Capitolo ventisette.

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Salve persone!
Qui il commento a inizio capitolo è d'obbligo perchè c'è un cambio  
di contenuti e davvero non si sa mai. 
Godetevelo in quanto la storia sta per terminare e spero sia stata in grado di trasmettervi qualcosa.
Spero che il capitolo vi piaccia, che sappia emozionarvi e che possiate trovare 5 minuti per dirmi cosa ve ne pare.
Un bacio.
-Allen




Tenerife, 18 agosto 2015

"Sveglia, sveglia" il letto sotto al mio corpo cigola fastidiosamente e si muove in modo ancora più eccessivo, ma dalla voce divertita che mi fa da sveglia, e dal sorriso che sembra deformargli la bocca, credo proprio che oggi potrà essere una bella giornata. Mi stiracchio leggermente e apro un solo occhio, godendomi letteralmente lo spettacolo del suo corpo avvolto solo da un paio di boxer che salta sul letto "dove mi porti oggi? Devi ancora convincermi, non so se voglio essere il fidanzato di un dormiglione..."
"Lou troppe parole prima del caffè o di un bacio" sotterro il viso sotto un cuscino, e credo proprio di aver scelto inconsciamente il suo, visto l'inconfondibile odore di lavanda, e mi beo per pochi minuti del buio, del silenzio e del suo odore, ma la pace smette subito di avvolgermi visto che un colpo più forte degli altri colpisce il letto, accompagnato da un fortissimo odore di caffè "se mi hai portato la colazione a letto giuro che ti sposo" non arriva nessuna risposta e sono costretto a venir fuori dal mio fortino improvvisato, per trovarlo con le guance gonfie, gli occhi lucidi ed un vassoio pieno di cibo e di caffè per entrambi "Lou?" continua a guardarmi con una faccia leggermente estraniata dal mondo, e nemmeno quando gli prendo il vassoio dalle mani per appoggiarlo sul comodino e potermi avvicinare a lui, sembra accorgersi di me "amore?" gli accarezzo il viso e gli scappa un sospiro, subito seguito da un sorriso "eccolo qui il mio bambino, che è successo?"
"Niente" ribatte scuotendo la testa senza che le sue labbra smettano di tendersi in modo sognante "ora facciamo colazione dai." Lo faccio appoggiare al mio petto e lui si porta la nostra colazione sulle gambe non spostando lo sguardo dal cibo.
"Non mi prendi in giro, mi dici a cosa stavi pensando?" soffio direttamente contro la conchiglia del suo orecchio "Niente più segreti, ricordi?"
"Se ti dico a cosa stavo pensando tu mi dici dove mi porti oggi" mi ricatta in modo provocatorio, cercando di guardarmi negli occhi, nonostante la posizione scomoda.
"Iniziamo a mangiare e ci sto" ribatto convinto, anche se realmente non so dove andremo oggi, che giorno è?
Riempie le nostre due tazze di caffè e me ne passa una sorseggiando la sua.
"Non spaventarti e non arrabbiarti" inizia cauto piluccando un po' di marmellata, ed io non riesco a capire davvero cosa possa essere così brutto da poter scatenare in me reazioni così negative, ma rilascio il respiro che stavo trattenendo quando si porta il dito di marmellata alla bocca e fa una faccia leggermente più serena "stavo pensando al nostro matrimonio."
Silenzio.
Anche il mio cervello si rifiuta di pensare, in un mutismo selettivo che rinnega con ogni forza quella scena, non perché non vorrei, non perché sia qualcosa di brutto che non vorrei si realizzasse, ma semplicemente perché se dovessi immaginare la scena, poi ogni mia terminazione nervosa agirebbe in relazione di quell'attimo, ogni mio pensiero orbiterebbe intorno a quel SI, ogni mio passo sarebbe verso l'altare.
"Immaginavo te" accarezza una mia coscia e lo vedo abbandonare la testa contro la mia spalla, con la bocca piena delle briciole di una fetta biscottata "con queste gambe meravigliose strette in un pantalone blu, come i miei occhi, o forse nero, a slanciarti ancora di più, a farti toccare il cielo" mi bacia una guancia quasi come se avesse paura di avermi rotto con questa confessione e la realtà è proprio questa: si è insinuato nella diga che avevo costruito per impedire a quest'immagine di fossilizzarsi nella mia memoria, ha creato una crepa in quelle mura alte, dalla quale adesso stanno entrando decine di immagini, io che mi emoziono fra le braccia di mia madre e di mia sorella, Liam, Niall e Zayn che ci guardano emozionati, e forse anche George, si anche George che mi é stato accanto quando non credevo neanche io di poter splendere di