Diciotto

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Celia si sentì come se un'ancora fosse affondata nel suo stomaco, trascinandola a terra

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Celia si sentì come se un'ancora fosse affondata nel suo stomaco, trascinandola a terra. Le ci volle tutta la sua forza per rimanere in piedi mentre le sue paure si scatenavano nella sua mente ingombra.

Si diceva che Lord Berkeley fosse un affascinante uomo con una grande somma di soldi, grazie ai banchetti dei suoi antenati nella Battaglia di Bosworth e la costante lealtà alla famiglia dei Tudor. Tuttavia, non era un segreto che fosse un donnaiolo e incurante della sua fortuna, dipendente dal gioco d'azzardo. Celia non aveva mai provato il piacere di incontrarlo e una parte di lei pregava che un fulmine la colpisse prima che sarebbe successo.

Le si chiuse lo stomaco e strinse la mandibola. Elizabeth notò il suo improvviso cambiamento d'umore. "Qualcosa vi ha infastidita? Lord Berkeley è un passo in avanti per la vostra posizione sociale, pensavo sareste stata felice di questa notizia."

Celia dovette cambiare completamente il suo comportamento per rientrare nelle buone grazie della Regina e per tenere i suoi pogrammi segreti. "Certo che lo sono, vostra Maestà. Sono soltata scioccata dalla notizia. Ma, casa di Lord Berkeley non è lontana dalla corte? Speravo di rimanere vostra damigella."

Le sue labbra rosse formarono un piccolo sorriso. "Voi rimarrete qui quanto volete. Sono sicura che Lord Berkeley si godrà il tempo a corte dato che è da tanto che non viene in visita."

Celia provò a sorridere. "Ne sarei davvero lieta."

"Affrettatevi, ora. Fate la vostra camminata, qualsiasi cosa vi serva per schiarire la mente da questi vostri sogni."

👑

Il vento prese a soffiare più forte mentre il corpo di Celia iniziava a correre lungo i giardini del palazzo, superando i cortigiani e i loro sguardi persistenti, finchè non raggiunse il cancello chiuso e ordinò di essere lasciata passare. Ovviamente, le guardie la assecondarono senza proferire parola e Celia corse via dal palazzo. Il vento le colpiva il naso e le guance, pungendole gli occhi e creando pozze di lacrime in essi. Celia diede la colpa al vento, ma era più il mix delle sue emozioni a provocare ciò.

Nel momento in cui i suoi piedi colpirono la sabbia della battigia, immediatamente cadde sulle ginocchia, le mani affondate nel granuloso terreno. Tenne la testa bassa mentre annaspava in cerca d'aria, le lacrime le scivolavano lungo le guance e cadevano nella bocca aperta. Mentre il suo petto scendeva e saliva rapidamente, il suono dell'oceano che riempiva le sue orecchie, sentì lo scricchiolio di stivali sulla sabbia dietro di lei. Chiuse gli occhi e si leccò le labbra, calmando la tempesta che si era formata in essi, e si sedette.

La persona non parlò e Celia non si voltò a vedere il suo volto, ma appena si abbassò sulla sabbia accanto a lei, la sua presenza silenziosa fu abbastanza per Celia da intuire chi fosse. Aprì gli occhi e voltò la testa per verificare che fosse chi pensava che fosse. Ricci castani volavano dolcemente per via del vento mentre i suoi occhi scannerizzavano la costa, come se stesse cercando qualcosa da lontano. Non guardò neppure una volta Celia.

Capsize [h.s. - italian translation]Where stories live. Discover now