Il Messaggio

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Passò un anno.
Per Jim le cose cambiarono in maniera esponenziale. I corsi all'Accademia Interstellare andavano a gonfie vele: i compagni di classe erano per la maggior parte simpatici (fatta eccezione per i classici snob con la puzza sotto al naso), le lezioni erano interessanti e si sentiva di poter fare davvero la differenza. Invece Francine non fu altrettanto fortunata: la madre, alla richiesta di lei di essere anch'essa iscritta all'Accademia, non solo perché c'era anche Jim ma perché era da sempre che voleva andarci, si era rifiutata categoricamente e aveva attaccato con la solita solfa: "Sei una ragazza, non un ragazzo. E in quanto ragazza comportati come tale!". E, ciliegina sulla torta, l'aveva iscritta ad un istituto esclusivamente femminile dove le professoresse erano severissime e la riempivano di compiti a casa. -Lo schifo dello schifo!- aveva detto a Jim appena finito l'ultimo giorno di scuola e ritrovatosi nella camera dell'amico nel nuovo Benbow Inn. La faccenda di non essere più in classe insieme non gli era dispiaciuta più di tanto, dato che comunque vivevano a un tiro di schioppo l'uno dall'altra. Le lezioni però erano diventate molto più pesanti, ma c'erano comunque i pomeriggi per recuperare. Il ragazzo, al racconto dell'amica, protestò -Comunque tua madre si sbaglia! l'Accademia non è solo per ragazzi! Ci sono anche delle ragazze! Certo... una o due per classe, ma comunque ci sono!-. Francine curvò la bocca in un ghigno furbetto e chiese -E nella tua quante ce ne sono?-. -Una sola, una certa Kate.- rispose lui, chiedendosi dove la sua amica voleva andare a parare. -E ci hai provato con lei?- fu la domanda della ragazza, che ormai aveva un sorriso sadico che andava da un orecchio all'altro. Jim per tutta risposta assunse un ghigno schifato e fece finta di vomitare -Macché, quella secchiona??? Manco se mi pagano oro! Sai cosa mi ha detto quando me l'hanno rifilata come compagna di progetto?-. La ragazza rise e chiese -Avanti, rendimi edotta.-. A quel punto il ragazzo cominciò a fare una buffa imitazione di una voce fastidiosamente squillante -"La sai una cosa, Hawkins? Trovo che gli adolescenti che indossano gli orecchini dimostrino una scarsa virilità oltre ogni immaginazione! Inoltre penso che il tuo taglio di capelli sia talmente stravagante da risultare ridicolo!"- e per valorizzare la sua scenetta iniziò anche a cimentarsi in movimenti veramente poco maschili che fecero scoppiare Francine a ridere come una iena -Che bastarda! Non si deve neanche permettere di criticare il tuo taglio di capelli! Dopo tutte le volte che ho dovuto rifarti il codino!- a questo punto scoppiò a ridere anche Jim. -E personalmente penso che l'orecchino ti stia benissimo, quindi la prossima volta che la vedi chiamami che così le tiro un pugno!- continuò la ragazza, facendogli l'occhiolino. -Altro che tirarle un pugno, tu la uccideresti!- aggiunse il castano, asciugandosi le lacrime che gli erano scese mentre rideva.
Dopo un minuto buono di risate a caso fu Jim a chiederle come andasse a scuola. -Hai pesente quando le ragazze in classe nostra mi prendevano in giro dicendomi che sembravo un ragazzo? Ecco, qui è peggio. Non c'è un solo ragazzo in tutta la scuola, neanche un professore! Ma comunque gli rispondo lo stesso, e ho anche trovato un paio di ragazze che come me preferiscono l'avventura!- gli raccontò Francine. -Beh, dai! Allora non è andata così male!- commentò il suo amico, tirandole una pacca sulla spalla. Lei per tutta risposta gliene tirò una più forte e rispose -Già. Ma sono contenta che sia finita. Se mia madre mi ci iscrive un altro anno giuro che scappo di casa e me ne vado su Procyon!!!- e di nuovo iniziarono entrambi a ridere. Era proprio quello che ci voleva: una bella chiacchierata piena di risate.
In quel preciso momento, senza che nessuno dei due se lo aspettasse, qualcosa si schiantò sulla finestra, mandando il vetro in frantumi e atterrando sul pavimento. Jim, dopo essersi ripreso dall'infarto, prese in mano l'oggetto e si avvicinò alla finestra: uno strano esserino con le fattezze di una rana lo notò e gli gridò -Con gli omaggi del signor Silver! E scusa per la finestra!!!- e corse via prima che il ragazzo potesse avere il tempo di rispondere. Dopo due secondi trascorsi a fissare il punto in cui prima stava lo strano messaggero, poi abbassò lo sguardo sull'oggetto che aveva superato il vetro della sua finestra: una sfera. Una piccola sfera dorata ricoperta da solchi a volte lineari e a volte a forma di cerchio. La mappa del tesoro? Ma no, non era possibile! Era molto più grande di quella sfera che aveva in mano. E poi il Pianeta Del Tesoro era stato distrutto...
-Jim! So cos'è! È un registratore di ologrammi!- gridò Francine, che aveva intravisto l'oggetto che l'amico teneva in mano. Il ragazzo tornò a sedersi accanto a lei e commentò -Non ne ho mai visto uno così, non è come i nostri...-. -Perché questo è una registrazione, i nostri servono per chiamare. Anche la forma è diversa, vedi?- rispose la ragazza, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un rettangolino che sembrava vetro verde. Erano un'invenzione che avevano ideato insieme lui e il dottor Doppler, solo Jim e Franky ne avevano uno. -Devi solo premere il pulsante lì sulla cima.- spiegò poi lei. Il castano la guardò incuriosito e le chiese -Come fai a sapere come funziona?-. -Ne ho uno anche io, me l'ha mandato un mio parente.- disse lei, tirando fuori una sfera identica a quella di Jim dalla borsa. Il ragazzo la guardò e fece per prenderla, quando la ragazza ritrasse la mano e rimise la sfera nella borsa -No. È una cosa privata. Scusa, Jim.-. Lui la fissò per un secondo, curioso. Chissà cosa c'era nel suo messaggio. Poi però preferì cambiare argomento -Cos'è che aveva detto quel tale? "Con gli omaggi del signor Silver"... in che modo dovrebbe centrare lui?-. -Magari perché è da parte sua, genio???- ridacchiò Francine, tirandogli un pugno sulla spalla.
Jim non sapeva se essere scioccato, euforico o malinconico. Era davvero da parte di Silver? Un anno era trascorso da quando lo aveva lasciato scappare a bordo di quella scialuppa. Non voleva ammetterlo, ma gli mancava da morire quella vecchia canaglia. Il che era buffo... insomma, come può mancarti una persona che ha cercato di ucciderti? Ma lo aveva detto anche Silver che lo adorava..... -OOOH! Ictus! Mi stai ascoltando?- la voce di Francine lo riportò alla realtà -AHEM! Dove... cosa... come?-. La ragazza per tutta risposta cominciò a ridere e ripeté quello che aveva detto -Ho detto di accenderlo! Così almeno scoprirai cosa ti vuole dire Silver!-. Jim non poteva essere più d'accordo. Così prese coraggio e, col cuore che gli batteva all'impazzata, premette il pulsante sulla cima. La sferetta si aprì lasciando fuoriuscire uno sciame di scintille verdognole, il che gli portò in mente la mappa. Per poco non gli venne un coccolone quando le suddette scintille presero la forma del vecchio cyborg, con arti robotici, occhio e orecchio cibernetico, insomma, tutto. Jim era sconvolto. Dopo un anno che non lo vedeva, lui gli aveva mandato un messaggio??? Non ci poteva credere. Ma la sua incredulità salì quando il piccolo ologramma cominciò a parlare:

-Ciao, Jimbo.
Un anno che non ci si vede, eh? Come stai? Tutto a posto? Tua madre ha già ricostruito la sua locanda?
Ma ora parliamo di cose serie: ti piacerebbe tornare sopra coperta? Ho saputo di un altro pianeta che a quanto pare nasconde un tesoro grande quasi come quello di Flint. Ti propongo una nuova avventura, ma questa volta non come mozzo. Ho reclutato una ciurma, ma nessuno è in grado di tenere in mano un timone in maniera decente. È per questo che ho mandato questo messaggio a te. Se sai usare un timone come hai saputo guidare quella scialuppa, allora te la caverai alla grande! Per registrarti vieni all'osteria Hook, giovedì sera alle 21. Finalmente avrai veramente l'occasione di far splendere le tue vele.
Beh, che altro dire? A presto, Jimbo mio!.

E detto questo l'esile figura scomparì di nuovo nella sfera. Se prima Jim era sconvolto, dovevate vederlo adesso. Aveva la bocca aperta e gli occhi spalancati, non riusciva a tirare fuori nulla di sensato e Francine notò che aveva persino le lacrime agli occhi. -Jim?- lo chiamò una prima volta, poi vide che non le rispondeva e gli gridò -JIM!!!-. Lui si rese conto della cosa e, dopo aver annaspato un po', la fissò dritto dritto in quei grandi occhi verdi -Lui... lui... mi ha offerto un lavoro come timoniere, ti rendi conto?-. -Sì!- la ragazza era sovreccitata -Tra migliaia di candidati possibili ha scelto proprio te!-. -Ma... io... io... sono solo un ragazzo, ce ne saranno a milioni più bravi di me...- il castano era a metà tra il confuso e il frustrato. L'amica, per tutta risposta, alzò gli occhi al cielo e si mise a dargli dei pugnetti sulla testa -SVEGLIA!!! Lo ha chiesto a te perché anche tu gli manchi ma non vuole ammetterlo!!! E poi... potresti avere l'occasione di portare a casa un altro po' d'oro!-. Francine aveva ragione. Ma... l'aveva passata quella fase, l'aveva detto anche lui... ma Silver gli mancava veramente, veramente tanto. Era stato il primo a prendere il ruolo di figura paterna nei suoi confronti dopo l'abbandono da parte del padre. In quel momento si decise che DOVEVA rivederlo, almeno un'ultima volta. Ma... e Franky? -Ma tu... che farai?- le chiese, preoccupato. -Tranquillo, io resterò qui ad aspettarti! Se sei sopravvissuto all'esplosione del Pianeta Del Tesoro che vuoi che sia un pianetino come quello?- sorrise lei, agitando la mano in un gesto di noncuranza. Jim sorrise e la abbracciò fortissimo -Ti ho mai detto che sei la migliore amica che si possa desiderare nell'intera galassia?-. Francine rispose, ridacchiando -Varie volte! Ma adesso ti conviene prepararti psicologicamente! Giovedì è oggi!-.
CAVOLO. Non se n'era neanche reso conto! Avrebbe rivisto Silver quel giorno stesso!!! Detto questo si mise le mani nei capelli e cominciò a blaterare in modo tale che dopo dieci secondi Francine fu costretta a mettergli una mano sulla bocca -Fermo, fermo, fermo! Qui la blateratrice per eccellenza sono io!-. In questa maniera Jim scoppiò in una risata nervosa.
Le 21 arrivarono in un lampo. Francine se n'era tornata a casa verso ora di cena, quindi aveva passato le tre ore rimanenti nell'ansia più totale. E ora si trovava lì, di fronte al portone dell'osteria, col cuore che gli martellava sulle costole. Aveva scelto di mettersi gli stessi vestiti dell'anno prima, così sarebbe stato certo che il vecchio pirata l'avrebbe riconosciuto. Prese coraggio, contò fino a tre e spalancò la porta entrando a passi lunghi. Mentre camminava per sbaglio travolse qualcuno, si girò di scatto per scusarsi e scoprì che si trattava di un ragazzino un po' più basso di lui avvolto in un cappotto un po' sdrucito e con i capelli coperti da una bandana rossa. -Tu sei Jim Hawkins, giusto? Quello che ha scoperto il Pianeta Del Tesoro.- gli chiese lui, fissandolo attraverso le lenti degli occhialoni da aviatore. -Sì, sono io. Scusami, sai dirmi dove posso trovare un certo John Silver?- rispose il castano, mordicchiandosi l'unghia del pollice. -Il capitano Silver? È là in fondo, guarda. Seduto a quel tavolo.- il ragazzo indicò un punto in lontananza con il dito. Jim, agitatissimo, si voltò verso il punto indicato e lo vide: non era cambiato per niente! Era proprio come lo ricordava!
E così prese l'ultima carica di coraggio, sospirò e si diresse a passi lunghi verso di lui. Durante il tragitto non poté evitare che un paio di lacrime gli solcasseo le guance. Silver parve accorgersi che qualcuno stava camminando verso di lui, si voltò, vide di chi si trattava e si alzò in piedi. Ormai i due si trovavano uno di fronte all'altro. Jim stava trattenendo a fatica la voglia di piangere, e anche il cyborg sembrava commosso. Quest'ultimo curvò la bocca in un sorriso e mormorò, allargando le braccia -Ciao, Jimbo!-.

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