HOSPITAL PARTE 1 (AMNESIA)

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Volevo ridire nuovamente che: Quando troverete una parentesi semplice è un commento del proprietario del punto di vista, quando invece troverete (- allora è un pensiero dell'autrice.

Eren

L'acqua mi scivola dolcemente sulla pelle creando in me una situazione di rilassamento totale. Non so esattamente il motivo ma la mia mente tornò ad oggi pomeriggio, iniziai a riprovare le stesse emozioni che mi hanno causato le sue labbra quando si sono poggiate sulla mia pelle, le sue braccia strette intorno alla mia vita, la sua voce... sono state tutte sensazioni  indescriv- ma a che diavolo vado a pensare?!
Sto delirando.
Appena realizzai ciò che stavo ricordando, una strana sensazione mi attanagliò lo stomaco e adesso potrei metterci la mano sul fuoco che le mie guance sono più rosse di un pomodoro maturo.
Alterato dai miei stessi pensieri uscii di scatto dalla doccia, mi annodai attorno alla vita un'asciugamano e m'incamminai verso la mia camera canticchiando un po' cercando di calmarmi.

Nell' esatto momento in cui stavo per aprire la porta della mia camera sentii suonare il campanello. Sbuffai, e cambiai direzione avviandomi verso l'ingresso. Una volta aperta la porta mi ritrovai un ragazzo sulla soglia con un grosso pacco in mano (-non pensate male), il ragazzo era poco più alto di me, aveva dei capelli lunghi biondi legati in un disordinato codino, possedeva due bei occhi di colore acqua-marina e un corpo apparentemente muscoloso.

Il ragazzo arrossì lievemente per una ragione a me ignota; solo quando iniziai a sentire un po' di freddo mi ricordai di avere indosso solo un'asciugamano intorno alla vita e in quel momento non potei fare a meno di arrossire violentemente, inoltre, il ragazzo che non distoglieva lo sguardo dal mio corpo non mi aiutava affatto a sentirmi meno in imbarazzo.

«ehm...lei è E-Eren J-Jaeger giusto?» chiese il ragazzo distogliendo il capo e leggendo imbarazzato un foglietto che stava attaccato allo scatolone.
«S-si sono io, perché?»
oh andiamo Eren! È ovvio che ti ha recapitato una consegna, non credo che voglia invitarti a volare con lui su un unicorno alato come fa il tuo fidanzato immaginario nei tuoi sensatissimi sogni.

«L-le devo recapitare questo scatolone, d-da parte di un certo
E-Erwin Smith, la prego di firmare qui» mi rispose imbarazzato porgendomi un affare elettronico...e io che cosa dovrei fare con questo coso? Che cos'è ?

«ehm....» cavolo che imbarazzo mi avrà già preso per un idiota. Il ragazzo vedendomi in difficoltà sorrise facendomi arrossire lievemente e mi aiutò a capire ciò che dovevo fare. In pratica dovevo solo prendere il pennino poggiato di lato e segnare una firma sullo schermo. Ah quante cose complicate che si fanno ormai!non potevano semplicemente farmi firamare un figlio di carta?

Dopo un saluto imbarazzato il ragazzo se ne andò mentre io andai nella mia cameretta, posai lo scatolone in un angolo della stanza appuntandomi mentalmente di aprirlo il mattino seguente. Ancora lievemente umido, mi misi il mio bel pigiama con gli orsacchiotti sulle navicelle spaziali e mi stravaccai sul letto fissando il vuoto. Le pareti della mia camera sono tutte di colore bluetto, il mio armadio è a tre ante, le laterali sono bianche, l'alta centrale, invece, è blu.
Le tende sono bianche con i pois blu e scendono fino al pavimento nonostante la finestra sia solo la metà delle tende, la scrivania nera con i cassetti di un colore tendente al blu, mentre il piumone raffigura dei puffi intenti  a raccogliere bacche (un regalo di mia madre), accanto al letto vi era un piccolo comodino beige con le maniglie di plastica dura dipinte di color oro e lucidate tanto da potersi specchiare, la lampada invece aveva il telaio raffigurante un trenino e delle lettere (altro regalo di mia madre).

Iniziai a sentir freddo e decisi che fosse arrivato il momento di dormire così mi alzai di scatto dal letto e aprii uno dei cassetti della scrivania, presi il contenitore delle pillole e lo aprii.

KINGS MAN ~ RirenWhere stories live. Discover now