La dura verità

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Andrea Pov's
Mi svegliai gridando con la fronte imperlata di sudore e il cuore che batteva fortissimo.
Aspettai qualche minuto affinché riprendesse a battere regolarmente.
Avevo le braccia fasciate da garze sporche di sangue.
Con furia me le strappai ignorando il dolore. Le garze caddero a terra e sul letto scoprendo le mie braccia prive di ferite o segni.
Per la seconda volta questa cosa mi sconvolse.
Com'è possibile che guarisco così in fretta?
Mentre ero ancora assorto nei miei pensieri la porta della mia stanza si aprì lentamente.
Matteo sporse la testa sorridendo per poi entrare con il resto del corpo chiudendo la porta subito dopo.
Mi salutò e si sedette su una sedia posta accanto al letto che prima non avevo notato.
Chissà che ci fa lì...
«Come stai?» Mi chiese Matteo.
«Non c'è male.» risposi mentre mi alzavo per togliermi la maglietta blu che indossavo e metterne un' altra nera pulita «Tu?»
Il milanese alzò le spalle sempre sorridendo.
«Pensavo di trovare Giovanni ancora qui ma a quanto pare è già andato.»
disse.
Lo guardai storto dato che non capivo di cosa stesse parlando.
Sorrise più ampiamente «Giovanni ha fatto avanti e indietro cinquanta volte per vedere se stavi bene, era molto preoccupato per te.»
Una lieve sensazione di benessere partì dallo stomaco e si espanse per tutto il mio corpo.
Cercai di ignorarla e di evitare che un sorriso ebete comparisse sul mio volto «Sai dov'è adesso?»
Matteo scosse il capo «Immagino che sia da Samantha.»
La sensazione di benessere di poco prima scomparve lasciando il posto a un profondo buco nel petto, all'altezza del cuore.
Matteo mi diede una pacca sulla spalla e uscì dalla stanza lasciandomi da solo in balia di mille pensieri confusi al cui centro stava un certo moretto di vecchia conoscenza.

Lorenzo Pov's
Osservo il battello allontanarsi lentamente dall'isola e non riesco a impedire che una lacrima mi scivoli sulla guancia.
Pietro era appena partito ma mi sembrava che non ci vedessimo da anni.
Sascha, al mio fianco, mi stringe leggermente la spalla costringendomi a seguirlo nel cortile sul retro del carcere.
Ci sediamo sull'erba fresca e morbida e il corvino tira fuori dalla tasca della felpa due mele rosse lanciandomene una.
«Le ho rubate prima dal refettorio, per fortuna non mi ha visto nessuno.» disse mentre si sedeva, a fatica a causa delle ferite su gambe,braccia e torace, sull'erba accanto a me.
Addentai la mela pensando a quello che mi aveva detto poco prima sul passato di Stefano. Mi dispiaceva per lui e anche tanto.
In quel momento il fiorentino fece il suo ingresso nel cortile a testa bassa.
Quando ci vide fece per tornare indietro ma Sascha lo richiamò facendogli segno di mettersi accanto a lui.
Il corvino gli sorrise e gli passò la mela.
Il castano sorrise di rimando addentandola.
Sascha prese la mela e lo imitò senza staccare gli occhi da quelli di Stefano.
Improvvisamente il corvino distolse lo sguardo freddamente guardandomi negli occhi.
Capì al volo cosa volesse dirmi e mi limitai ad annuire.
Sascha sospirò «Stefano credo che tu debba sapere una cosa.»

Narratore Pov's
Nessuno osò fiatare mentre Sascha raccontava l'accaduto nei minimi dettagli a Stefano.
Una volta finito il racconto un silenzio imbrazzato e teso aleggió a lungo sopra i ragazzi.
Stefano aveva gli occhi vacui, spenti e pieni di lacrime.
Lorenzo fece per stringergli la mano per confortarlo ma Stefano si ritrasse di scatto alzandosi in piedi e correndo via dal cortile.
Il fiorentino saettó per i corridoi del carcere seguito dagli altri due ragazzi.
Arrivato davanti a una porta la spalancó facendo sobbalzare Jason.
Gli occhi del castano,rossi e gonfi a causa delle lacrime, mandavano lampi di rabbia, le mani strette a pugno fino a far sbiancare le nocche, il petto si alzava ed abbassava velocemente con movimenti convulsi.
«Perché mi avete mentito?! Siete dei schifosi bugiardi! Per colpa di voi figli di puttana io non ho più una famiglia!» gridò Stefano più forte che poté.
La reazione del ragazzo non turbó minimamente il medico che si limitò a fissarlo.
Sascha gli strinse un braccio portandolo fuori dalla stanza mentre Stefano continuava a gridare e sbraitare con un matto.
Si liberò dalla stretta di Sascha e si rintanó nella sua camera sbattendo la porta.

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Ciao pesciolini😊
Lo so che è corto ma vi prometto che nel prossimo capitolo mi amerete😘
Ah e per inciso sappiate che i commenti dove mi incitate a continuare la storia mi rendono davvero una pimpah feliciah😍😘

Bhe direi che per oggi da Gaia...

Vitty: Da Vittoria...

Andre: Da Andrea...

Ele: E da Elena...

È tutto! Noi ci vediamo...DoveQuandoCome?

Tutti: Come?

Ma in un prossimo capitolo😊
ASGANAWAY😘😘😘😘
BALU BULA😍😍😍😍

La paura che ho di perderti || Camperkiller ||Où les histoires vivent. Découvrez maintenant