È una storia da non Raccontare

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Chapter 1:

Huntington Beach, 28th December 2009, 02:13 AM

«Dove sei amore?» disse un ragazzo dall'altra parte del telefono

«Sono passata un attimo allo studio, mi ricordavo di avere del lavoro da fare ma...» la ragazza non finì la frase che l'altro la interruppe

«È il 28 Dicembre! Ti servirebbe una vacanza»

«Ho appena iniziato ad ingranare, non voglio perdere tutto per nulla» puntualizzó Hariette, sfogliando dei bozzetti

«Ok ok, tanto so che qualunque cosa ti dicessi non cambieresti mai idea» sbuffó il ragazzo «Ma non fare tanto tardi, va bene?»

«Si, va bene» ripetè lei senza davvero ascoltare il ragazzo, era troppo impegnata a cercare quel bozzetto

«Buonanotte amore» calcó lui

«Buonanotte»

Hariette prese il telefono che ormai reggeva con la spalla e lo posó sulla scrivania
«Dove ho potuto metterlo» diceva tra sè e sè, cercando dappertutto in quella stanza buia, illuminata solo da una lampada da tavolo.
All'improvviso un rumore la distrasse dalla sua folle ricerca, un rumore così forte e netto che Hari non potè far altro che nascondersi sotto la scrivania con gli occhi spalancati.
Qualcuno stava dando a calci la sua saracinesca e lei non poteva far altro che rannicchiarsi di più ad ogni calcio.
Erano ormai le 2 di notte e per strada giravano quasi solo barboni, ma non si sarebbe mai aspettata che un ubriacone proveniente dal bar dirimpetto potesse prendersela col suo negozio.
Non appena l'uomo dall'altra parte iniziò a scagliare anche dei pugni, Hariette decise di prendere la mazza da baseball che si trovava in un angolo ed uscire dalla porta secondaria per vedere se poteva mettere fine a quel caos.
Con passi leggeri oltrepassó la porta e si trovó alle spalle di un uomo abbastanza grosso, coi capelli nero corvino fino quasi alle spalle che fuoriuscivano da un cappellino mezzo storto. Era ormai in ginocchio, aggrappato alla saracinesca con una mano

«Brian?!» la ragazza si avvicinó ma notò subito qualcosa che non andava.
Non appena il moro si giró lei vide i suoi occhi gonfi ed iniettati di sangue, come se non avesse fatto altro che piangere da ore.
Lasciò cadere la mazza e si inginocchiò al suo fianco, guardandolo. Non appena i loro occhi si scontrarono lui lanciò un urlo all'aria e cominciò a prendere a pugni l'ammasso di lamiera che gli si parava davanti.
Non era un comportamento normale e la ragazza si spaventó, discostandosi di poco

«Smettila Bri!» urló invano Hariette, tanto che ormai le sue mani grondavano di sangue.

«Che cazzo ti prende?» la ragazza era quasi sull'orlo del pianto e cercava invano i suoi occhi marroni per capire cosa stava succedendo.
Quando ormai le mani di Brian erano irriconoscibili, lui si scostó di poco, si sedette e si prese le ginocchia, dondolando con la testa abbassata

«Vieni dentro, qui fuori ci congeleremo» apostrofó la ragazza senza fare più domande, sapeva che non sarebbero valse a nulla con Brian in quelle condizioni.
Lo aiutó ad alzarsi ed il moro trascinó i suoi piedi fino a dentro lo studio di tatuaggi. Si abbandonó sulla prima sedia che trovó a disposizione, mantenendo la testa fra le mani.
Hariette aveva visto Brian ubriaco tante volte ed altre innumerevoli volte l'aveva visto prendere a pugni cose o persone, ma non l'aveva mai visto in queste condizioni. Sapeva che qualcosa non andava e non avrebbe permesso al suo amico di distruggersi un secondo di più.
Gli si avvicinó e notó che stava farfugliando qualcosa, allora allungó l'orecchio per capire

«Non può essere, non è vero...» Hari si allontanó spaventata, con le mani sulla bocca.
Brian alzò finalmente gli occhi e gli accennó un sì con la testa.

Tutto quello che Hari vide fu un enorme buco nero risucchiarla e portarla a fondo.

È una storia da dimenticareWhere stories live. Discover now