Piccolo Miracolo

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Dopo l'episodio del capitano Quelch la vita sulla nave andava meglio che mai. Almeno quella di Francine.
I marinai ora la trattavano decisamente meglio. Non facevano una piega quando la vedevano pulire il ponte (alcuni di loro si offrivano persino di farlo al posto suo con il successivo rifiuto di lei) né quando saliva sull'amaca di corde che si era fatta su uno degli alberi più alti della nave e leggeva un buon libro.
Anche in quel preciso momento era spaparanzata su quell'amaca, immersa nella lettura. -Ehi, Franky!- una voce maschile la fece trasalire. Alzando lo sguardo, Francine si rese conto che Jim era accovacciato vicino a lei -Non mi ero accorto che fossi qui! Pensavo fossi in cambusa!-. La ragazza sorrise e chiuse il libro mettendoci un dito in mezzo per non perdere il segno -Se fossi stata in cambusa adesso la nave avrebbe fatto la stessa fine di quella di Quelch, se non peggio!- rispose poi, facendo ridere il ragazzo a crepapelle. Dopo un po' gli occhi di lui si posarono sull'oggetto che la ragazza aveva in mano. -Cosa stai leggendo?- quando Jim cercò di scorgere il titolo, lei sporse un po' la copertina per permettergli di leggerlo: "Grace O'Malley: vita, morte e miracoli della regina dei pirati".
-Grace O'Malley?- ripeté il sedicenne, confuso. -Sì! Una delle piratesse più famose mai esistite. Veniva dal pianeta Leprecaun. Quando era piccola il padre le disse che non avrebbe potuto fare il pirata perché era una femmina. E sai cosa fece?- lei iniziò a spiegare la sua storia con passione, come se non avesse voluto parlare d'altro. Jim sorrise e azzardò -Si vestì da maschio e salì a bordo comunque?-. Anche Francine sorrise -Esatto! E al primo scontro che incontrò mandò KO il capitano della nave avversaria quando le era stato detto esplicitamente di nascondersi.-. -Hmmm... dove l'ho già sentita questa storia?- l'amico finse di grattarsi il mento dubbioso, facendo ridere la castana a crepapelle. -Già, è a lei che mi ispiro in ogni cosa che faccio. Pensa che quando ero bambina mia madre per poco non ha dato fuoco al libro!- e così anche Jim scoppiò a ridere. -Beh, lei ha la sua storia e tu hai la tua! Intanto non vieni da Leprecaun ma da Procyon che è ad anni luce di distanza.- osservò poi, venendo interrotto -Ma cosa c'entra questo???- ma il ragazzo non aveva ancora finito -E poi lei sarà anche stata una regina ma tu no! Insomma, tu sei Angel With A Shotgun! C'è differenza tra una regina e un angelo!-. Francine sorrise, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio -Immagino che tu abbia ragione...-. -Eh certo! Io ho SEMPRE ragione!- scherzò l'amico, tirandole una gomitata. La ragazza scoppiò a ridere e commentò -Però, non ti facevo così modesto!-.
Dopo un po' di chiacchiere, scherzi, gomitate e risate, Jim dovette cambiare la rotta per un leggero attraversamento di orche galattiche e Francine decise di seguire il suo suggerimento, ovvero andare in cambusa.
Come volevasi dimostrare, Silver era intento a cucinare chissà quali prelibatezze provenienti chissà da che parte della galassia. La sedicenne adorava cercare di indovinare dall'odore la pietanza che era in via di preparazione, anche se spesso non ci riusciva. Ma, sorprendentemente, questa volta riconobbe un cibo che le era familiare -Stufato di bonzabuoi, giusto?-. Il cyborg sorrise nell'udire la voce della figlia -Ebbene sì! Non mi aspettavo che tu lo conoscessi.-. -Oh, la mamma a casa lo prepara minimo una volta al mese...- iniziò a spiegare lei, rendendosi conto che era la prima volta che parlava in quel modo di sua madre di fronte a lui -Oh... io... ehm...- ma Silver aveva già iniziato a ridacchiare -Oh beh, immagino si sia anche vantata delle sue doti culinarie!-. -Ogni santo giorno!- anche la ragazza scoppiò a ridere -"E quello lo chiami cucinare??? Lascia fare a me, che tu tanto non sei capace!"- e detto questo fece una buffa voce rauca che fece sbellicare anche il pirata. -Beh, ti svelo un piccolo segreto.- disse alla fine lui -Anche lei era una frana, le ho insegnato tutto io! Avresti dovuto vederla la prima volta che si è messa davanti ai fornelli di fronte a me!-. Francine rideva, immaginandosi sua madre combinare un macello e lui che le rideva dietro.
Dopo un po' di risate Silver prese una ciotola, ci versò dentro una mestolata di cibo e gliela diede in mano -Tieni, assaggia il VERO stufato di bonzabuoi della famiglia Silver!-.
La figlia guardò per un po' il piatto: era molto simile a quello che faceva sua madre, anche se aveva un colore molto più invitante. Ne prese un cucchiaio, lo mise in bocca e... WOW. Lei adorava quello che faceva sua madre, ma quello... era davvero squisito! -Però! È fantastico!- esultò, ancora con la bocca piena.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto!- ridacchiò il cyborg dandole una gomitata. Anche Morph, che stava svolazzando nei paraggi, iniziò a mangiarlo, cosa che la ragazza gli fece fare molto volentieri.
Dopo una pausa, Silver sospirò, come se avesse appena ricordato qualcosa di spiacevole -Eh già... Abigail...-. Francine lo guardò, con uno sguardo curioso -Allora... come vi siete conosciuti tu e lei? Se posso chiederlo, ovvio...- la risposta che ottenne fu una risata -Oh cielo, ancora lo ricordo come se fosse ieri! Ero appena attraccato al porto di Procyon. La nave era appena stata attaccata e ci sarebbero voluti mesi prima che potesse funzionare di nuovo come prima. Ovviamente ci serviva un posto per dormire.- Silver iniziò a parlare. La ragazza si sedette immediatamente su una piccola botte non ancora aperta, con il mento appoggiato sulle mani. Il cyborg emise un'altra sghignazzata e la imitò, sedendosi su uno sgabello che si trovava nei dintorni. Poi continuò il racconto -La locanda più economica era quella di un certo Blain, vicino al porto. L'ideale per i viaggiatori. Le cameriere erano tutte vecchie, brutte e lamentose... tutte eccetto una.-. Francine sorrise -Penso di averla conosciuta, quella cameriera!-. Anche il padre rise -Eh già! Abigail Blain, figlia del gestore. Una bellezza fuori dal comune. Alta, slanciata, gentile, paziente... un tesoro. Allora il tuo vecchio era molto più attraente di adesso...- dopo quella frase concesse a se stesso e alla figlia alcuni secondi per ridere, poi proseguì -Tornai in quella locanda tutte le sere per un mese. Lei all'inizio non ne voleva sapere, poi si è ammorbidita un po' e... ci siamo sposati l'anno dopo. Quando la nave fu riparata mi rifiutai di partire e mi lasciarono a terra come se fossi stato un parassita. Ma a me non importava... non finché c'era lei.-.
Francine ascoltava tutto con uno sguardo intenerito. Era bello poter finalmente sapere la storia della sua famiglia.
Gli occhi di Silver puntarono dritti in quelli verde smeraldo della figlia -E poi il destino ha deciso di onorarci con un magnifico Piccolo Miracolo. Per mille bombarde, ancora ricordo come se fosse ieri il momento in cui tua madre mi disse di essere incinta. Penso di non aver mai pianto di più di quel giorno.-. La ragazza a quel punto arrossì e lo guardò con uno sguardo di puro orgoglio -Beh... non pensavo di essere così importante...-. -Mi prendi in giro? Pensi veramente che io non abbia un cuore?- sghignazzò il cyborg, tirandole una spallata che per poco non la fece cadere di testa.
Ridevano entrambi. O meglio... lo fecero prima della domanda che Francine pose dopo -E... poi che è successo? Insomma... cosa ti ha fatto decidere di... andartene?-. Pregò con tutta se stessa di tornare indietro nel tempo e non dire quella frase.
Silver la guardò di nuovo, stavolta con un sorriso malinconico -Beh... diciamo che ho voluto comunque realizzare il sogno di una vita... piuttosto egoistico, vero?-. La figlia annuì con la testa, per poi mormorare tra sé e sé -Devi rinunciare a qualche cosa quando rincorri un sogno...-.
A quel punto il cyborg non poté evitare di sorridere -È la stessa identica frase che ho detto a Jimbo quando gli ho mostrato queste...- e indicò la gamba e il braccio con lo sguardo. -Oh... a proposito di quello... come...- Francine fece per chiedergli come si fosse ridotto così, ma lui la precedette -Un guasto del motore della nuova nave. Tra tutto l'equipaggio io ero quello più vicino all'esplosione. Giusto una settimana dopo la mia partenza.-. -AHI!!!- esclamò la ragazza, inorridita al solo pensiero. -Già... in questi anni l'ho sempre interpretata come una... come dire... punizione divina.- spiegò lui. -Pu...punizione divina?- ripeté lei, smarrita. -Per avervi abbandonato.- rispose Silver -Per aver lasciato da solo l'amore della mia vita con una bambina ancora da crescere solo per l'egoistico desiderio di trovare il bottino dei mille mondi...-. -Se ti dispiaceva così tanto perché non sei tornato dopo la distruzione del Pianeta Del Tesoro allora???- Francine volle non aver assunto quel tono. -Perché avevo paura, va bene???- ormai Silver aveva ceduto da un pezzo, e doveva ammettere che rivelare a qualcuno tutto quello che per anni aveva nascosto in qualche remota parte del suo cuore era veramente liberatorio. Specie se quel qualcuno era il suo Piccolo Miracolo.
La sedicenne entrò in fase di shock -Co...come? Tu avevi...-. -Avevo paura, sì. Avevo troppa paura di mostrare a mia moglie e a mia figlia la brutta faccia che le aveva abbandonate che ho pensato fosse meglio non mostrargiela mai più...- continuò lui, con una mano sulla faccia. In quel momento Francine avrebbe giurato sulla sua testa di aver visto una lacrima scendere giù per la guancia del padre.
-Papà... noi... io ti avrei raggiunto comunque, lo sai, vero?- la castana decise che era il momento di farlo sentire fiero del Piccolo Miracolo di cui parlava tanto -Anzi... è stato quel messaggio a invogliarmi all'avventura, è stato quel messaggio a rendermi...- e dopo questo fece una pausa, si avvicinò a Silver, gli prese le mani tra le sue e concluse, guardandolo dritto negli occhi -...sei stato tu a rendermi quella che sono adesso. Perché io sono e sarò sempre il tuo Piccolo Miracolo. Non importa quante protesi potrai mai metterti o quanti tesori potrai mai cacciare!-. Non era un discorso inventato sul momento solo per farlo sentire meglio. Veniva direttamente dal cuore.
Silver si asciugò gli occhi con le mani e la strinse fortissimo a sé. Dopo un po' cominciò a parlarle -Ti voglio bene, Francine. Tu non sai quanto. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata in questa vita dannata.-.
La ragazza sorrideva. Non riusciva a credere che lo scorbutico, polemico e urlante John Silver fosse capace di tali manifestazioni di affetto. Ma l'uomo non aveva ancora finito -E qualunque cosa succeda non permettere mai più a nessuno di farti sentire sbagliata perché sei tutto tranne che quello. Lo capisci?-. -Penso di sì...- mormorò lei, troppo impegnata a sorridere e a godersi l'abraccio.
-E ti giuro, possa un asteroide colpirmi, che non smetterò mai, mai e poi mai di essere fiero del mio Piccolo Miracolo.-.

Ci Sono Anch'IoOnde histórias criam vida. Descubra agora