nuovo, e le gemelle belle come il sole, e le nostre mamme abbracciate come 20 anni fa, in quel primo incontro in cui le nostre famiglie si sono toccate e mai lasciate, e lui radioso, bello, immenso, solo come lui può essere, solo come lui può farmi sentire "con la camicia candida come la tua anima lasciata sbottonata, a far vedere a tutto il mondo lo spettacolo" e mi lascia un bacio sulla clavicola, e poi direttamente sullo sterno, e ancora sul cuore, quel cuore che tradisce tutta l'emozione, tutta l'attesa, tutta la speranza "ed io vestito di verde bottiglia, perché è sempre stato il mio colore preferito, ed anche se non te l'ho mai detto era per i tuoi occhi" mi scappa un sorriso, e ricordo quella volta al parchetto, che ricordare è un parolone per quanto eravamo piccoli, ma per quante volte ho riletto quelle pagine, mi sembra quasi di ricordare ogni istante "e tu che mi vieni a prendere, con tutte le persone più importanti della nostra vita a guardarci, ed io che mi emoziono, ed io che ti amo, ed io che ti giuro che sarà per sempre" e non posso fare a meno di immaginarlo e di volerlo con ogni mia forza, di desiderare con ogni mia cellula che avvenga presto, che sia mio per sempre, che anche se lo so che un pezzo di carta non fa la differenza, sento che poter dire davanti al mondo intero che Louis Tomlinson è mio marito la fa la differenza, eccome se la fa "e vi dichiaro marito e marito, ed io che ti bacio e tu che mi baci e noi che diventiamo famiglia, e noi che costruiamo un futuro, noi che..."
"Ti amo così tanto da sentirmi male" soffio contro la pelle morbida e profumata del suo collo.
"Non voglio, non voglio" sbuffa quasi infastidito, ed io non riesco a capire "voglio che mi ami da star bene okay?" sposta il vassoio ai suoi piedi e si volta fra le mie braccia "perché io sto bene, sto bene ricordando il nostro passato insieme, che a pensarci bene sembra un film, sto bene vivendo questo presente, che nella mia mente si ripete come una canzone, di quei cantanti sognatori che tanto adoro, e annaspo alla ricerca di quel futuro che continuo a raccontarmi quando ho paura, perché è una favola moderna che serve a farmi tranquillizzare, a farmi prendere sonno" gli catturo le labbra solo per un minuto che sembra non voler finire mai, senza chiedere permesso, senza nessuna forma di gentilezza, mi approprio della sua lingua, dei suoi sospiri, della sua anima che fluisce alla ricerca della mia. Perché lui mi appartiene, non come un oggetto, perché non sarebbe corretto, perché non sarebbe da me, ma come anima, la sua anima appartiene alla mia, perché si sono confuse per quanto sono state vicine, e quando sono state costrette a separarsi, si sono divise in due entità, ma con i sentimenti di entrambi, con le voglie di entrambi, con i sogni di entrambi.
"Ti amo da stare male perché quando mi sei lontano non riesco a respirare, perché quando mi guardi è come un pugno nello stomaco, perché quando mi baci perdo la cognizione del tempo e dello spazio" gli accarezzo le braccia con i polpastrelli, quasi senza toccarlo davvero "e perché grazie a te il male diventa bene, e tutto diventa oro colato se sono i tuoi occhi a guardarlo." Si stringe contro di me, cercando la mia bocca, e ci troviamo a metà strada, in uno dei quei baci che sanno di tranquillità, di futuro, e di sogni in grande, non di promesse infondate, non di parole vuote, solo di certezze, lontane forse, ma sicure. E tutto sembra facile, vicino, perché con la sua pelle a contatto con la mia è sempre così, perché con lui i sogni si trasformano in realtà e quegli attimi sono ancora più belli di quello che avevo immaginato, perché si programma, non si sogna, perché sarà difficile con lui che odia i lunedì ed io che sono sempre troppo in orario per i suoi gusti, ma qualcosa che ha superato tutto questo, che si è mangiato la distanza, ha strappato il dolore, e ha sconfitto la morte non può mica sparire, ed io lo so, che un giorno tutto quello che vorremo accadrà, e sarà nostro, e sarà bellissimo.
"Dove mi porti allora, futuro marito?" pretende di sapere imboccandomi una fragola con la panna, con una favilla di curiosità negli occhi che non riesco ad ignorare. Ed improvvisamente lo so che giorno è oggi, e so anche cosa faremo stasera.
"Ti porto a casa amore, ti porto a casa."

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