Franky

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-VELOCE, FRANKY, VELOCE!!!-.
Come da copione, James Pleiades Hawkins stava correndo via. In che guaio si era cacciato? Boh! Ormai nessuno sapeva più cosa aspettarsi da lui. O, meglio, QUASI nessuno.
-JIM, ASPETTA!!!- il giovane era seguito da una ragazza sua coetanea, con i capelli marroni solcati da alcune righe bionde tutti spostati in faccia.
-Mi ucciderai se continuerai a correre così!- si lamentò lei, dopo averlo finalmente raggiunto dentro l'hangar in cui era conservato il surf solare di Jim ed essersi appoggiata a peso morto sul muro, in preda al fiatone. -Oh, andiamo, Franky!- Stavolta si erano infilati nella centrale della polizia per recuperare il surf del ragazzo, sequestrato per l'ennesima volta. -Se vuoi farti prendere dagli sbirri tanto vale che ci vai incontro!- ribatté lui, mettendosi accanto alla ragazza.
Francine Lauren Blain, nota ai più come Francis o, solo per il ragazzo, Franky. La migliore amica di Jim da quando entrambi avevano dieci anni, ovvero quando lei si era trasferita con la madre su Montressor. Ormai di anni ne erano passati cinque, ma la loro amicizia era rimasta tale e quale. I due erano diventati inseparabili. In ogni guaio in cui Jim si ficcava, ci si ficcava automaticamente anche lei. E spesso e volentieri non era neanche colpa sua. Il fatto era che non voleva lasciare da solo il suo migliore amico. Sapeva bene cosa era successo tra lui e suo padre e allora lei aveva deciso di fare del suo meglio per non farlo sentire male, anche se aveva l'impressione di non riuscirci, viste le sfuriate che molto spesso Jim faceva con lei. Ma del resto anche lei non aveva la migliore delle vite. Anche sua madre era sola da tanto tempo, il signor Blain era partito per un viaggio su una nave mercantile e non era più tornato indietro.
-Un momento... tanto vale che ci vai incontro... INCONTRO...- rifletté il ragazzo, e sul suo volto si formò un ghigno che la ragazza conosceva fin troppo bene. Quel ghigno significava che lui aveva appena avuto un'idea. Quel ghigno significava guai.
-Oh no. Oooooh no. Ogni volta che fai quella faccia poi finisce male.- commentò lei, preoccupatissima. Il ragazzo le sorrise, le porse una mano e la rassicurò -Non questa volta. Vieni!- e detto questo la fece salire sul surf e lo mise in moto. -Eccoli lì!- sbraitò una delle guardie robot puntandoli con un dito. Sapevano che i due ragazzi erano lì da quando erano entrati, in pratica. Ecco perché Jim correva così velocemente. -Vi ordino di fermarvi immediatamente!- disse il suo collega. Per tutta risposta Jim controllò che le braccia dell'amica gli fossero ben assicurate attorno alla vita e schiacciò il pulsante dell'acceleratore al massimo. I due poliziotti si scansarono rapidamente di lato nel tentativo di non venire investiti e il ragazzo indirizzò la punta del surf verso il cielo, gridando -WOOOOHOOOO!-. Anche l'amica gridava, solo che il suo era un grido di terrore -AAAAAAAAAAAH!! RALLENTA, RALLENTA!!!- e detto questo strinse ancora di più la presa sul corpo di Jim per paura di cadere giù. -Sei sempre la solita!- rise lui, mentre scansava un paio di guardrail che segnavano il confine tra la strada e un cantiere. E così, metti per noia o per far spaventare un pochino la ragazza, si cimentò in virate all'ultimo secondo, salti e piroette intorno ai macchinari che stavano scavando nella roccia. Quando si voltò un secondo a vedere come stesse, vide che Francine era bianca cadaverica. -Ti senti bene?- chiese il ragazzo. -Ma sì, figurati! Questo è il mio colorito naturale, prima ero solo un po' abbronzata! FAMMI SCENDERE, IDIOTA.- ribatté lei, cercando di contenere l'impulso di vomitare. -Uffa, come sei pesante!- Jim rise e, dopo un ultimo giro della morte, scese fino a terra, parcheggiò il surf in un vicolo nascosto dalla strada principale. -Ah... adesso muoio...- mugugnò Franky, appoggiando la schiena a peso morto sul muro -Non fare... puff... mai piu... puff... una cosa simile! Pant...- aggiunse poi, sbuffando. Il ragazzo la guardò con un sorrisetto canzonatorio. Era molto magra per essere una ragazza di quindici anni. Quel giorno indossava un paio di calzoncini da maschio, una maglietta a maniche corte beige e un maglione bianco a strisce annodato alla vita a mo di cintura. Gli occhiali viola continuavano a caderle sul naso a causa del sudore in faccia. Dopo poco l'amico notò che la sua gamba sinistra era solcata da un taglio e che un rivolo di sangue le era sceso fino a sporcarle il calzino. Ma non si spaventò: una delle cose che la ragazza era più brava a fare era perdere sangue. -Che femminuccia!- commentò poi Jim. -Beh, fino a prova contraria io SAREI una femminuccia, al contrario del genio supremo provvisto di cromosoma Y qui presente.- sbraitò lei, mentre continuava ad ansimare. -Femminuccia e pure pappamolla!- continuò a prenderla in giro lui. Allora la ragazza decise di passare all'artiglieria pesante -Parla quello che non riesce mai a fare qualcosa senza essere beccato!-. Jim per tutta risposta alzò le spalle e rispose -Touché, signorina Blain. La prossima volta mi assicurerò di lasciarla agli sbirri al posto di salvarle le chiappe come sempre!-. Francine gli fece una linguaccia e disse -Ahahaha, spiritoso. Comunque, signor Hawkins, io la prossima volta non andrei a fare surf in un cantiere. Se poi si ritrova con una gamba di meno non dica che non l'avevo avvertita!-. L'amico sorrise e rispose -Tutto sotto controllo.-.
Era uno dei caratteri principali della loro amicizia. Più si insultavano a vicenda e più si volevano bene.
NINONINONINONINO
-Oh no... ecco gli sbirri- esclamò Francine, spaventata -Certo che anche tu dovevi proprio parcheggiare il surf che hai appena sequestrato dalla centrale di polizia in un vicolo cieco???-. -Se avevi in mente un posto migliore perché non me l'hai detto mentre eravamo in volo???- ribatté lui, agitato. -Chissene frega adesso del volo!- sbraitò lei -Potrebbero anche essere altri agenti, dobbiamo trovare un modo per distrarli.-. E così entrambi si spremettero le meningi fin quando Jim non alzò lo sguardo e disse -Ehi, Franky. Diversivo?-. -Diversivo.- rispose lei, sorridendo. Lo dicevano ogni volta che dovevano metterlo in atto.
Di lì in poi fu questione di secondi. Jim si mise di fronte a lei, le posò due mani sulle spalle, la tirò verso di sé e le coprì le labbra con un bacio. La ragazza strabuzzò gli occhi e le ci vollero almeno dieci secondi per rendersi conto di cosa stava succedendo. Poi capì l'antifona e chiuse gli occhi, cercando di rendere la cosa il più realistica possibile agli occhi dei poliziotti. Dopo pochi minuti gli agenti se ne andarono e Jim si staccò dalla faccia di Franky. Era arrossita di brutto e non riusciva a tirare fuori una frase di senso compiuto e quindi si spostò una mano sulla nuca e spiegò -Scusami... non mi è venuto in mente niente di meglio.-. Per tutta risposta l'amica sorrise, gli tirò un pugno sulla spalla e commentò -Sei proprio un idiota.-.

-JAMES PLEIADES HAWKINS!!!!- Jim non ebbe neanche il tempo di varcare la soglia del Benbow Inn che qualcuno lo prese per un braccio e lo trascinò dentro. Altri non era che Sarah Hawkins, la madre di Jim. -Ahia, mamma! Piano!- si lamentò lui, cercando di far allentare la presa che la donna stava esercitando sul suo braccio. Ad un certo punto lei si fermò. Erano arrivati in una saletta con due poltrone, su cui una era seduto il dottor Doppler che sputò una sorsata di tè dato il trambusto improvviso causato da Sarah. -Jim, stamattina un agente di polizia è venuto fin qui chiedendo personalmente di me. Tra tutti i guai in cui potevi cacciarti, come se già non fossero abbastanza, ti sei pure dovuto infiltrare nella centrale di polizia E hai dovuto aggredire due pubblici ufficiali???- gridò la donna, su tutte le furie. -Mamma, c'era un motivo se l'ho fatto, credimi!- ribatté lui, strofinandosi il braccio dolorante. -Oh, certo! Uno stupido surf mi sembra un motivo più che valido per irrompere nella centrale e rischiare quasi il carcere!- disse allora lei, con tono falsamente comprensivo. Non poteva scegliere un aggettivo peggiore di "stupido" in presenza di Jim. -NON È UNO STUPIDO SURF!!! È...- cercò di ribattere il ragazzo, ma la voce di Franky li interruppe -Jim? Signora Hawkins? Tutto be...- ma non fece in tempo a finire la frase che venne circondata dall'abbraccio della madre del suo amico -Oh, santo cielo, Francine! Stai bene! Tua madre è stata così in pensiero per te!- e così mise le mani sotto al mento della ragazza -Ti ha coinvolto di nuovo, non è vero?-. -No, no! Io...- cercò di ribattere la ragazza, venendo poi interrotta -Buon Dio, a volte mi chiedo come tu faccia a frequentarlo ancora.-. -Signora Hawkins, io...- balbettò Francine, bloccandosi bruscamente alla vista della faccia di Jim: un misto tra rabbia, disprezzo e odio. Il ragazzo guardò così lei e la madre per sei secondi buoni, poi salì le scale fino in camera sua e sbatté sonoramente la porta. -Mi scusi un secondo...- Francine si scostò educatamente dalla presa di Sarah e salì le scale come una forsennata.
-Jim?- mormorò la ragazza, aprendo la porta e sbirciando dentro. Il suo migliore amico era seduto sul suo letto con una mano sulla faccia. Lui alzò lo sguardo, constatò che era lei e mugugnò -Ehi. Ciao. Ti ha mandato mia madre, vero?- e detto questo si alzò in piedi -Sembra proprio che preferirebbe di gran lunga te come figlia, non trovi?-. Ma, appena finita la frase, si ritrovò le braccia di Francine a circondargli la schiena. -Mi dispiace... tantissimo. Io non volevo che..... per favore, non odiarmi. Non volevo che ti sentissi rimpiazzato per colpa mia. Ti prego... ti prego, scusami.- dalla voce della ragazza si intuiva benissimo che stava cercando di nascondere le lacrime. Jim era scioccato. Non sapeva nemmeno perché prima voleva farla sentire in colpa, ma era del tutto pentito della frase che aveva detto. -Non fa niente... tranquilla, non è stata colpa tua. Sono io che ti ho voluto coinvolgere.- cercò di rassicurarla lui, stringendola forte. -Ma io ti ho voluto seguire. Insomma... perché mai mi sarei dovuta perdere il divertimento?- ridacchiò lei, ritornando la vecchia e sarcastica Francine Blain.
Anche Jim rise, e le disse -Grazie, Franky. Sei la migliore amica che si possa desiderare.-.

Ci Sono Anch'IoWhere stories live. Discover now