sᴇ ᴀᴠᴇssɪ ᴜɴ ɢɪᴏʀɴᴏ ɪɴ ᴘɪú ᴄᴏʀʀᴇʀᴇɪ ɪɴ ᴅɪᴇᴛʀᴏ ᴘᴇʀ ᴛᴏʀɴᴀʀᴇ ᴀ ᴄʜɪᴇᴅᴇʀᴛɪ ᴘᴇʀᴅᴏɴᴏ

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Non ami le pareti della tua
stanza. Hai negli occhi i papaveri rossi
in fuga. Il sorriso del giovane
acrobata. Il trionfo
di lui, o della tua
vita quando torna primavera.

Sono trascorse esattamente due settimane da quella sera e questa mattina Yoongi si precipitato nella mia camera ripiombando non invitato nelle mie giornate. Credevo che quella notte avesse sancito la fine. Ci siamo evitati per due settimane come se fosse stato richiesto dal naturale sviluppo degli eventi. Almeno, così pensavo io, e stavo iniziando ad accettare questa nuova situazione, ma Yoongi, ovviamente, aveva altri piani. Gli ha esposti con i suoni della burrasca. Con un boato profetico e inatteso, ha spalancato la porta. Ha fatto tre passi all'interno della stanza. Fermo. La testa bassa e pesante tanto che non riuscivo a vedergli occhi. Supposi fossero umidi, poiché un lieve tremore gli scuoteva le spalle
Ero seduto sul letto prima che Yoongi facesse la sua eclatante entrata; appena sveglio non avevo ancora fatto a patti con il mio stare al mondo, cosa che avviene con scarsa approssimazione solo dopo una tazza sostanziosa di caffè e una lunga doccia calda.
-Jimin- ha detto Yoongi, stringendo tanto i pugni che per un attimo ho temuto gli esplodessero le vene dei polsi.
-non faccio niente di buono ma non sei di certo nella posizione di condannarmi!-
Non mi lasciò il tempo di assimilare ciò che era appena successo, di chiedere spiegazioni o controbattere. Quello che cercava non era un confronto, ma un imperativo, un affermazione della sua incontestabile presenza. Voleva essere sicuro non lo dimenticassi. Lui c'era ancora e non mi avrebbe lasciato andare facilmente.
Con la stessa forza caotica con cui era entrato, uscì. Il colpo sordo della porta chiusa alle sue spalle sancì la fine di quella rumorosa parentesi inconcludente. Caddi in un silenzio tombale che pesava su ogni mio muscolo.
Il mattino iniziava a schiarirsi e Seoul fremeva d'irrequietezza e soddisfazione per l'imminente weekend. Dovevo uscire per le otto perché più si tarda e più le metropolitane si affollano. Capita spesso di perdere il posto ed essere spintonati fuori. Nessuno ha riguardo o spazio per te nella faticosa scansione della sua giornata, e in un certo senso é giusto così, bisogna fare fiducia solo su se stessi e affrettarsi per accaparrare le prime file. Il problema é che non ho di certo una struttura fisica che mi permetta di farmi largo nella ressa a forza di spallate né una statura che intimorisca. Ho altre qualità, ma certo non quella della prestanza fisica.
Poi, se vuoi prendere un caffè veloce e una fetta di pane tostato devi sbrigarti il doppio. Le mie gambe corte mi costringono a muovermi il quadruplo.
Eppure, Fino alle otto e mezza sono rimasto perfettamente immobile, seduto sul letto in stato catatonico, lo sguardo fisso sulla porta come se aspettassi l'entrata certa di qualcuno. Ero stranamente sicuro, però, che semmai quell'ombra vaga e amorfa che era andata a crearsi nel mio immaginario nebbioso fosse entrata, non avrebbe avuto le sembianze di Yoongi. La stanza era bagnata da onde schiumose di luce chiara del mattino. Le pareti e le tende bianche infondevano un senso di pulizia, cura e tranquillità. La trapunta candida, nuova di bucato, profumava di lavanda. Tutto richiedeva ordine e semplicità.

La mia stanza é a un piano sufficientemente alto per riuscire ad avere una vista parziale dello skyline di Seoul, ma a me non interessa guardare tanto lontano. Mi basta abbassare il capo e guardare dall'alto il piccolo quartiere residenziale che si estende placidamente per tutto il distretto. Le case sono piú basse del palazzo in cui abito. Non so bene il perché ma mi piace osservare le signore che appendono i panni su i fili che risplendono argentei sotto la luce chiara del mattutino. Guardo le lenzuola stese che ondeggiano come vele fantasma di una nave pirata naufragata tanto tempo fa. Le cabriolet tirate a lucido che, come piccoli vascelli di marina, disormeggiano e sguizzano via dalla banchina per dirigere i proprietari al lavoro, o i figli dei proprietari a scuola o a qualsiasi altra attività borghese e costosa partecipassero.

Una piacevole sensazione famigliare mi pervade. Sento che la mia vita sia da un po' carente di pace e serenità. Spesso una serra di dubbi mi attanaglia. Mi distorcano lo stomaco. Mi fanno venire la nausea. Mi chiedo se abbia fatto bene, se non sia stato troppo precipitoso.

current mood- YoonminWhere stories live. Discover now