04. Veritá su Katie

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Chi ti ama,ti distrugge.

Chapter 4.

CASSANDRA'S POV

Katie fissa un punto dietro le mie spalle. Confusa, mi giro e appena lo vedo mi vengono in mente mille cose da fare tipo: scappare, uccidermi, ucciderlo, tirargli la sedia.

"Zayn? Che diamine ci fai qui?"

"Beh, fino a prova contraria questa é anche la mia scuola." Ghigna maliziosamente. Perché non posso prenderlo a schiaffi? Perché ci sono i professori e i bidelli, ecco il motivo! Sennó a quest'ora giá avevo due belle manate in viso.

"E questo é il mio pugno, che prima o poi arriverá dritto nella tua faccia!" Esclamo, inviperita, mentre lui continua ad avere quel ghigni fastidio in faccia.

"Certo! Perché tu saresti capace di menarmi? Ma va, su, baby, che non vuoi manco presentarti all'appuntamento che ti ho dato. Almeno Katie lo aveva fatto, tempo fa." Mi fa l'occhiolino, mentre io ho solo voglia di strozzarlo. Se l'omicidio fosse legale..
Mi giro verso Katie, e la guardo confusa.

"Ohoh, cos'é, Katie-Kat, non gliel'hai detto?" Sorride sghembo Zayn, mentre io continuo ad essere confusa.

"Piccola informazione: io non sono Katie." lo guardo male, per poi girarni verso la ragazza bionda e sussurargli che ne avremmo parlato a casa mia.

"Va bene, ma devo informare mio fratello. Sennó si preoccuperà a morte se non gli faccio sapere nulla." Sospira, e afferra il telefono per poi iniziare a scrivere qualcosa, probabilmente al fratello.

Afferriamo gli zaini, guardiamo a malapena Zayn e usciamo da scuola.
Camminiamo per un po' in silenzio, io continuo a guardare a terra ripensando alla mia vita passata.
Continuo a calciare un sassolino, quando Katie si schiarisce la voce.

"Promettimi una cosa. Quando ti diró questa cosa, non cambiare opinione su di me. É una cosa passata, sono migliore di prima." parla con gli occhi lucidi, e io annuisco, per poi afferrare la sua mano e stringerla nella mia come in segno di conforto.

"Katie, io non cambieró opinione su dite, di questo devi starne certa. Sono sicura che sia una cosa passata. Sono qui, e ci saró ancora, anche se mi racconterai di aver ucciso una persona con lui. Va bene?" La abbraccio e lei annuisce nella mia spalla.
Dopo qualche altro minuto di camminata, sempre in silenzio, arriviamo finalmente davanti casa mia. Afferro le chiavi e apro la porta di scatto.

"Benvenuta a casa mia!" esclamo, urlando dalla gioia. Butto lo zaino accanto all'attaccappani. Vedo Katie chiudere la porta e fare la stessa cosa fatta da me precedentemente.

"Cass, capisco la felicitá di essere a casa, ma calmati." Dice ridendo, buttandosi sul divano a peso morto.
La imito e poi: "Okay, ora mi calmo e parliamo di questa cosa."

KATIE'S POV

Mi sudano le mani, non é una cosa assurda, peró non é nemmeno una cosa di cui vado fiera. E forse nemmeno lei ne andrá fiera, ma credo alle sue parole, e sono sicura che resterá.

"Cass, prima di dirtela voglio farti sapere che, a discapito di ció che penserai, se cambierai idea su di me o no, io me ne pento, amaramente. Mi ci torturo il cervello, mi prenderei a pugni anche da sola, se solo fosse possibile. Non voglio che ti allontani, per questo." dico velocemente, iniziando a tremare per la paura mentre una lacrima mi solca il viso. L'asciugo subito, non é il momento.

"Ti ho giá che detto che non succederá. É passato, giusto? Ora, vai, dimmi."

Continua ad esserci silenzio, anche se la mia bocca continua ad aprirsi per parlare. La mia sicurezza sta svanendo, mentre il nodo in gola si stringe sempre di piú. Continuo ad aver paura! Paura della sua reazione, paura che mi lasci sola, dato l'essere sola giá di mio, non riuscendo a fidarmi cosi come é successo con lei, al primo sguardo.
Devo dirglierlo, questa cosa deve uscire. Meglio prima che poi, no?
Calma, Katie, ora. Apri quella bocca e fai uscire qualcosa di sensato, non solo aria!

"Allora, mhm, io.." inizio, alzando lo sguardo e guardandola negli occhi. Prendo un respiro profondo. Vai, Katie, puoi farcela!

"Tu?" chiede Cass, con tono che mi spinge ad iniziare il discorso.

"Prima venivo soprannominata puttana, quella che la dava facilmente. Ho passato un anno intero con queste parole che continuavano a vorticare ferocemente nella mia testa, continuando a farmi credere che fosse la verità. C'era un motivo per cui ero diventata cosi: mi ero innamorata di Zayn, ero attratta da lui in un modo assurdo. Lui era come é adesso, solo che in quel momento sembrava che si stesse interessando di me. Parole e sguardi dolci. Non potevo crederci. Un giorno ero in classe, mi invió un messaggio dove mi scrisse di vederci davanti scuola, ci andai e lí mi invitó a casa sua. Era la mia prima volta quindi ero inespertissima. Lui mi rubó la verginitá, e il giorno dopo non mi guardó nemmeno in faccia. Sono stata mesi a piangere senza dire nulla a nessuno, ho sempre mentito a mio fratello quando mi vedeva triste. Da lí ho iniziato a essere veramente una di quelle che le dava facilmente. Un giorno Niall si arrabbió con me, mi disse che ero una stupida ad essere diventata cosi per chissá quale motivo e iniziai a piangere, lui mi fece promettere di smettere di essere cosi e da quel momento cambiai. Tornai ad essere la me di sempre, quella che vedi adesso, qui, davanti ai tuoi occhi! L'unica che lo sa é Zayn, e ora anche tu. Non voglio ti accada la stessa cosa Cass, per questo ti ho dato tutti quegli avvertimenti. Non voglio che caschi nella stessa stupida trappola in cui sono caduta io." finito il mio discorso, scoppio a piangere. Non era tra i miei piani, oggi, ricordarmi tutto questo. Ancora fa male, é cosi doloroso. Aver dato la tua prima volta a qualcuno a cui non interessava niente di me, una delle tante; come mi diceva sempre.

Cass fissa un punto a me impreciso, i suoi occhi non dicono nulla, sono privi di tutto, come se in questo momento non riesce a provare nessun sentimento.

"Cass, dí qualcosa.. qualunque cosa!" la imploro, mentre le lacrime continuavano a scendere. Appena la richiamo i suoi occhi guizzano verso di me e sono iniettati di rabbia.

"Ma che uomo di merda! Ma che cazzo di problemi ha nel cervello? Anzi, il cervello ce l'ha?" sbotta all'improvviso, facendomi quasi saltare dallo spavento.

Ridacchio, asciugando le lacrime. "Non lo so, non penso." dico mentre afferro un fazzoletto che lei mi porge. Mi soffio il naso, per poi buttarlo nel cestino che mi passa lei, accanto al divano.

"La pagherá, stanne certa!" esclama, con un tono di voce un po' rude, e si alza dal divano. Si gira verso di me con ancora lo sguardo arrabbiato, poi mi sorride dolcemente. "Bene, ora vuoi del cibo?" E lí, scoppio a ridere.

Chi ti ama, ti distrugge. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora