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Arriviamo a Londra per le tre e mezza circa, il tempo è stranamente buono e questo ci porta ad essere entrambi di buon umore considerando quanto meteoropatico sia Harry.

"Arrivati." Harry si ferma davanti una villetta e questo non fa altro che accrescere i miei sospetti, io so perfettamente dove ci troviamo. "Non impazzire, ma... tua sorella e suo marito stanno a due traverse di distanza da casa mia." guardo Harry. "Stai scherzando?" mi chiede, sperando si tratti davvero di uno stupido scherzo. "No... ma non preoccuparti, non devi necessariamente conoscere i miei genitori." sorrido prima di scendere dalla macchina.

Il mio nervosismo si potrebbe tagliare con un coltello per quanto spesso sia. È vero che ho già visto Tyler e Gemma, ma l'ansia di non piacerle è davvero altissima. Harry suona il campanello e pochi attimi dopo la porta viene aperta da Tyler.

"Ehi!" ci accoglie l'uomo facendoci entrare in casa. "Ciao, Tyler." lo saluto restando accanto ad Harry. Il riccio percepisce la mia preoccupazione e dunque si affretta ad afferrare la mia mano. La stringo, in segno di gratitudine e lo seguo in quella che, suppongo, sia la cucina.

"Ehi, ragazzi!" Gemma si alza dal suo posto venendoci incontro. "Ehi." sorrido imbarazzata. Gemma abbraccia il fratello e successivamente anche me. "Come è andato il viaggio? Avete fame? Siete stanchi?" chiede a raffica la bionda. "Gemma, che ne dici se li lasci respirare, mmh?" ride Tyler. "Giusto, scusate. È solo che sono davvero felice che siate qui!" trilla allegra.

"Ha assunto qualcosa?" chiede Harry guadagnandosi uno sguardo omicida da parte della sorella. "No, solo semplici vitamine." risponde Tyler divertito. "Mmh, sarà meglio farla controllare." Harry continua a prenderla in giro. "Vaffanculo." sbuffa Gemma. "Harry, ti sei accorto del dondolo in giardino?" chiede Tyler. "Sì, è bello, ma ho notato che manca la parte superiore." "Non riesco a trovare una fottuta vite di ricambio, giuro. Ne ho persa una e adesso sono disperato. Mi aiuti tu a cercarla?" "Certo."

Nel momento in cui Tyler si avvicina alla porta, io guardo nel panico Harry che, dopo avermi lanciato uno sguardo del tutto divertito, segue suo cognato fuori.

"Allora, Rae, come stai?" chiede Gemma prendendo alcuni frutti dal cestino. "Potrebbe andare meglio." rispondo imbarazzata. "Vieni, siediti, non ti mangio." sbuffa una risata la bionda. "Scusa, sono un po' in ansia." ammetto. "Per cosa?" chiede curiosa mentre comincia a tagliare una mela. "Io... ho solo paura di non farti una bella impressione, tutto qui." Gemma arresta i suoi movimenti, guardandomi. "E perché mai avresti paura?" "Harry mi ha raccontato di... di tutto quello che è successo e so che significhi moltissimo per lui, ecco perché vorrei che, insomma- che noi due andassimo d'accordo. Detesterei non vederlo del tutto felice per colpa mia." spiego sempre più rossa in volto. "Ti ho dato modo di pensare una cosa del genere?" "No, no, assolutamente. Volevo solo dirtelo, ecco. Io non sono molto brava con l'intera faccenda del conoscere le famiglie, ma questa volta ci tengo particolarmente a far una buona impressione. Voglio che Harry sia felice." "Beh, posso dirti che a me sembri una ragazza abbastanza a posto. È normale che io sia diffidente all'inizio, non ti conosco ancora e voglio solo il meglio per mio fratello. In questo momento tu lo sei, lo rendi felice proprio come un tempo ed è tutto ciò di cui mi importa." dice la bionda, sorridendo leggermente. "Mi dispiace per i vostri genitori..." "Li avresti adorati, io lo ripeto sempre a Tyler." sorride. "Ne sono certa. Parlami un po' di loro."

*

"Giuro! C'era questo coso enorme che camminava sopra la mia gamba e non ho potuto fare a meno di urlare." ride Tyler sorseggiando un po' della sua birra. "Ha urlato come una ragazzina!" esclama Gemma appoggiandosi alla spalla del marito. "Anche tu avresti urlato se ci fosse stata una maledetta tarantola sulla tua gamba." ribatte il moro. "Ma io sono una donna, tu che figura ci fai?" lo prende in giro sua moglie. "Ah-ah."

In questo momento sono comodamente seduta sulle gambe di Harry mentre mi godo il battibecco tra i due amanti. La mia mano accarezza il dorso della sua mentre lui con l'altra gioca con il bordo della mia maglia. "Andiamo a dormire, sto morendo dal sonno." sbadiglia Gemma mentre Tyler annuisce. Sono le due e mezza del mattino e sento anche io la stanchezza invadermi.

"Buonanotte, ragazzi." ci salutano Gemma e Tyler prima di rientrare in casa. "Vuoi andare a dormire anche tu?" chiedo. "Cinque minuti ancora, so che sei stanca." mi guarda. "Amo i tuoi occhi." bisbiglio dopo essermi voltata leggermente. "Grazie, bimba." "Sono grande tanto quanto te." borbotto. "No, il tuo compleanno è a Luglio, il mio a Febbraio, il che afferma che io sono pù grande di te." commenta Harry. Gli faccio il verso, posando la mia testa sulla sua spalla.

"Rae?" mi richiama Harry. "Mmh?" "Per caso non vuoi che io incontri i tuoi genitori?" chiede Harry. "Cosa? No. Voglio dire, certo che voglio che tu li incontri. Cosa ti fa pensare il contrario?" mi sollevo osservandolo. "Oggi hai detto che non devo necessariamente farlo." mi ricorda. "No, oddio... non intendevo che non volessi in quel senso. Intendevo dire che non devi farlo se non vuoi, l'ho detto perché non volevo metterti pressione." spiego. "Oh." annuisce lentamente. "Perché mai non dovrei volere? Sei meraviglioso." sollevo il suo mento mentre abbasso leggermente così da poter baciare le sue labbra morbide. "Anche tu." mormora dopo essersi staccato. "Grata che siamo d'accordo anche su questo." affermo facendolo ridere rassegnato.

Strange || H.S. || A.U.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora