Il Ritorno Di Jim

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TOC TOC!
Francine, che stava ancora dormendo, fu svegliata dall'insistente rumore delle nocche di una mano sulla porta di camera sua. -Svegliati, bella addormentata! È già tardi!- la voce inconfondibile di sua madre. La ragazza cacciò un verso di lamento e rituffò la faccia sul cuscino -MAMMA! Sono le sette e mezza del mattino di DOMENICA d'ESTATE. LASCIAMI DORMIRE.-. Il rapporto tra loro due non era mai stato molto dolce, quindi erano abituate a gridarsi dietro. Fortuna che Abigail ormai sapeva come comportarsi con sua figlia -Fa come vuoi. Poi però non ti lamentare se ti perdi il ritorno della Legacy!-. -COSA?!?!?!- gridò la ragazza, rizzandosi a sedere come se fosse appena stata colpita da un fulmine -LA LEGACY È TORNATA??? Ma doveva tornare tra due settimane!!!-. -E invece no, è già qui. Dai, vestiti, così potrai rivede...- la donna non fece nemmeno in tempo a parlare che la ragazza si era già alzata dal letto, aveva già ingurgitato un biscotto e aveva afferrato i primi vestiti che gli erano capitati a tiro: il suo maglione preferito a righe bianche e nere e un paio di calzoncini beige. -Aspetta, Francine!- le gridò Abigail -Mettiti almeno la gon...- ma troppo tardi. La ragazza era già scesa di corsa per le strade di Montressor. La donna la guardò sorridendo. Cavolo, quanto ci teneva a quel ragazzino.
Francine si fece tutto il tragitto da casa sua alla stazione dello spaziobus correndo, in modo da arrivare di fronte al guidatore con i due dobloni per il biglietto in mano e un gran fiatone. -Per lo... puff... per lo spazioporto... pant... per lo spazioporto di Montressor... arf...-. Il guidatore, un alieno bassissimo tutto peloso con due baffi rigogliosi gli lanciò un'occhiata stranita, afferrò i due dobloni e si lasciò sfuggire un -Andate a prendere qualcuno?-. -Sì, signore, il mio migliore amico.- annuì lei, trovando posto a sedere vicino ad un'anziana signora piuttosto grassa con la pelle verde e i capelli rosa confetto.
E così Francine trovò il tempo per riflettere. Durante quelle due settimane senza Jim si era sentita più sola che mai. Le mancava tutto di lui. Le mancavano le sue battutacce, le mancavano le sue acrobazie sullo skateboard, le mancava abbracciarlo più forte che poteva, le mancava piangere sulla sua spalla dopo che sua madre l'aveva rimproverata, le mancava rifargli il codino ogni volta che si rammolliva... le mancava lui. Le mancava Jim Hawkins. "Coraggio, Francine" pensò la ragazza "Sei vicinissima a lui, lo rivedrai oggi.". Poi, però, il pensiero che per quattordici giorni aveva cercato con tutta se stessa di cacciare dalla sua mente si ripresentò: e se invece non l'avesse rivisto? E se durante il viaggio fosse successo un guaio e il ragazzo fosse rimasto ucciso? La castana rabbrividì e le venne la pelle d'oca dappertutto. No, non poteva essere morto. Non il Jim che conosceva. Gliel'aveva detto anche lui, "Ce ne vuole per farmi fuori!". Ma la ragazza stava male lo stesso. Aveva paura che fossero state solo parole per rassicurarla. Che in realtà tutto sarebbe andato per il peggio. Era sempre stata una ragazza molto paranoica, e il ragazzo lo sapeva bene. Quando si cacciavano nei guai tendeva sempre ad esagerare e a tirare fuori ragionamenti che non stavano né in cielo né in terra. Ma comunque Jim molte volte rideva e la consolava vedendo come dava in escandescenze. La ragazza per un secondo sorrise pensando a tutte le volte che era successo e a tutte le risate che si erano fatti per quel motivo.
E insomma, troppo immersa nei pensieri fu riportata alla realtà dalla campanella che segnava l'arrivo. Di lì a poco avrebbe scoperto la verità. Scese precipitosamente dallo spaziobus e ricominciò a correre. Si fermò solo quando per sbaglio urtò una donna con una cuffietta e un vestito azzurro. Le ci vollero due secondi per rendersi conto che quella era la signora Hawkins. -Oh, mi dispiace tantissimo, signora Hawkins! Non volevo...- iniziò a scusarsi lei nervosamente, venendo interrotta dalla risata di lei -Però! Ne hai di energia! Comunque perché tu lo sappia Jim è tornato e sta bene. Adesso è indietro a prendere tutti i bagagli.-. Fu come una secchiata d'acqua gelida. Come al solito si era preoccupata per niente. Jim era lì. Di lì in poi fu questione di secondi. Francine ricominciò a correre come una forsennata, giunse alla Legacy, individuò Jim vicino alla passerella d'entrata, concentrò tutta la forza nelle gambe mentre le lacrime lottavano e vincevano contro l'orgoglio e saltò addosso al castano con gli occhi che facevano scendere due cascate -JIM!!! SANTO CIELO, AVEVO PAURA CHE NON TORNASSI PIÙ! AVEVO PAURA CHE FOSSE SUCCESSO QUALCOSA E CHE TU FOSSI...-. -Ehi, Franky! Anche io sono felice di vederti!- il ragazzo, dopo un iniziale spavento per essere stato travolto così all'improvviso, l'aveva stretta a sua volta e stava di nuovo ridendo per il buffo nervosismo della ragazza. Cominciò ad accarezzarle i capelli e a cercare di farla smettere di piangere -Che poi... non tornare più e rinunciare a darti fastidio? Quando mai?- e detto questo le fece anche una linguaccia. Franky si mise a ridere e si asciugò le lacrime con il dorso della mano, aiutata anche dal ragazzo -Mi sei mancato tanto.-. -Anche tu mi sei mancata.- rispose Jim, abbracciandola di nuovo. Mentre la abbracciava notò che la ragazza portava ancora la collana che lui le aveva regalato prima di partire. Questo gli strappò un altro sorriso. Entrambi volevano che il momento non finisse mai, e invece finì troppo presto e anche in maniera spiacevole: -AAAAAAAAAAAW!!! Che carini! Non mi avevi detto di avere una ragazza, Jimmy!- disse una voce dietro di loro. Entrambi arrossirono di botto e sciolsero bruscamente l'abbraccio trovandosi davanti un robot che li fissava con la bocca spalancata in un sorriso. -BEN!!!- gridò Jim, imbarazzatissimo. -Le storie d'amore a distanza sono così commoventi! Quando il ragazzo e la ragazza si ritrovano dopo tanto tempo mi viene sempre da piangere!- continuò il robot, pulendosi una goccia di olio dagli occhi. -Storie... COSA???- ribatté la ragazza, rossa come un peperone. -Però, Jimmy! È carina! Ottima scelta come fidanzata!- continuò BEN. -NON È LA MIA FIDANZATA!!!- gridò Jim, per metà imbarazzato e per metà infuriato. -Ah no?- chiese allora il robot. -NO!!! È solo il mio migliore amico!- ribatté Francine, imbarazzata quanto Jim. Ma BEN non voleva sentir ragioni, mise una mano sulla spalla di entrambi e continuò a blaterare -E dai, siete fatti l'uno per l'altra! Già me la immagino una coppia tra voi due, stareste benissimo!-. -QUALE COPPIA??? SIAMO SOLO AMICI!!!- gridò allora Jim tappando la bocca al robot, constatando che quella della sua amica era coperta da una mano e che le guance di lei erano diventate rosse oltre i livelli possibili e immaginabili. -Ehm... Franky... questo è BEN. BEN, questa è Franky.- li presentò, tenendo ancora chiusa la bocca dell'ammasso di ferraglia che aveva tra le mani. La castana per tutta risposta agitò la mano con un sorrisetto imbarazzato in faccia. Fu in quel momento che da dietro la spalla di Jim comparve una specie di nuvoletta rosa gelatinosa che si precipitò di fronte alla ragazza che si prese un colpo. -Cos'è questo affare?- ridacchiò poi, provando a toccarlo con un dito. Il cosetto rosa allora ripeté, con una vocina squillante -Cos'è questo affare?-, ridacchiò e prese le sembianze di una Francine in miniatura con tanto di dettagli come le ciocche bionde e gli occhi verdi. -Lui si chiama Morph. Cosa sia non lo so nemmeno io.- rise Jim, togliendo tutte e due le mani dalla bocca di BEN. Francine cominciò a giocherellare con Morph, commentando -Beh... è adorabile. Dove l'hai trovato?-. Il ragazzo deglutì. Non era sicuro di voler parlare di LUI con qualcuno, poi si disse che lei era la sua migliore amica, si erano confidati tutti i segreti possibili e immaginabili e quindi si decise -Ecco... durante il viaggio ho conosciuto questo cyborg, un certo Silver...-. Non ottenne la reazione che aveva pianificato. La ragazza spalancò sia occhi che bocca e prese a fissarlo -Si...Silver? John Silver?-. Jim la guardò, un po' sorpreso -Tu... tu lo conosci?-. -Oh, è un vecchio amico di mia madre, sono anni che non sente parlare di lui. Non sapevo fosse un cyborg adesso!- fu la risposta di Francine -Comunque... l'hai visto il Tesoro? Com'era?-. -Oh, era bellissimo. Solo che... purtroppo Flint ha minato tutto il pianeta e allora è andato distrutto. Però non sono tornato a mani vuote.- e detto questo si infilò la mano in tasca tirando fuori delle monete d'oro e delle pietruzze. Alla ragazza brillarono gli occhi -Wow!!! Se questo è quello che è rimasto allora chissà cosa doveva essere stato l'intero tesoro!- dopodiché si sfilò dalla spalla la borsa di stoffa marrone che si era portata appresso e ne tirò fuori un grosso quaderno marroncino -Ho portato anche l'album, così potrai raccontarmi tutto!-. -Eh certo!- esultò lui.
-Un ragno gigante con chele di granchio hai detto?- i due erano seduti sul tetto della casa del dottor Doppler e la ragazza aveva già sparso numerosi disegni per terra. Jim le aveva già raccontato del Capitano Amelia, del Signor Arrow, persino del Signor Flatula, e Morph ogni tanto la aiutava prendendo le sembianze del soggetto del racconto. Il ragazzo aveva da poco finito di raccontarle del Signor Scroop e di quanto fosse rivoltante. -Sì, solo che lui era più brutto di così!- ribatté Jim, ridendo e correggendo il disegno dell'amica rendendolo ancora più orrendo. Francine si mise a ridere come una forsennata e gli chiese -Gli hai veramente risposto "Peccato che il mio naso funzioni a meraviglia" quando ti ha alitato in faccia?- -Sì! Si è incavolato di brutto!- rispose lui, non smettendo mai di ridere. -E quindi questo Scroop ha mozzato la fune del Signor Arrow e tutta la ciurma ti ha dato la colpa? Ci fossi stata io... ma comunque... non mi hai ancora raccontato di Silver!- esclamò poi la castana, con voce curiosa.
Ed ecco che un groppo salì fino alla gola di Jim e rimase lì. Non sapeva neanche perché gli venisse da piangere al ricordo del vecchio cyborg. Insomma, l'aveva ingannato, gli aveva mentito e l'aveva pure minacciato di morte un paio di volte. Eppure... aveva sacrificato il tesoro che aveva cercato per tutta la vita per salvare la sua, dopo che aveva detto svariate volte di non voler rinunciare al tesoro per quel moccioso. Francine parve accorgersi della lotta dell'amico contro le lacrime perché gli chiese -Ehi... stai bene? È successo qualcosa di grave con Silver? Sempre se me lo vuoi dire, ovvio...- -No, no, figurati!- Jim cacciò indietro le lacrime sbattendo un paio di volte le palpebre e spiegò -Anche quella di Silver è una lunga storia. Anzi, probabilmente è quella più lunga di tutte. Sei pronta?-. -Sono nata pronta!- sorrise lei, strappando il foglio con il ritratto di Scroop e posando la punta della matita sul foglio bianco. Il ragazzo sorrise a sua volta e iniziò a raccontare.
Le raccontò tutto, dal loro primo incontro all'addio nella stiva della nave. Le raccontò di quando lo aveva difeso da Scroop, di come lo facesse lavorare, gli recitò persino a memoria il discorso di incoraggiamento che gli aveva fatto la notte dopo la morte di Arrow, con una buffa imitazione del suo vocione piratesco. E poi ancora raccontò di quando lo aveva sentito parlare ai pirati da dentro la botte delle melviole, di come erano scappati dalla nave, di come gli aveva fatto aprire la mappa e condurre al tesoro e, infine, di come l'aveva salvato dal cadere nelle fiamme dell'Inferno. -Però...- commentò Franky. Aveva appena finito il disegno di lui. Era esattamente come Jim lo ricordava: camicia bianco-sporco slacciata sul petto, tricorno, calzoni a strisce, pancione e persino gamba, occhio e braccio metallico. Si meravigliò ancora una volta del talento della ragazza. -Sembra davvero una grande persona.- continuò lei. -E lo era...- rispose il ragazzo, con lo sguardo rivolto verso le stelle -Lo era veramente...-.

Ci Sono Anch'IoWhere stories live. Discover now