-La Sposa del Sole-

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Per ultima cosa, poi, mi sono ritrovata ad interrogarmi sul ruolo di Gregor in tutta questa storia. In realtà non ha alcun reale obiettivo, non combina nulla di funzionale, ma ho letto nell'ultima capitolo che ci saranno dei sequel, quindi immagino che in questo primo volume sia stato un personaggio messo semplicemente in ballo, piazzato per il prossimo futuro.

Voto 8/10


2) Originalità

Come detto, la storia presenta una grande originalità. Un lessico innovativo e scenari inediti ci catturano totalmente.

Il livello purtroppo scende a causa della presenza di dei già conosciuti, non creati ex novo, e di qualche flashback dei personaggi che ricalca un po' troppo personaggi della letteratura (mi viene in mente Padre Undine, che mi ha ricordato molto Fra Cristoforo, almeno per quanto riguarda il suo passato).
La linea principale della storia, poi, la lotta tra eretici e religiosi non suggerisce qualcosa di particolarmente diverso da standard già visti, ma i colpi di scena che scopriremo (e sui quali ovviamente non darò info neanche sotto tortura) si impegnano a ribaltarci anche l'anima, stravolgendo totalmente la visione iniziale che avevamo avuto.

Bisogna solo avere pazienza di proseguire per qualche capitolo.

Voto 8/10


3) Coerenza narrativa

Non ho trovato alcuna incoerenza.

Voto 10/10


4) Metodo narrativo

I problemi più gravi che ho trovato bazzicano per 'sta categoria.

Partiamo dal parlare delle cose positive.
Certamente le descrizioni ambientali, i dialoghi e la coerenza lessicale sono assolutamente impeccabili. Scenari medievali, spesso cupi e abbandonati a loro stessi si delineano con facilità di fronte ai nostri occhi; i dialoghi risultano assolutamente naturali nel loro contesto, cosa non semplice, perché spesso utilizzando un lessico aulico come quello dell'autore si rischia di farlo male, molto molto male (una volta ci ho provato: mi veniva da piangere a rileggere. Fortunatamente per tutti ho lasciato perdere), finendo per risultare goffi ed imbarazzanti. Non è assolutamente questo il caso.

Le descrizioni fisiche sono scarse, ma trovo che sia perfetto così. Non è una storia che necessità di carte d'identità fatte su misura per farsi apprezzare.

I problemi principali sono essenzialmente tre.

- Il primo ha a che fare con un tipo specifico di dialogo. Quando alcuni personaggi si dilungano nella spiegazione di qualcosa (vedesi il già citato capitolo in cui Gregor assiste ad una lezione di teologia), c'è il brutto vizio di non tagliare mai il dialogo. Ne esce un discorso estremamente lungo, che si fa fatica a seguire, che risulta innaturale nella sua eccessiva prolissità priva di interruzioni quali "schiarimenti di voce, movimenti, qualsiasi cosa possa interrompere un filo dialogico". In quella scena particolare, poi, una lezione che inizia e finisce con un singolo logorroico dialogo senza tagli di alcun genere, non dà l'idea del tempo che passa. Non si tratta di un capitolo lungo e il suo esaurirsi in quel dialogo senza interruzioni ci fa percepire la durata della lezione come troppo breve per essere avvenuta realmente. Autore, ti consiglio, oltre a provare ad inserire in un lungo dialogo del genere movimenti o azioni che possano amalgamarsi al suo interno, di far seguire la fine della spiegazione con un robo tipo "E la mezz'ora successiva venne impiegata per rivedere dogmi e blablabla", insomma, per allungare il brodo e per dare profondità temporale a quella scena.

- Il secondo problema, che va a scontrarsi poi con il terzo, è la confusione. In molti punti c'è davvero un caos incredibile, verbi che si accavallano e soggetti che si vanno perdendo. Un paio di esempio possono essere: nel capitolo 14 si afferma che a Sebastian piaccia girare attorno alla vittima. La frase è estremamente confusa e la comprensione è tutto tranne che immediata.

Nel capitolo 15 l'aggressore di Sebastian rimane impalato in uno spuntone. Per il dialogo che segue tra i due, i soggetti non fanno altro che confondersi, rendendo inizialmente complesso addirittura capire se sia Sebastian o il suo aggressore ad essere rimasto infilzato.
Molte scene d'azione si ingarbugliano. Autore, cerca d'essere più chiaro con gli epiteti, piuttosto ripetendo maggiormente il nome del soggetto, onde evitare epiteti troppo fantasiosi utili solo a spaesare il lettore.

- L'ultimo problema riguarda sempre la confusione, che potrebbe essere ulteriormente smorzata prestando più attenzione ai soggetti che si accostano accanto ad un'affermazione.
Un esempio ridicolo che mi invento ora su due zampe: "Ciao Sebastin, come stai?". Sebastian la guardò perplesso.
A parlare non è Sebastian, ma Mithra, eppure tu suoli spesso accostare nello stesso rigo di un'affermazione un soggetto diverso da quello che ha parlato.

Se abbiamo un interlocutore e un ascoltatore, ti consiglio d'andare a capo e non accostare l'affermazione di un soggetto con l'altro, in quanto, se in questo esempio non sorgono dubbi, in vari botta e risposta è più facile credere che il soggetto accostato alla frase pronunciata sia l'interlocutore.

Voto 6/10


5) Grammatica

Per più di metà storia la grammatica è pressoché perfetta, fatta eccezione per pochi e radi errori di battitura.

Da circa il capitolo 14 gli errori di distrazione aumentando, accostandosi anche ad un Sì affermativo che perde continuamente l'accento.

Troviamo anche un uso davvero eccessivo dei due punti.

Voto 8/10


6) Caratterizzazione personaggi

Sebbene sia una storia che, con così tanti personaggi e con così tanto movimento, non necessita direttamente di una caratterizzazione molto dettagliata, i personaggi di questa storia ci appaiono tutti ben delineati.
Probabilmente facilitati dall'alto numero di flashback sul loro passato, nessuno ci si pone con indifferenza. Dandoci modo di riconoscergli e aspettarci precisi atteggiamenti.

Nulla da dire, mi sono piaciuti molto e ho trovato sempre molto piacevoli i capitoli sul loro passato.

Voto 10/10


7) Stile

Per quanto inizialmente lo stile possa risultare pesante, dopo pochi capitoli si riesce tranquillamente ad entrare nella sua ottica. Sinceramente è uno stile che ho adorato, formato da un lessico aulico e accurate descrizioni, di freddi stacchi e di buon dosaggio della suspense, di colpi di scena e ribaltamenti, di azioni inaspettate e placida calma.

In certi punti i troppi vocaboli si intrecciano un po', dando vita alla confusione della quale abbiamo già parlato, ma non starò a ripetermi.

Serve più ordine ed eleganza, meno cadute in passaggi ostici, ma trovo che sia uno stile ben avanti nella sua fase di sviluppo, forse non estremamente originale, ma padroneggiato con maestria.

Non è facile, per niente.

Voto 9/10


Conclusioni

Può risultare una storia lenta, inizialmente, ma basterà sforzarsi ed andare oltre per scoprire un'originalità che ci era stata nascosta, per accedere a macchinazioni impensabili.
Ho apprezzato molto questa storia, mi ha lasciata con il fiato sospeso in concomitanza del finale e mi ha stupita con idee molto particolari.

Segnalerei solo maggiore attenzione alle scene movimentate, più ordine e pulizia che possano aiutare il lettore ad orientarsi. 

Neanche a dirlo, è ovviamente consigliata.

Voto complessivo 59/70

La Critica [Recensioni]Where stories live. Discover now