29° capitolo

406 17 2
                                    

Pov. Francisca
Stanotte avrò dormito più o meno quattro ore, ho solo pensato per tutta la notte a ciò che mi ha detto. Io... Non so che fare, quelle parole ancora mi risuonano in testa e non riesco a non pensarci. Lo ammetto quelle parole non me le aspettavo minimamente e mi hanno fatto provare ancora qualcosa, ma ricordare il perché siamo a questo punto, per una maledetta bugia e per i miei soldi mi da il sangue al cervello. Io non lo avrei mai fatto, non mi sarei mai messa con lui per interesse, ma per amore, perché io non ho mai smesso di amarlo... Già anche adesso nonostante tutto provo amore per lui. Mi vesto con un vestito color cipria, praticamente il primo che mi è capitato davanti. Mi pettino per poi truccarmi e scendo a fare colazione, ho un urgente bisogno di caffè o mi addormenterò senza accorgemene.
<buongiorno madre.>
Mi sento dire mentre scendo le scale. Mi giro e vedo dietro di me Tristan.
<buongiorno.>
Mi guarda in modo strano, ma poi mi sorride e andiamo a fare colazione. Noto che non dice niente, lo vedo strano, molto. Finito di mangiare si alza, ma lo fermo anch'io seguendolo e prendendogli la mano.
<Tristan che hai?>
Mi guarda e lo vedo triste.
<mi dispiace...>
Ho perso il filo, perché mi dice che gli dispiace?
<mi dispiace per ieri, non volevo litigare con voi, tantomeno mentirvi e farvi arrabbiare, scusatemi.>
Mi abbraccia stringendomi forte a lui. Sorrido gli voglio un mondo di bene, il mio bambino... Gli accarezzo i capelli e gli sorrido.
<ti voglio bene.>
<anch'io madre, non sapete quanto.>
Mi dice stringendomi di nuovo a lui. Dopo un po' allenta l'abbraccio sorridendomi. Si allontana e va nello studio prendendo qualcosa sulla mia scrivania.
<questo è per voi.>
Mi porge un libro, mi sembra familiare, troppo, ma non ricordo dove l'ho visto. Lo prendo e tolgo solo la copertina trovando una dedica e ricordandomi del libro...

Con tutto il mio amore,
sempre tuo
R

Raimundo... Erano tanti anni che non vedevo questo libro, sinceramente non ricordo neanche che fine aveva fatto. Mi riprendo sentendolo sorridere.
<dove... Dove lo hai trovato?>
<piccolo segreto.>
Mi dice facendomi l'occhiolino e dandomi un bacio sulla guancia.
<buona lettura.>
Dice prima di andarsene e lasciarmi sola. Resto con il libro in mano a guardarlo. Vado nello studio e mi affaccio alla finestra. Apro di nuovo il libro e sfioro con le dita la sua dedica, sono combattuta se leggerlo di nuovo o meno. Alla fine cedo e chiudendo le porte dello studio mi siedo sul divano per leggere. Questo libro parla di una storia d'amore tra una donna e un uomo; i due sono molto combattuti perché anche se si amano, si fanno anche del male e ricordo ancora adesso una frase che mi è rimasta impressa "non posso vivere né con te né senza di te". Mi ricordo anche che da giovani questo libro aveva preso tanto sia a me che a lui, non capivo il perché, ma adesso rileggendolo mi fa pensare a noi. Maledizione non riesco a liberarmi di lui! Non riesco a non pensarlo, a non amarlo... Decido di uscire a fare una passeggiata e mi porto il libro con me.

Pov. Raimundo
Sono alla locanda a servire i clienti, ma come sempre il mio pensiero è rivolto a lei.
<ehy padre!>
Mi dicono dandomi tutto ad un tratto dandomi un pacca alla schiena. Faccio un salto di trenta metri, ma chi è questo matto? Mi giro e vedo Tristan ridere divertito. Faccio un respiro profondo, ma guarda tu questi scherzi.
<grazie Tristan, mi hai fatto venire un colpo.>
Dico guardandolo senza speranza, questo lato è tipico di Francisca, anche lei mi faceva certi scherzi da farmi rimanere secco.
<prego.>
Mi dice ridendo ancora. Lo guardo e gli faccio segno di sedersi.
<questo buon umore?>
Mi sorride vorrei tanto sapere cosa lo rende così.
<ricordate il libro che è nella vostra stanza, con una vostra dedica?>
Penso a il libro che avevo regalato a Francisca da giovane, anche se non mi ricordo perché alla fine ce l'ho io.
<ehm... Forse ho capito.>
<be' vi dico che l'ho dato a mia madre.>
<co... Cosa!?>
Dico senza parole sorpreso, mamma mia, non oso immaginare la sua reazione. Mi sorride e non capisco il perché.
<dopo che gliel'ho dato, si è chiusa nel suo studio a leggerlo.>
D'un tratto mi calmo, sentendo quel che dice Tristan.
<dovevate vedere la sua faccia quando l'ha visto.>
<che faccia aveva?>
<ho intravisto un debole sorriso, era sorpresa.>
<ma come lo hai trovato? Lo avevo ben nascosto.>
<ho i miei segreti.>
Scuoto la testa sorridendogli.
<se morivo la colpa era tua.>
<non sarebbe mai successo, comunque vi va di fare una passeggiata?>
Accetto con piacere e usciamo dalla locanda.

Oltre Le Bugie E Gli Inganni, Noi Ci AmiamoOn viuen les histories. Descobreix ara