Capitolo10

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Cheyenne's pov

La casa di Camila sembra un santuario della mia infanzia. Appena sono entrata mi hanno subito colpita i quadri appesi alle pareti o appoggiati ai mobili che ritraggono me e lei.
Lei era molto giovane, uguale ad ora ma con un volto più da adolescente, infatti aveva solo 19 anni.
Due foto in particolare hanno rubato la mia attenzione, io, lei e Lauren, quando quest'ultima aveva appena partorito, e una foto dove loro due si baciano. Un piccolo quadretto che prendo subito in mano e osservo con attenzione.
Erano in una delle piazze principali dell'Havana nel periodo di Natale, hanno entrambe il tipico cappello natalizio sulle loro teste. Lauren tiene il corpo di Camila dalla schiena, spingendolo verso di sè e Camila spinta dal suo gesto inarca la schiena e finisce con appoggiare il bacino su quello di Lauren. E il loro bacio sembra così passionale.

«Eravamo tornate lì per le vacanze di Natale, avevamo la tua età e tua madre era molto felice»
Sobbalzo alle parole di Camila. Ero così assorta  nella mia bolla, nel mio silenzio e non l'ho sentita arrivare.
Finora non ho parlato. È da quando ho lasciato l'ufficio di Camila che non apro bocca. Non so se sono arrabbiata o se sono triste per questa situazione... mia madre mi ha privata di Camila ma ha privato anche se stessa della sua felicità, perché quella foto parla chiaro. Mia madre amava Camila.
«Tu ami ancora mia madre?»
Mi guarda negli occhi e pronuncia un secco sì.
Ma come può essere altrimenti? Basta guardare le foto e il passato che sembra non essere mai andato via. Camila non è mai andata avanti.
«E perché non hai lottato per lei o per me?»
«Chi ti dice che non l'abbia fatto» ribatte «Stavamo insieme da sei anni quando mi ha lasciata, quando mi ha detto di avermi tradita con un uomo, ma poi venerdì sera ha detto che non era vero e che lei non si è mai innamorata di un uomo e che non mi avrebbe mai tradita e allora mi chiedo perchè!»
La sento molto arrabbiata ma anche ferita. Il suo corpo in questo momento racconta parte del dolore che ha provato e vorrei tanto poter fare qualcosa.
Nel dubbio, nel non saper cosa fare, l'abbraccio. La stringo forte. Lei si lascia sfuggire un "oh" colta alla sprovvista.
Mi stringe a sua volta e si lascia andare... per la prima volta la sento piangere.
Quella che teoricamente dovrebbe essere l'altra mia madre, ora piange sulla mia spalla e mi chiede scusa.
Si allontana da me e mi dà le spalle per nascondersi. Cammina avanti e indietro.
«Parlale» rompo il silenzio «Mettila a suo agio, fai qualcosa di carino, fai quello che ti pare, ma parlale! Non capisco perché sei ancora qui»
«Io...» tira su col naso
«Senti, se fossi innamorata di una persona in questo momento, sapendo che lei è tornata in città per me, andrei correndo sotto casa sua! E tu invece sei qui a piangere e ad ascoltare una diciassettenne»
Recupero dalla tasca del giubbotto le chiavi di casa e gliele lancio. Le prende al volo e le stringe in un pugno.
«E che ci dovrei fare?»
«Entra a casa mia e vai a parlare!»
Camila scuote la testa.
«Questa è un'effrazione» mi rimprovera «Assolutamente no!»
«Mia madre non ti denuncerà per questo. Portale i suoi fiori preferiti, sorprendila e dichiarati e se non lo farai tu, lo farò io per te»
Il mio tono diventa senza più serio e, prima di convincerla, la conversazione degenera in un battibecco.

Alla fine riesco a buttarla fuori casa, quasi spingendola dalla porta.
Mi ritrovo sola a casa sua. Mi giro intorno e riprendo a osservare le varie foto che ci ritraggono. Lei era così dolce con me, si vede da ogni dettaglio catturato in quelle foto. Era sempre così sorridente. Mi sarebbe piaciuto averla al mio fianco per tutto questo tempo...
Provo un dolore forte al petto. Il mio corpo trema e respiro a fatica.
Cade il quadro dalle mani, per fortuna non si rompe.
Continuo a tremare e sussurro il nome di Camila, vorrei che fosse qui con me, ma pochi minuti fa l'ho mandata via.
Mi accascio a terra, poi non ricordo più nulla.

***

Camila's pov

Non credo che sia una buona idea andare a casa di Lauren. Non sono sicura di ciò che sto andando a fare, ma voglio ascoltare le parole di mia figlia e quindi passo dal fioraio e prendo una elegante composizione floreale, che sarà sicuramente di suo gusto.
A detta di Cheyenne dovrebbe essere a casa, per cui evito di usare le chiavi e suono al campanello.
Aspetto un bel po', sono quasi tentata a usare le chiavi, ma alla fine eccola davanti a me.
«Camila, cosa ci fai qui?»
Ha il naso rosso e gli occhi gonfi. I suoi capelli sono raccolti in modo disordinato e indossa una felpa che conosco bene. La mia.
«Lauren...»
Ho i fiori nascosti dietro la schiena, li tiro fuori all'improvviso lasciandola sorpresa.
«Questi sono per te»
Lei abbozza un sorriso e abbassa lo sguardo. Prende i fiori dalle mie mani e mi fa cenno di entrare.

Cheyenne ||CAMREN|| (rivista)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora