i j u s t w a n t e d t o l o v e y o u.

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Si sentiva tremendamente in colpa, talmente tanto che non ebbe neanche il coraggio di presentarsi al suo funerale, o almeno non dall'inizio. Si presentò da quelle parti solo quando fu sicuro che fosse giunto alla fine, avrebbe fatto troppo male ascoltare parole di altre persone che c'erano state davvero.
E Gerard? beh, lui non c'era mai stato per Frank.
O meglio, c'era stato ma in senso negativo; non come un amico, un conoscente, un compagno di scuola. No, per niente.

È stata una persona orribile nei suoi confronti, si comportava male, lo maltrattava, lo prendeva in giro per i suoi strani modi, per i suoi gusti differenti dagli altri -pur essendo uguali ai propri- e, sopratutto, per i suoi gusti sessuali.
Cosa che nessuno sapeva, anche Gerard nascondeva un segreto molto simile a quello di Frank. Il ragazzo dai capelli rossi nutriva dentro di se un interesse sbagliato, -a detta sua e sicuramente anche degli altri se l'avessero scoperto-,nei confronti di quest'ultimo.

Gerard camminava con le mani affondate nelle tasche del giubbotto in pelle per il troppo freddo, mentre continuava ad andare avanti e indietro tenendo lo sguardo fisso sulle persone che si trovavano in quel luogo; non guardava un qualcosa in particolare, aveva lo sguardo perso, vuoto, triste, contornato da lacrime che tentava inutilmente di trattenere dentro per non farsi vedere così malinconico, così abbattuto, così in colpa.
Perchè Gerard, lo amava; per colpa di tutti, per colpa di alcuni pregiudizi, per colpa sua; l'aveva perso per sempre, e non c'era rimedio a questo. Non c'è nessun rimedio alla morte.

I pensieri di Gerard furono interrotti da una mano che si poggiava delicatamente sulla sua spalla per poi chiedergli a voce bassa:
"Sei tu Gerard Way?" come se avesse paura, anzi, come se gli facesse ribrezzo.
Il ragazzo alzò leggermente lo sguardo, mordendosi nervosamente il labbro per paura di cosa volesse la donna lì di fronte a sé.
Annuii alla sua domanda, aspettandosi delle parole su quanto fosse una brutta persona, e tutto il resto, cose che gli erano già state dette e che lui stesso riteneva più che giuste.
Fu sorpreso da quello che quella fece, accennò un sorriso triste dicendo:
"So quello che facevi a mio figlio ma.. ha lasciato questa lettera prima di.. di fare ciò che ha fatto.." Disse in un mormorio guardando le proprie mani, facendo una piccola pausa per cercare di mantenere le lacrime che minacciavano di uscire ancora.
"E in questa diceva che tu, ora che lui non c'è più, devi venire a casa e.. nella sua camera c'è una cosa che ti rivelerà ciò che lui non ha mai avuto il coraggio di farti sapere personalmente. Quindi se vuoi seguirmi.."
Teneva ancora gli occhi puntati a terra, evidentemente non voleva accennare a guardarlo negli occhi neanche per qualche secondo.

Gerard stette in silenzio, senza saper cosa poter dire, mormorò un 'mi dispiace' anche sapendo che non sarebbe servito a nulla, tantomeno a migliorare le cose. Successivamente, quando tutti abbandonarono quel luogo triste e buio, la madre di Frank, con il rosso al suo seguito, tornò a casa.
La donna lasciò solo Gerard nella camera del figlio, andando via, non volendo vedere la camera del ragazzo ancora; dove l'aveva visto l'ultima volta prima che questo si suicidò.
A Gerard si gelò il sangue nelle vene all'immaginare il volto di Frank quell'ultima notte prima di fare il più grande sbaglio della sua vita, la sua espressione sofferente e le sue lacrime versate a causa dei suoi maltrattamenti; ormai si disprezzava da solo per tutto c'ho che aveva commesso nei suoi riguardi.

Si guardò in torno non capendo cosa dovesse vedere, tantomeno dove dovesse cercare per trovarlo. Finché la sua attenzione non cadde su un cassetto aperto per metà e un quadernino blu elettrico che risaltava subito agli occhi.
Si avvicinò lentamente a questo tenendoci fisso lo sguardo, senza perderlo d'occhio come se potesse scomparire da un momento all'altro.
Aprii il cassetto tirando fuori il quadernino rigirandoselo tra le mani, poi andò a sedersi su quello che era il letto del compagno di classe.
In circostanze diverse non avrebbe mai violato la privacy di qualcuno ma probabilmente era qui che c'era scritto quello che egli voleva fargli sapere. Aprii la prima pagina del quaderno, per poi tirare un gran sospiro, intimorito da ciò che avrebbe potuto trovar scritto lì dentro.
Iniziò a leggere la prima pagina, citando:

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