Prologo

30.7K 853 31
                                    

Quando Harry tornava a casa, c'era sempre trepidazione e attesa nell'aria.

Tutto Holmes Chapel lo sapeva e non vedeva l'ora di accogliere ancora una volta la loro celebrità di casa. Nonostante ciò, tutti lo trattavano sempre come un ragazzo normale - nato e cresciuto lì - e non come se milioni di ragazzine sbavassero incondizionatamente ai suoi piedi e detenesse una sproporzionata quantità di soldi nel conto in banca.

Per prime, sua madre Anne e sua sorella Gemma. Poi c'ero io, l'amica d'infanzia; sempre vista affianco a quella testa piena di ricci - e capricci! - sin da quando avevamo imparato a mettere un piede davanti all'altro.

L'amica d'infanzia... Che quasi non si dimenticava del giorno del suo rientro, da una delle numerose parti del pianeta che visitava giorno dopo giorno.

Come al solito ero sproporzionatamente in ritardo. Quel catorcio che avevo come macchina - ovvero, un'umile Fiat Cinquecento S del 1993 bianca - camminava fin troppo lenta verso casa Styles e rischiavo di arrivare dopo quell'idiota patentato.

Non potevo negare che ci avevo messo del mio, dovendo svegliarmi preso nell'unico giorno di riposo durante la settimana ed essendomi trattenuta fin troppo tardi nel piccolo pub della cittadina assieme agli amici, la sera precedente. Cosa potevo farci se Harry Styles arrivava sempre al momento sbagliato? E poi, mi conosceva.

Lo sapeva che sarei arrivata in ritardo, anche se alcune volte mi mandava messaggi appositamente scritti per farmi sentire in colpa. Era crudele.

Lo conoscevo fin troppo bene e, per quando il suo visino bambinesco lo facesse sembrare il più innocente degli angeli anche durante un indagine per omicidio, nascondeva una furbizia poco nota a chi lo conosceva superficialmente. Sapeva essere capriccioso e infantile nella più assurda delle situazioni, ma la gentilezza e la spontaneità erano la parte che più ti sconvolgeva della sua persona.

Potevi fingere che Harry ti fosse indifferente, ma in un modo o nell'altro il suo sorriso malandrino e dolce ti sarebbe entrato nel cuore. Ti saresti legata a lui, amandolo per quello che era od odiandolo per invidia di quello che era diventato.

Io avevo imparato a sopportarlo da sempre, come se fosse un'altra parte di me e non potevo che confessare quanto la mia vita sarebbe stata diversa senza di lui.

Da sempre, avevo sempre voluto bene ad Harry nel senso più fraterno del termine; parlavamo di qualsiasi cosa senza nessun imbarazzo, compresi i ragazzi con cui uscivo e le modelle che frequentava qua e là. Non ci preoccupavamo di dirci le cose più intime e segrete, che con altre persone ugualmente importanti ci procuravano parecchio imbarazzo.

Passavamo intere serate a parlare di ciò che ci era reciprocamente successo durante la sua assenza, di come ci sentivamo, fungendo quasi da psicologo l'uno per l'altro.

Insomma, era l'amicizia perfetta che chiunque avrebbe voluto avere.

Poi, tutto era andato irrimediabilmente in pezzi.

Il matrimonio del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora