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«Matthew», gridò Jamie, sventolando una mano nell'aria e saltellando sul posto per farsi notare dal ragazzo.

Fulmineo si voltò verso di lei e ricambiò il saluto, sventolando a sua volta una mano per aria mentre sorrideva felicemente. Il suo sorriso si incurvò verso il basso quando Harry, alle sue spalle, sbuffò sonoramente e afferrandolo per una spalla, lo trascinò all'interno dell'università.

È per caso geloso di Jamie? Si domandò Matthew, scrollandosi di dosso la presa dell'amico per poi sospirare pesantemente.

«Non serve che mi trascini! Ce la faccio a camminare da solo», borbottò infine con un tono di voce scocciato mentre Harry fece spallucce ed entrò in aula.

La prima lezione della giornata, Matthew la passò a messaggiare con Jamie, che gli aveva chiesto se quel pomeriggio volesse guardare un film a casa sua. Ovviamente Matthew aveva accettato di vedersi con la ragazza e proprio per quello l'ansia da pre-film dell'orrore era tornata a tormentarlo.

Mordicchiando il tappo della penna, Matthew continuò a rispondere ai messaggi di Jamie e nel frattempo provò anche a scrivere quello di cui stava parlando il suo insegnante, ma con scarsi risultati.

La sua scrittura era più orripilante del solito e per quello faticava a capire cos'avesse scritto esattamente su quel foglio. Storcendo il naso, pensò che a fine ora avrebbe dovuto chiedere gli appunti a Harry, sennò poteva già darsi per spacciato.

«Si può sapere che hai?», bisbigliò Harry, dopo aver notato come il suo migliore amico continuasse a muoversi fastidiosamente vicino a lui.

Il moro si mordicchiò il labbro inferiore mentre le sue guance si coloravano di rosso, «Q-questo pomeriggi—»

«Devi uscire con me o te ne sei già dimenticato?», borbottò infastidito il riccioluto, fissandolo malamente e stringendo le labbra seccato.

Matthew spalancò gli occhi incredulo, boccheggiando come un pesce fuor d'acqua. Si era dimenticato che quel pomeriggio sarebbe dovuto uscire con il suo migliore amico, «E-ecco... I-io... Jamie... Invitato a casa sua», farfugliò panicato.

«Me ne sbatto. Hai promesso che mi avresti pagato la cena quindi oggi sei mio», strabuzzò gli occhi quando si rese conto di quello che gli aveva detto, «C-cioè... Non in quel senso. Mio, nel senso che oggi passi il pomeriggio e la sera con me e poi un altro giorno con quella», fu repentino a correggersi, ma le sue guance rosse lo tradivano un po'.

Matthew sbatté lentamente le ciglia, fissandolo senza parole poi emettendo un sospiro, annuì, «Va bene... Ho capito. Ora le scrivo e le dico di vederci domani, contento?»

«Molto.»

Horror [Youth Series ~ Book #16]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora