«Berry!» urlò di scatto alzandosi dal divano.
«Chi è Berry?» domandò il corvino confuso.
«Il mio amore!» piagnucolò, e Levi s'incupì.
«Sei... fidanzato?» domandò con una strana voce roca.
«No, Berry è il mio divano! Il mio piccolo divanetto si è bagnato, perché mi hai steso, completamente bagnato, su Berry! Povero Berry.» piagnucolò dando qualche carezza al suo divano.
«Puoi sempre lavare la copertura...»
«Ma mi scoccio!» si lamentò dando qualche altra carezza a... Berry.

«Come posso farmi perdonare?» rise sarcastico. Essendo entrambi zuppi e grondanti d'acqua, ogni movimento che facevano era fastidioso perché i vestiti erano completamente incollati alla pelle, e Levi voleva solo tornare a casa per farsi una bella doccia, ma non poteva lasciare, il castano da solo, in quelle condizioni.
«Bè, io un'idea ce l'avrei.~» sussurò Eren malizioso.
Si avvicinò al corvino, completamente paralizzato al centro del soggiorno.
Si avvicinò così tanto, che i loro corpi si toccarono, gli avvolse le braccia intorno al collo e avvicinò le sue labbra all'orecchio del corvino.
«Smettila di porre resistenze... So perfettamente, che vorresti fare tante cose in questo istante... non ti darò la colpa.» sussurrò.
Il corvino sapeva che non era vero, sapeva bene che, se avesse provato a fare qualcosa, Eren si sarebbe arrabbiato molto una volta uscito dalla fase di delirio.
Ma... lui non era così paziente.

L'attimo dopo, si avventò ferocemente sulle labbra del castano. Lo prese per i fianchi, e lo incollò al proprio corpo.
Era un bacio passionale, desiderato.
Ed era strano, come tutto quanto, si fosse formato in così breve tempo.
Ma, ad un'attrazione così potente, e voluta da ambe le parti, era difficile resistere o uscirne lucidi.
Le loro lingue si avvilupparono in una danza frenetica, vogliosa, e irregolare.
Il corvino, preso dal desiderio, tolse la maglia al castano, che lui stesso gli aveva rimesso, quando Eren era ancora dormiente.
Fece scivolare le sue mani dai fianchi del moro, sino al sedere, che strinse possessivo.
Il castano preso alla sprovvista, si staccò dal bacio sospirando eccitato.
Quel sospiro, fu come una scintilla, all'interno del corvino, che iniziò a baciarlo, con ancor più foga di prima.
Lo sollevò dal pavimento, fecendo avvolgere le sue gambe intorno alla sua vita, e si avviò verso la cucina,  continuando a baciarlo con foga.
Arrivati in cucina, lo appoggiò sul bancone.
Le gambe di Eren, rimasero avvolte alla vita del corvino, mentre il castano cercava di togliere, con gesti frenetici e disperati, la maglia al corvino.
Esultò felice, quando riuscì a sfialargli quella dannata maglia, ma subito la sua esaltazione venne sostituita da un sonoro gemito di sorpresa, a causa del corvino che stringendogli i glutei sodi, aveva fatto scontrare le loro due prorompenti erezioni.

Il corvino, spostò le sue mani dai glutei del ragazzo al suo viso.
Gli poggiò le mani sulla guancia, continuando a baciarlo con desiderio, per poi staccarsi dalle sue labbra per riprendere fiato.
Rimase affascinato, nel guardare le labbra gonfie e rosse del castano, mettendosi il labbro per reprimere il desiderio di baciarlo.
Doveva pur sempre lasciarlo respirare!

Lo guardò negli occhi, curioso, ma ciò che vide lo scosse leggermente.
«Cosa c'è?» domandò Eren con la voce leggermente impastata, notando l'espressione scossa del corvino.
«I tuoi occhi...» sussurò assorto.
«I miei occhi...? Cos'hanno che non va?» chiese confuso.
«Sembra... che stiamo cambiando... colore.» mormorò cauto.
Nell'udire quella frase, Eren provò una strana sensazione, quasi, come se gli avessero gettato una secchiata d'acqua ghiacciata dritto in faccia.
Allontanò, il corpo del corvino dal suo di nuovo cosciente di se stesso, quasi più lucido.
«Io... scusa, non so cosa sto facendo.» mormorò scendendo dal bancone.
Levi capì.
Fino a quel momento, aveva agito solo in base al suo delirio causato dalla febbre.
Lo sapeva sin dall'inizio, quindi capì.

«Scusa. Io ho cercato di... porre resistenza, ma non sono riuscito a frenarmi.» Si scusò con un tono di voce distaccato e impassibile, mentre si rimetteva la maglia.
«Levi...» sussurò con tono basso.
«Scusa.» concluse il corvino. Sospirò e si andò a sedere su uno degli sgabelli, si passò una mano tra le mani e poi cercò qualcos'altro da dire.
«Levi... io... mi dispiace p-per tutto questo... io non sapevo cosa faceco... stavo letteralmente delirando.
«Oh, lascia perdere. Non fa niente.» mormorò sincero. Era allentato a subire varie... delusioni?
Forse, "delusioni" non é il termine più adatto da usare, ma comunque ormai non ci stava più nemmeno dando peso.
O almeno così credeva.

KINGS MAN ~ RirenWhere stories live. Discover now