, le rivolse uno sguardo di insofferenza, emise un mugugno e si voltò di nuovo a guardare fuori dalla finestra.
Francine ci rimase piuttosto male, ma dopo un po' ritentò di parlargli, usando un approccio diverso -Come mai quell'aria depressa?-. -Non sono affari tuoi.- rispose lui, non proprio con tono educato -Vattene via.-.
Altro tentativo andato in fumo.
Gli occhi verdi della ragazzina puntarono sulla minuscola coda sul retro della testa del nuovo compagno di banco. -Mi piace il tuo codino!- disse, e detto questo lo prese fra due dita e cominciò a giocherellarci.
-Smettila, e adesso!- il bambino non la prese bene, si voltò verso di lei e cominciò a tirarle i capelli. Ma lei rideva e rideva, e non ne voleva sapere di lasciargli andare il codino.

-E così è stato che James Hawkins e Francine Silver si sono conosciuti? Tirandosi i capelli?- Silver non la voleva smettere di ridere. -Sì, ebbene sì, è così.- anche la figlia rideva di gusto.

-ADESSO PIANTALA!- e detto questo il bambino passò al punto forte: ficcargli un dito nel fianco, facendole tirare un urletto acuto e facendola cadere dalla sedia. Anche se cadde di testa, il che fece un male terribile, non si mise a piangere. Si alzò in piedi e gli tirò un pugno sulla spalla che fece cadere lui questa volta.
-JAMES! FRANCINE! CHE STATE FACENDO?- la maestra li interruppe giusto pochi secondi prima che ebbero cominciato una piccola rissa. -Scusatemi, è stata colpa mia...- si giustificò Francine, con un tono dispiaciuto. Così tornò a sedersi.
-Però! Picchi veramente bene per essere una femmina!- la bambina si accorse solo in quel momento che James ridacchiava. -Perché? Credi che solo i maschi siano in grado di picchiare???- lei per tutta risposta gli fece una linguaccia. Lui riprese a ridere e si spostò un ciuffo ribelle dagli occhi -Scusami se mi sono comportato male prima, dopotutto sei forte...- e detto questo allungò una mano verso di lei -Mi chiamo James!-. -Mi chiamo Francine!- rispose la bambina, sorridendo e scuotendogli la mano -Lo so, nome alquanto banale...-. -Oh beh, non più di James...- rispose lui. -Beh, allora cambiamolo e chiudiamola lì!- ridacchiò lei -Ti va bene Jimmy?-. -Oh no, oh no no no! Non ci provare!- il castano le puntò un dito addosso ridendo come un matto. -Ok, allora.... JIM! D'ora in poi tu ti chiami Jim Hawkins!- rispose la piccola. -Mi piace!- esclamò lui -Tu invece sarai... non lo so, Francis è troppo ovvio.... Fra pure.... FRANKY!-. -Franky??? Ma è un nome da maschio!!!- protestò lei, non smettendo di ridere. -Oh beh, femmina non sembri per niente, eccetto per quella tenda da doccia che ti porti addosso...- lui le fece una linguaccia indicando il vestito con lo sguardo. -Tenda da doccia a cui non vedo l'ora di dare fuoco!- annuì Francine -Comunque... Franky... mi piace un sacco!!!-.
-Quindi, Franky...- Jim si grattò la nuca, visibilmente imbarazzato. -Sì?- la castana era curiosa. -Visto che qui nessuno dei due ha amici... vuoi essere la mia migliore amica?- lui tirò fuori un sorrisino scemo, arrossendo un po'. Lei d'altro canto tirò fuori un sorrisone a trentadue denti, rispose -CERTO!!!- e lo abbracciò fin quasi a stritolarlo.

-E sei anni dopo eccoci ancora qua, più pazzi che mai!- Francine concluse il racconto ridendo di gusto. Anche Silver rideva -Che dire.... ne ho sentite tante ma non pensavo che vi foste conosciuti menandovi di santa ragione!-. -Già... poi le nostre madri sono diventate amiche e da lì ho saputo il perché Jim era così scontroso... per la faccenda del padre, sai...- la ragazza si strinse nelle spalle -Ed è anche dopo quella storia che mamma mi ha raccontato la verità, che Blain non era il mio vero cognome e che mio padre non era morto in una spedizione. Jim è stato sempre lì quando avevo bisogno di una spalla su cui piangere o semplicemente di qualcuno con cui divertirmi. È... è semplicemente un grande.-.
-Oooooh, sì...- gli occhi del cyborg avevano acquistato una luce che alla ragazza non piaceva per niente. -NON RICOMINCIARE, EH!- urlò lei, tirandogli un pugno amichevole -NON STIAMO INSIEME!-.
-Vedremo, vedremo...- concluse lui, continuando a ridere e trascinando anche Franky e Morph nella risata.

Ci Sono Anch'IoWhere stories live. Discover now