Un passato pieno di bugie

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Andrea Pov's
«Ricordi qualcosa?» chiedo a Luca restando appoggiato al muro con le braccia incrociate.
Il ragazzo annuì con aria grave «Ero nella mia stanza. Ho sentito Matteo entrare, stava piangendo. Gli chiesi cosa non andasse. Lui non mi rispose e si limitò ad accoltellarmi un fianco. Mentre mi accasciavo per terra lo sentivo continuare a dire "Mi dispiace", non diceva altro. Poi siete entrati voi e il resto lo sai.» spiegò guardandomi.
Sospirò «È stato Hunter quindi.»
Mi limitai ad annuire «Proverò a parlare con Malcom.» dissi facendo per uscire dall'infermeria.
«Andre!» Mi chiamò Luca.
Mi voltai «Dì a Matteo che non sono arrabbiato con lui, al suo posto probabilmente avrei fatto lo stesso.»
Annuì e uscì.
Se c'è una cosa che caratterizza la nostra crew è il senso di solidarietà che ci unisce.
Mi diressi alla stanza blindata.
Malcom era di guardia, la mitraglietta stretta al petto.
Mi squadró da capo a piedi «Hai mezz'ora per parlargli e poi ti levi dal cazzo.» sbottó aprendo la porta alle sue spalle.
Sempre molto gentile.
La stanza era divisa in due da uno spesso vetro antiproiettile ed era controllata tramite due videocamere.
Una guardia trascinó Matteo nella stanza per poi andarsene.
Gli avevano infilato una camicia di forza e dei pantaloni arancioni, la divisa dei carcerati più pericolosi aveva quel colore.
Oltre a lui solo Hunter,Evan, Jacob e Lore portavano quelle divise.
Mi guardò mortificato.
Mi avvicinai al vetro «Troverò il modo di farti uscire da qui, so perché l'hai fatto e non hai nessuna colpa, ti hanno ricattato.» dissi.
Matteo scosse la testa «Andrea me lo merito, sono un mostro.»
Appoggiai una mano al vetro «No, non lo sei. Io credo nella tua innocenza.»
Il moro appoggiò la mano dalla parte opposta del vetro.
Abbassò lo sguardo.
Capì i suoi pensieri e lo rassicurai «Luca non ti odia, ha detto che se fosse capitato a lui avrebbe fatto come te e io gli do ragione.»
Lui annuì.
Malcom entrò nella stanza «Ok tempo scaduto. Fuori di qui.» disse acido.
Lanciai uno sguardo a Matteo per salutarlo e uscire.
Appena uscito mi rivolsi a Malcom «Non è stata colpa sua,è stato Hunter! L'ha minacciato!» quasi gridai.
Lui mi guardò come se fossi insignificante «Dimmi: credi che me ne fotta qualcosa? Per quanto mi riguarda potreste anche ammazzarvi a vicenda e non me ne importerebbe nulla. Siete degli scarti umani e non siete adatti a stare nella società.»
Strinsi le nocche fino a farle sbiancare.
Non potevo sopportare oltre e con tutta la forza che avevo in corpo caricai un pugno che andò a scontrarsi con la mascella di Malcom.
Lui mi guardò con gli occhi che ardevano.
Mi afferrò il collo e cominciò a stringere «Visto? Che ti dicevo. Siete degli sbagli, degli errori.»
Annaspavo mentre con le mani cercavo di fargli diminuire la presa ma lui strinse ancora più forte.
Cominciai a vedere tutto bianco, i suoni si facevano sempre più ovattati.
Sentì una voce in lontananza «Che sta succedendo qui?»
La presa sul collo diminuì fino a svanire.
Mi sentì prendere e trascinare da qualche parte.
Mi distesero su una superficie dura e fredda e mi legarono braccia, gambe e busto.
Quando la mia visuale si schiarí riuscì a distinguere con chiarezza la barella, le cinghie di pelle e i vari strumenti chirurgici appoggiati su un carrellino d'acciaio.
Amos mi guardava con apprensione scuotendo il capo «Allora Andrea cos'è successo?»
Gli scaricai addosso tutta la verità urlando come un ossesso.
Lui rimase impassibile «Per quanto riguarda il tuo amico lo abbiamo già rimosso dalla cella di detenzione. Ma tu hai bisogno di calmarti un po.» disse mentre si avvicinava a me con un bisturi in mano.
Mi divincolai cercando di spezzare le cinghie.
«Stai buono, due minuti e passa tutto.»

Sascha Pov's
Sono seduto nel cortile sul retro del carcere.
Il cortile esterno è diviso in due: la parte davanti è quella completamente cementata mentre la parte dietro è ricoperta da un soffice manto d'erba.
Nel retro non ci viene mai nessuno e sinceramente stare da solo non mi dispiace granché.
Ascolto in silenzio le onde che si infrangono sugli scogli, la brezza fresca che mi accarezza il viso.
Sento dei passi dietro di me.
Mi giro trovando un esemplare di Stefano piangente.
Mi alzo e gli vado incontro «Che è successo Stefano?» gli chiedo asciugandogli le lacrime.
«Hanno portato via Andrea, di nuovo.» singhiozzó piangendo più forte.
Cercai di stare calmo, inviai un messaggio a Mauricio per avvertirlo e poi feci sedere Stefano.
Mi misi seduto e Stefano si sedette tra le mie gambe, appoggiò la schiena al mio petto e la testa alla mia spalla.
Gli accarezzai con una mano i morbidi capelli castani e con l'altra la mano per farlo calmare.
Dopo un po Stefano smise di singhiozzare e si addormentó in quella posizione.
Aveva un'aria così innocente mentre dormiva, sembrava così tranquillo,innocuo, spensierato.
Il respiro era regolare, un ciuffo di capelli castani gli copriva un occhio chiuso, il petto si alzava ed abbassava al ritmo del suo respiro.
Dopo un po' la situazione cambiò: Stefano cominciò ad agitarsi, stringeva forte gli occhi e mi strinse un lembo della maglietta come se volesse aggrapparsi a qualcosa o qualcuno, mormorava parole senza un senso logico farneticando a proposito di un incendio, fuoco, sua madre e suo padre.
Starà facendo un brutto sogno, da quel che so i genitori di Stefano sono vivi e vegeti.
Stefano si svegliò di soprassalto ansante.
Si aggrappó al mio braccio cominciando a piangere.
Lo strinsi tra le mie braccia e lo portai velocemente in camera.
Mi assicurai che prendesse le sue medicine e uscì.
Mi diressi verso l'ufficio di Jason dove erano contenute le cartelle cliniche di tutti i pazienti di Alcatraz.
Devo fare in fretta, se mi trovano qui sono fottuto!
Trovai la cartella di Stefano sotto una voce nominata "Ricostruzione del passato".
Insieme alla sua c'erano altre 20/30 cartelli di pazienti che nemmeno conoscevo.
Sfogliai attentamente la cartella.

Nome: Stefano.

Cognome: Lepri.

Età attuale: 23 anni.

Età del prelievo: 4 anni.

Residenza del prelievo: Firenze.

Passato instaurato: Normale famiglia di Milano. Madre,padre e sorella adottivi non sono al corrente del reale passato del paziente.

Passato reale: Prelevato dalla sua abitazione di Firenze all'età di 4 anni. I genitori sono morti a causa di un incendio mentre cercavano di impedire il rapimento del bambino. 
Causa dell'incendio: Appiccato dal capitano Malcom King.

Stato attuale: Il paziente assume con regolarità le pillole per l'amnesia e non mostra segni che possano ricondurre al reale passato.

Status dell'operazione: Protratta con successo.

Ultimatum: Indeterminato.

Non potevo crederci, avevano mentito a Stefano per tutta una vita.
Devo avvertirlo! Non deve più prendere quelle "medicine"!
«Cosa ci fai qui?» chiese una voce alle mie spalle.
Sobbalzai e mi voltai con il cuore a mille.
Jason mi fissava con sguardo inquisitore.
«Questo non dovevi farlo Burci.» disse freddamente.
Non vidi più nulla, tutto era diventato nero.

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Ciao pesciolini😊

Bhe direi che per oggi da Gaia...

Vitty: Da Vittoria...

Andre: Da Andrea...

Ele: E da Elena...

È tutto! Noi ci vediamo...DoveQuandoCome?

Tutti: Come?

Ma in un prossimo capitolo😊
ASGANAWAY😘😘😘😘
BALU BULA😍😍😍😍

La paura che ho di perderti || Camperkiller ||Where stories live. Discover now