Capitolo15

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Camila's pov

Sono passati un po' di giorni dal pomeriggio in cui io e Lauren ci siamo quasi baciate, ma nessuna delle due si è fatta più risentire.
Cheyenne continua a dormire a casa mia, ogni tanto vede sua madre, ma la sera torna sempre da me e mi racconta la sua giornata o il rapporto che ha con Nerea, la mia alunna. Stiamo ricreando un bel rapporto e sono contenta che lei si apra a me e che mi chieda consigli.
Inoltre, ricopro ufficialmente il ruolo di coach, quindi effettivamente passiamo molto tempo insieme, o in campo o a casa.
Ma il mio pensiero comunque va sempre a Lauren, non oso chiamarla. Vorrei lo facesse lei, vorrei che mi dimostrasse qualcosa e invece non sta dimostrando nulla ed è quasi passata una settimana.
«Professoressa Cabello»
La preside entra nella mia classe distraendo gli studenti dal compito a sorpresa e la sottoscritta dai suoi pensieri.
«Buongiorno preside»
Mi alzo insieme ai miei alunni in segno di saluto.
Fa segno ai ragazzi di tornare al posto e a me chiede di avvicinarmi.
«Vorrei che venisse con me professoressa, ci sono problemi nella sua squadra»
Annuncio ai ragazzi che la verifica è annullata e prendo le mie cose, recandomi fuori con la dirigente, precisamente nel suo studio.

«Posso chiederle cosa è successo?»
Stiamo quasi correndo per i corridoi, non capisco il perché di questa fretta.
«Due sue giocatrici si stavano azzuffando in palestra, o meglio una delle due ragazza era a cavalcioni sull'altra per picchiarla»
Spero che non sia Cheyenne una delle due.
«Le due ragazze dovevano essere in aula, invece erano in palestra e questo è un suo problema e bisogna prendere provvedimenti. Bisogna chiamare i genitori, ma una delle due non ha voluto, ha chiesto espressamente la sua presenza, professoressa Cabello»
Cheyenne.
La preside apre la porta del suo ufficio e mi ritrovo davanti Megan e Cheyenne... lei con un fazzoletto tra il naso e le bocca, tutto rosso, ricoperto di sangue.
«Eccole qui»
Mi fa cenno di accomodarmi e nel mentre mi riferisce che i genitori di Megan stanno per arrivare.
«Dobbiamo chiamare la signora Jauregui»
Guarda sia me che Cheyenne.
«Lauren non è reperibile» la informo
La preside è stata anche la mia dirigente quando ero studentessa, precisamente durante gli ultimi due anni e sapeva che io ero Lauren eravamo molto amiche. Probabilmente non era a conoscenza della relazione, ma sa che ci conosciamo bene.
«Mi serve la presenza di un genitore, posso chiamare il padre? Anche perché qui, nella cartella non leggo nessun...» si blocca e poi guarda me
«Il compagno di Lauren è morto»
Mi fa vedere la cartella di Cheyenne compilata da Lauren stessa al momento dell'iscrizione e ha scritto il mio nome sotto la voce del secondo genitore.
«Bene, professoressa, poi ne parliamo» cambia discorso «Dunque, Megan eri su Cheyenne e l'hai picchiata a sangue. Non è tollerato questo comportamento a scuola, ti meriti una bella sospensione»
I genitori di Megan arrivano in quell'istante.
La preside spiega la situazione e la prima cosa che dicono è che la loro figlia non potrebbe mai fare qualcosa del genere, sicuramente Cheyenne l'avrà istigata e poi vogliono conto dell'assenza dei genitori di Cheyenne.
«Lauren Jauregui è così occupata e snob da non poter venire?» domanda la madre
«Di cosa faccia Lauren non è affar vostro» rispondo con tono acido
Non mi interessa che siano i genitori di una mia alunna e giocatrice. Io ho deciso di non far chiamare Lauren, anche perché la madre sono io e basto io. Non c'è bisogno di disturbarla, verrà informata in un secondo momento.
«Cheyenne non istigherebbe mai nessuno» prendo le sue difese «Tuttalpiù mi è sembrato più volte di sentire commenti poco carini da parte di Megan, ma non ho mai preso provvedimenti perché non avrei mai creduto che sarebbe arrivata ad alzare le mani»
«Quindi perché lo hai fatto?» domanda la preside
Tutte le attenzioni sono su Megan.
«Perché è lesbica e mi guarda sempre e mi ha soffiato il posto di playmaker! Era il mio e lei lo ha dato a Cheyenne, da quando è arrivata fa favoritismi e Cheyenne meritava una bella lezione!» alza la voce
Quasi non sta sulla sedia per la rabbia.
«Io non faccio favoritismi a nessuno, Cheyenne è brava e si merita di ricoprire quel ruolo perché è più agile di te, tu invece devi ricoprire il ruolo che aveva prima perché insieme siete una combo vincente. Tu hai qualità che lei non ha e viceversa! Il nostro intento è vincere o continuare a non classificarci? Quante partite hai vinto da playmaker?»
«Nessuna» tuona
«Quante ne abbiamo vinte con te Cheyenne?»
«Due»
Annuisco mostrando l'evidenza.
«Due partite su due e siamo solo all'inizio dell'anno scolastico. A dicembre ci sarà la selezione di campionato e dei potenziali talent scout per il college, non volevi una borsa di studio? Ho le conoscenze e se ti impegni posso farti brillare, ma... mi chiedo ora se meriti ancora il posto in squadra! Non accetto questi comportamenti per invidia e soprattutto omofobia. Cheyenne non è lesbica e anche se lo fosse?»
Megan mi fulmina con lo sguardo e poi fa lo stesso mia figlia.
«Ti ha fatto qualcosa?» chiede il padre «Ti ha toccata?»
«Non ho fatto niente, non ti ho mai guardata Megan» interviene Cheyenne «Non osare dire cose non vere»
«Ma se te la fai nei bagni con Nerea, lo sa tutta la scuola! Lo vedo come mi guardi, lesbica!»
«Che schifo...» commenta la madre
Mi intrometto nel discorso, stanca della situazione e furiosa per non poterle tirare due ceffoni a lei e i genitori.
«Di cosa faccia Cheyenne nella sua vita privata non sono affari tuoi! Se ti senti guardata perché è una tua impressione o la tua omofobia a parlare, bene, se vuoi ci vediamo nel mio studio e nei discutiamo. E chiedile scusa e lei pure!» guardo malissimo la madre «Che insegnamenti dà a sua figlia?»
«Ma che insegnamenti dà lei ai suoi alunni e poi Lauren... che schifo, come ha educato sua figlia!»
«La conosce?» mi alzo in piedi «Conosce Lauren Jauregui? Sa che persona educata e squisita è Lauren Jauregui? Allora stia zitta. Lauren ha educato benissimo sua figlia, a differenza sua. Cosa scorre nelle vene di sua figlia? Rabbia, invidia, omofobia? Megan, sei fuori dalla squadra e mi auguro ti sospendano e ringrazia tua madre per questo!»

La preside sospende Megan per cinque giorni e invita tutti noi ad uscire.
Quei tre si recano fuori dall'edificio con passo spedito, senza voltarsi indietro ed io rimango sola con mia figlia ad osservali.
Una volta spariti dal nostro campo visivo ci voltiamo contemporaneamente cerando lo sguardo dell'altra.
«Amore mio»
Le do un fazzoletto pulito e l'aiuto a pulirle il visto macchiato.
«Grazie, mamma» sorride
Ricambio il sorriso, commossa. Non mi aveva mi chiamato mamma ancora.
«Mamma?» chiedo con voce spezzata
«Mi hai difesa, hai fatto la mamma e mi hai fatta sentire al sicuro. Con te mi sento sicura, sempre e sei la mamma migliore del mondo»
Le bacio la fronte e la guardo con gli occhi colmi di lacrime.
«Volevo alzarle le mani amore, nessuno ti deve toccare»
«E poi ti avrebbero licenziata» annuisce
«Per mia figlia avrei fatto saltare in aria l'edificio» ridacchio «Che dici andiamo a casa, film, coperte e schifezze?»
«Ma tu hai ancora lezione» mi guarda stranita
Ed io la prendo a braccetto e ci avviamo verso l'uscita.
«Recupero le ore in un altro momento, ora voglio stare con te, ma prima dovremmo avvisare tua madre» cambio tono quando la nomino
«Mamma non c'è» sospira «È tornata a casa, Havana»
Mi volto di scatto e la guardo scioccata.
«Io ho mentito quando ho detto che non era reperibile... Quando è partita, perché non mi hai detto niente?»
Scrolla le spalle.
«Due giorni fa, non mi ha detto nulla, mi ha scritto solo un messaggio»
«Ma per lavoro?» indago
«Qualche giorno fa la sentivo parlare con una certa Taylor, parlavano di affari e famiglia»
Mi blocco nuovamente e la guardo ancora una volta scioccata.
«La conosci?»
«È sua sorella»
Fisso un attimo il vuoto e cerco di collegare.
«Dai andiamo Cheyenne, non ci pensiamo»
Lei non sembra convinta e una volta salita in macchina mi fa una domanda a cui non ho il coraggio di rispondere.
«Ho dei nonni o altri zii?»

Cheyenne ||CAMREN|| (rivista)Where stories live. Discover now