Macchiato Di Rosso

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Jim ci mise alcuni secondi a capire cosa fosse successo.
L'unica cosa che riusciva a realizzare era che Franky era corsa verso di lui, saltandogli addosso e facendolo cadere a terra.
Aveva battuto la faccia contro la sabbia e aveva ancora le orecchie devastate dal rumore assordante scatenatosi pochissimo tempo prima. Lui conosceva quel rumore, ma non capiva esattamente da dove provenisse. Sembrava... il rumore di uno sparo.
-Ma cosa... Franky...- il ragazzo si girò, cercando di capire dove fosse finita l'amica.
E la vide.
Era lì, a poco più di un metro di distanza, stesa a terra con la faccia rivolta verso il suolo. Jim non se ne accorse subito, ma dopo un po' che la guardava notò che la sabbia sulla quale la ragazza poggiava la zona dell'addome era colorata diversamente rispetto a tutta quella rimanente. Colorata di un vivace colore rosso.
-No...- il castano si alzò, prima mettendosi seduto e poi a gattoni, avvicinandosi velocemente a lei.
Ma, appena la prese per i fianchi e la girò verso di sè, ebbe una terrificante sorpresa: il colorito rosso acceso della sabbia era causato da del sangue, che per la precisione fuoriusciva dal fianco di Francine, da un punto ben contrapposto da un buco nella maglietta che penetrava fin sotto la pelle.
Un foro di proiettile.
-NO!- tutto ciò che lui poté fare fu gridare e guardarsi freneticamente intorno per capire chi o cosa avesse sparato. Dopo un po' il suo sguardo fu catturato da un qualcosa che scintillava da dietro un ciuffo di quelle che sembravano felci: la canna di un fucile che, se Francine non lo avesse spinto via, avrebbe colpito Jim dritto al cuore, uccidendolo all'istante. L'ultima trappola non ancora scattata, molto più subdola e precisa delle altre.
-Franky... FRANKY! Franky, no!- ricominciò a urlare il ragazzo, scuotendola per le spalle in attesa di un segno di vita. Non riuscendo a cacciare indietro le lacrime, chiuse gli occhi e appoggiò la fronte su quella dell'amica. Ad un certo punto lei sembrò muoversi tra le sue braccia, aprendo pian piano gli occhi verdi e cercando di capire cosa stesse succedendo.
-Jim...-.
Il ragazzo alzò bruscamente la testa, sentendo sussurrare il suo nome. Strabuzzò gli occhi e guardò l'amica in faccia, che aveva uno sguardo dolorante ma confuso allo stesso tempo.
-Franky! Perché... perché l'hai...- prese a balbettare lui, con gli occhi arrossati dalle lacrime.
Lei lo interruppe, cercando di alzare la voce per quanto le fosse possibile -Jim, stai bene? Sei ferito?-. -Se io sto bene??? Franky, tu stai... stai...- il povero Jim non riuscì a trovare il coraggio e la forza necessaria per pronunciare la parola "morendo", quindi riprese ad urlare -Perché? Perché l'hai fatto, Franky? Non... non dovevi farlo!-. -Oh, non lo so...- rispose lei, cominciando incredibilmente a ridacchiare -Magari perché ho una cotta per te?-.
Il sedicenne ebbe come un tuffo al cuore. Lei quella frase gliel'aveva già detta, poche ore prima. Sulla nave. Quando lui aveva avuto l'idea di partire per quella missione, ignorando del tutto i tentativi dell'amica di persuaderlo, affinché non rischiasse la vita.
Ma adesso era LEI quella che stava rischiando la vita. E solo perché lui era stato talmente stupido da voler partire comunque.
-Oh, Franky... io, io non...- Jim prese a boccheggiare, accorgendosi solo in quel momento di avere le maniche della camicia sporche di sangue. Del sangue della sua migliore amica, che si era appena beccata un proiettile solo per salvargli la vita.
-Ehi... è solo un buco, tranquillo!- lei, sotto gli occhi increduli del ragazzo, si mise in ginocchio senza evidenti segni di dolore -Non è grave... sarebbe potuta andare molto peggio.-.
-No che non sarebbe andata... Franky, sono uno stupido, io...- ribatté lui, venendo interrotto nuovamente dalla castana -Ehi, tu stai bene, giusto? È quella la cosa più importante, per me...- e detto questo cercò di asciugargli le lacrime con il pollice, lasciandogli però una striscia di sangue sulla guancia destra. -Ooops... ora sembri uno di quei rivoltosi che si sporcano la faccia con la vernice rossa!- lei iniziò a ridacchiare, avendo però una fitta al fianco che per un po' minacciò di farla crollare di nuovo a terra, se non fosse stato per il sostegno datole da Jim con le mani sulle spalle.
-Franky, non continuare a far finta che vada tutto bene... hai bisogno di aiuto, adesso. Aspetta, ti aiuto ad alzarti...- lui le mise un braccio attorno alle spalle e uno sui fianchi, che però lei rifiutò bruscamente -Ce la faccio da sola, Jim! Non preoccuparti, è... è tutto ok!- e detto questo, un po' a fatica, si alzò in piedi, fece dietrofront e si avviò verso il punto d'incontro.
Dopo pochissimo tempo, però, venne fermata da qualcosa.
Senza che potesse trattenersi prese a tossire, coprendosi la bocca con le mani. La consapevolezza della gravità della situazione, però, arrivò quando, ritraendo l'arto, lo scoprì macchiato di rosso a sua volta. Fu in quel momento che iniziarono le traveggole e la sensazione di non riuscire a respirare. La vista e l'udito furono offuscati e dopo tutto diventò buio.
-FRANKY!!!-
Il ragazzo si lanciò e riuscì a prenderla al volo prima che battesse la testa contro la sabbia. Ricominciando a guardarla, sperò che si risvegliasse di nuovo, che riuscisse a parlare di nuovo... ma non fu così.
Fu proprio allora che il povero Jim cedette, smise di trattenersi e scoppiò a piangere, con il cuore che andava in pezzi.
-JIMBO!!!-
Il rumore dei rami spezzati, delle foglie che venivano scostate e della voce di Silver gli fecero alzare lo sguardo. 
Il resto della ciurma doveva essere accorso sul posto al rumore dello sparo, temendo per la salute del giovane.
La vista della figlia sanguinante, priva di sensi e tra le braccia del ragazzo fu devastante per il vecchio cyborg. Smise di parlare, di emettere alcun suono e anche quasi di respirare.
Pure i suoi occhi si riempirono di lacrime, senza alcuno sforzo da parte sua di cacciarle indietro.
-Silver...- Jim lo guardò, boccheggiando -Silver, lei sta... sta... AIUTATEMI!-. Alcuni dei marinai corsero subito verso di lei cercando di capire quanto grave fosse la situazione. Wiggins le misurò il polso, constatando che era ancora viva ma che bisognava muoversi subito.
-Portiamola in infermeria durante l'escursione della Squadra B. Ci penserà il medico di bordo.- sentenziò Hammond, facendo per prenderla in braccio.
-NO!- gridò Jim, ritraendo il corpo della ragazza, alzandosi in piedi e sollevandola da terra -No, a lei... a lei ci penso io.-.
Così si avviarono verso la nave. Jim tenne in braccio Francine per tutto il viaggio di ritorno, non smettendo di piangere e di guardarla in faccia. Ok, d'accordo, sapeva benissimo che a volte la sua amica poteva essere testarda, irragionevole e spericolata, ma... ma non fino a quel punto! Se era disposta a morire solo per salvare la vita del ragazzo allora... allora lo amava veramente tanto.
Poche ore dopo, il giovane si ritrovò davanti alla cabina del medico di bordo, seduto su uno scomodissimo cumulo di funi, alla sua sinistra, su una rudimentale panchina di legno, stava John Silver, con il volto sepolto nella mano sana. Non aveva proferito parola da quando aveva visto la figlia a terra, priva di sensi e in un lago di sangue. Nessuno dei marinai, neanche Jim, l'aveva mai visto così.
-Pensi che ci vorrà tanto?- la voce del fanciullo lo fece sobbalzare, alzando lo sguardo e rivelando l'occhio umano umido e gonfio. -Non lo so, Jimbo... il medico ha detto che il proiettile non è un comune proiettile laser, ma uno di metallo. Uno di quelli indicati per una morte lenta e dolorosa. Quel figlio di dama di porto sapeva bene come proteggere il suo tesoro, diamine!-.
-Pensi che lei...- il ragazzo continuava ad avere problemi nel pronunciare quella fatidica parola, ma alla fine si fece coraggio e terminò la frase -Pensi che lei morirà?-.
-Non lo so, Jim...- rispose il pirata -Mi sembra incredibile che sia successo questo... solo ieri era vivace, intrepida, piena di voglia di fare e di vivere... e adesso è lì dentro...-.
Il giovane a quel punto sentì gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime -Ed è tutta colpa mia...-. -No, Jimbo. Non dirlo neanche per un istante.- lo zittì l'uomo -Sono io che sono voluto partire per questa assurda missione suicida, io che non le ho impedito di salire sulla barca...-. -Non sarebbe salita sulla barca se io non ci fossi salito per primo... e non si sarebbe fatta sparare solo per salvarmi la vita...- insistette Jim -E tutto quello che sono stato capace di fare è stato ferirla, urlarle addosso e... e farla uccidere solo per l'essere stato un idiota totale...-.
Silver in quell'istante capì cosa doveva essere successo tra i due. Francine lo aveva trascinato dentro quella stanza per dissuaderlo, per impedirgli di rischiare la vita. Poi lui le aveva risposto a tono e lei a quel punto, presa da un attacco di rabbia, aveva tirato fuori un segreto che avrebbe sconvolto Jim nel profondo.
-Jim... cosa vi siete detti, prima, in cambusa?- il tono del cyborg era a metà tra il curioso e il preoccupato. Il castano seppellì il viso in entrambe le mani, singhiozzò e disse -Ha detto di amarmi.-. -Oh...- Silver distolse lo sguardo. Non era niente di così sconvolgente, almeno sotto il suo punto di vista. -E io sono stato un lurido idiota, n lurido idiota completamente cieco per sei lunghi anni. Lei voleva che fossi io a fare la prima mossa, e invece... sono stato l'ultimo ad accorgersene...-.
-Suvvia, Jimbo, non è necessario che ti prendi la colpa per una cosa così... siete ragazzi, è normale che non abbiate una concezione concreta di cosa sia l'amore... neanche io l'avevo, quando l'ho lasciata da sola con Abigail...- cercò di rassicurarlo Silver, mettendogli un braccio attorno alle spalle.
-Non hai sentito il peggio...- Jim si scostò velocemente dall'abbraccio dell'uomo, evitando di guardarlo negli occhi, più che altro per vergogna -Silver, io... penso di essermi innamorato di lei.-.
Il pirata lo guardò, con una risata malinconica -Beh... questo adesso la farebbe arrossire oltre l'inverosimile!- prese una pausa per ridacchiare, e poi chiese -Da quanto? È successo durante questo viaggio?-.
-No...- il ragazzo non la smetteva di piangere, pur provandoci -Io... io penso di esserlo sempre stato, ma... ma di essermene accorto solo adesso. Per tutti questi anni l'ho sempre ammirata tantissimo, come persona, come ragazza, come amica... ho sempre pensato fosse ammirazione, ma adesso... ecco perché non ho mai voluto avere una ragazza, ecco perché non mi sono mai voluto innamorare... perché ero già innamorato di lei.-.
-L'importante è che tu te ne sia accorto, Jimbo... e sono sicuro che appena si sveglierà sarà contentissima di saperlo.- Silver sorrideva, pur essendo ancora distrutto per le condizioni della figlia.
-E se non si svegliasse mai più?- Jim iniziò a gridare, preso dalla disperazione -Se adesso lei morisse lì dentro io non potrei mai dirle la verità, non potrei mai più rivederla, lei...- -Jimbo, JIMBO! Calmati, per tutti i fulmini!!!- il cyborg prese a scuoterlo per le spalle, guardandolo dritto negli occhi -Lei non morirà, va bene? Lei starà bene, si sveglierà, potrà ricongiungersi alla sua famiglia e tu potrai dirle quello che provi, sono stato chiaro?-.
Lo sguardo del fanciullo sembrava quello di un cucciolo bastonato, così Silver allargò le braccia e lo strinse a sé -Andrà tutto bene... andrà tutto bene, te lo prometto...-.
L'abbraccio fu interrotto bruscamente dal medico di bordo, che in quel momento uscì dalla cabina con il camice tutto sporco di sangue.
-Ebbene?- chiese il capitano, col fiato sospeso. Il cuore di Jim parve fermarsi, in attesa del verdetto che avrebbe sancito se avesse potuto ricominciare a battere o meno.
-Beh, vostra figlia è un maledetto osso duro, Silver!- annunciò il dottore -Ha perso moltissimo sangue ma se la caverà, datele tempo un paio di settimane e sarà come nuova!-.
Il ragazzo seppellì nuovamente la faccia nelle mani, ricominciando a piangere. Ma stavolta non un pianto di tristezza. Bensì un pianto di gioia. -Grazie, McGrew.- ringraziò Silver, decisamente sollevato -Lei come sta adesso?-. Il medico rispose -Sta dormendo. Sarà un po' spossata per l'operazione, vi consiglio di non svegliarla. Se volete visitarla vi consiglio di andare uno alla volta...-. -Perfetto. Vai tu, Jimbo.- sentenziò ol pirata. Jim voltò bruscamente lo sguardo verso di lui -Cosa? No! È tua figlia, Silver! Sei tu che devi andare per primo...-. -Se adesso non entri subito da quella porta sarai costretto a pulire e svuotare le latrine fino alla fine del viaggio, sono stato abbastanza chiaro?- sbraitò Silver, con un sorriso sulla faccia. Pure il ragazzo sorrise, sghignazzando -Cristallino.-.
Detto questo entrò dalla porta.
Francine era sdraiata su un lettino, con la faccia rivolta verso i soffitto e le mani giunte al petto. Jim, per un secondo, si fermò a controllare se respirasse, così per avere la certezza che fosse veramente ancora viva. Dopo averlo verificato, sospirò e iniziò a parlare -Però... non sei messa granché bene, eh? Io e tuo padre ci siamo preoccupati parecchio per te.-. Man mano che parlava si avvicinò alla ragazza -Mi dispiace che sia dovuta andare così... non avresti dovuto rischiare così tanto per un dannato cretino come me...-. Prese un piccolo sgabello di legno, lo posizionò accanto al letto e ci si sedette sopra, non staccando mai lo sguardo da quello della ragazza. -Ed è tutta colpa mia. Per tutto quanto. Avrei dovuto accorgermi prima di quello che provavi per me. Ti avrei risparmiato un sacco di sofferenze.-. Sospirò. Non era certo di volersi esternare così tanto, forse per orgoglio o forse per la vergogna per come si era comportato. Fatto sta che dopo un po' si decise, le strinse forte la mano e continuò -Quello che hai fatto è la cosa più sbagliata che potessi fare... ma ora so che è per una giusta causa... una causa che ora credo di capire. So che adesso non puoi sentirmi, e non vedo l'ora di dirtelo seriamente, ma...- e detto questo si avvicinò a lei, le diede un leggero bacio sulla fronte e le sussurrò qualcosa all'orecchio, come al voler mantenere la cosa intima tra loro due.
-Io ti amo...-.

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