20° capitolo

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Pov. Raimundo
Per tutta la notte ho tormentato il letto girandomi e rigirandomi, non ho chiuso occhio neanche per dieci minuti, le occhiaie mi arriveranno sotto le scarpe. Decido di andarmi a vestire è inutile rimane ancora a letto. Esco fuori dal balconcino a prendere aria. Sento bussare e do il permesso di entrare. Quando mi giro vedo Emilia con un vassoio con la colazione.
<buongiorno padre.>
<non lo è tanto per me, comunque buongiorno anche a te Emilia.>
Mi continua a guardare e io entro.
<scusami Emilia, ma stamattina non ho fame.>
<padre ieri sera non avete neanche cenato, mi spiegate cos'è successo?>
Le tolgo il vassoio da mano per poggiarlo sul tavolo e poi mi siedo sul letto. Devo sfogarmi e so che con lei posso. Le faccio segno di sedersi vicino a me e le racconto tutto.
Mi guarda senza parole e io abbasso lo sguardo, mi sento uno schifo.
<ma come avete potuto padre!? Capisco il bisogno di soldi, ma avvicinarsi alla Montenegro e ingannarla in quel modo...>
<Emilia per favore sto già male di mio.>
<per una volta riesco a capire la Montenegro e ce ne vuole statene certo.>
Mi escono varie lacrime sto male. La sento sospirare e poi mi mette una mano sulla spalla.
<cercate di riposare non avete dormito tutta la notte e si vede.>
<non ce la faccio Emilia, a pensare ciò che le ho fatto, il fatto che l'ho persa e ricordare i suoi occhi pieni di rabbia, odio e rancore mi fa stare malissimo.>
<vi porto una camomilla così vi rilasserete.>
Non dico niente e dopo avermi dato un bacio sulla guancia esce dalla camera.

Pov. Francisca
Inizio a svegliarmi, sento il cuscino bagnato e io sono ben avvolta dalle coperte. Quando mi sveglio per bene vedo Tristan affacciato alla finestra.
<Tristan.>
Subito si gira sorpreso e viene a sedersi vicino a me.
<ben svegliata madre.>
Gli sorrido, non ricordo un fico secco, ho un vuoto.
<cos'è successo?>
Mi guarda un secondo interrogativo e poi vedo che pensa a cosa dire.
<avete litigato con mio padre.>
Litigato? Come un fulmine mi torna in mente tutto, la lettera, i soldi e tutta la farsa, che sia maledetto! Presa dalla rabbia stringo le lenzuola tra le mani, lo odio.
<madre state calma.>
Mi dice mettendomi una mano sul braccio.
<no Tristan non sto calma!>
Sono fuori di me. Mi alzo e cammino per la camera. Sono stata una stupida a credergli, non so a cosa pensavo in quel momento. È una persona totalmente falsa, il suoi abbracci, baci, l'altra sera... era tutto falso.
<madre.>
Cerca di fermarmi, ma non ci riesce sono piena di rancore e odio.
<non si deve avvicinare né a te né a me, né a questa casa, Tristan stai alla larga da tuo padre!>
<ma cosa dite?>
Mi avvicino a lui e gli accarezzo la guancia.
<per favore stagli lontano, non merita niente.>
<solo se mi dite cosa vi ha fatto.>
A quella richiesta non so che dire, ma alla fine decido di non dire niente, ho paura della reazione di Tristan, lui è troppo buono.
<niente tesoro, ho solo capito che non è l'uomo per me. Dai scendi che mi vesto e poi facciamo colazione.>
<ma...>
<vai Tristan tranquillo.>
Riesco a convincerlo ed esce. Io mi lascio andare sul letto, anche se mi sono appena svegliata sono stanca sia fisicamente che psicologicamente. Cerco di lasciarlo perdere per un po', ormai non è più cosa che mi interessi. Mi vesto con il primo abito che vedo nell'armadio e scendo. Trovo Tristan seduto a tavola pensieroso.
<tesoro.>
<madre.>
Cerco di fargli un sorriso, ma non mi esce per niente, lo devo ammettere sto male, ma male male. Mi siedo e facciamo colazione in uno strano silenzio.
<madre vado in camera che ho dimenticato una cosa.>
Annuisco e sale al piano di sopra. Io chiamo Mauricio e vado nello studio.
<signora.>
Mi dice entrando e chiudendo un po'  le porte.
<Mauricio posiziona degli uomini alle entrate della Villa, Raimundo Ulloa non deve entrare qui.>
Annuisce e noto che vuole chiedermi qualcosa.
<c'è altro?>
<vi ha fatto del male?>
Rimango sorpresa da questa domanda, il mio capomastro mi è sempre stato fedele e mi fido di lui.
Gli sorrido teneremente e mi avvicino a lui.
<no, però mi ha mentito, quel maledetto voleva i miei soldi, non gli è bastato farmi passare le pene dell'inferno con Salvador per colpa sua.>
Dico fogandomi un po' con lui e mi guarda sorpreso.
<i vostri soldi?>
<si Mauricio...>
<è perché?>
<non lo so e non lo voglio sapere! Mi raccomando non una parola con Tristan.>
Annuisce e apre le porte per andarsene, ma si blocca.
<tutto bene?>
Mi guarda e poi guarda nel salone. Ma che ha? Esco stando sulla soglia e vedo Tristan, speriamo non abbia sentito niente.
<Tristan hai preso quel che ti sei dimenticato?>
<cos'era quella storia madre?>
Mi chiede con tono serio e io e Mauricio ci guardiamo, cavolo ora come sistemo questa.

Oltre Le Bugie E Gli Inganni, Noi Ci AmiamoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora