Capitolo 44

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Arrivò ben presto il fatidico giorno della vacanza, se così vogliamo chiamarla.
Avevamo organizzato tutto nei minimi dettagli e stavamo portando con noi cibo a volontà.
Sopratutto Cook, se fosse stato per lui a quest'ora si sarebbe portato dietro il frigorifero di casa sua.

Eravamo naturalmente suddivisi in varie macchine, tutto questo perché non potevamo stare come delle sottilette schiacciandoci tra di noi.

Saremo stati io, Cameron, Tony, Michelle, Frankie, Emily, Katie, Cook e, con mia incredibile disapprovazione anche quella vipera di Mini.
Inizialmente non capii per quale strana motivazione dovesse aggiungersi anche lei alla nostra gita, ma poi Tony mi aveva detto che lei e Cook uscivano insieme e tra di loro c'era qualcosa.

Comunque sia, buon per loro. Non poteva fregarmene di meno dal momento che avevo tutto ciò che volevo: Cameron.

Tra di noi stava andando a gonfie vele, tutto alla perfezione.
Nei giorni precedenti non avevamo fatto altro che stare insieme e coccolarci a vicenda anche se a volte Cameron decideva di fare il rude e concludeva il discorso con qualche frase da pervertito.
Facevo finta che mi dava un po' di fastidio infatti volava sempre qualche schiaffetto, ma in realtà la cosa mi eccitava parecchio.
Mi piaceva in un certo senso questo suo lato sporcaccione.

Organizzammo chi doveva stare con chi in auto: nella macchina di Cam c'eravamo io, Tony, Michelle e Mini - con mio grande dispiacere.
Mentre in quella di Cook viaggiavano Frankie, Emily e Katie.

Avevamo già fatto mezz'ora di viaggio e i ragazzi avevano bisogno di andare al bagno così ci fermammo al primo autogrill che incontrammo.
Cameron parcheggiò la sua macchina con una sola manovra. Dio, quanto era sexy quando era concentrato. Teneva sempre gli occhi sulla strada con un attenzione incredibile e soltanto raramente si girava verso di me per guardarmi, e quando lo faceva mi lasciava anche qualche carezza sulla coscia e un sorriso.
Ero davvero felice che non degnava nemmeno di uno sguardo Mini; a proposito quest'ultima borbottava cose poco amichevoli quando Cameron mi accarezzava di tanto in tanto.
Una sua frase riuscii ad afferrarla: “Avrei dovuto viaggiare con Cook.”

Sbuffava ogni secondo ed era diventata talmente insopportabile che avevo alzato di tanto il volume della radio per non sentirla ulteriormente e inutile dire che mi aveva sicuramente insultata e linciata con il solo potere dello sguardo.

Finalmente scendemmo dalla macchina aspettando che anche Cook parcheggiasse, solo che quando lo fece, o almeno tentò di farlo si schiantò accidentalmente con un'altra macchina.
Lo vidi chiaramente imprecare come un forsennato dato che alla sua macchina ci teneva più della sua stessa vita, sembrava quasi che fosse sua figlia.
Dopo cinque minuti finalmente il resto dei nostri amici si unirono a noi.

«Allora fratello, che ne dici di fumarci qualcosa mentre gli altri vanno in bagno?» Cook si rivolse a Cameron, che era accanto a me mentre mi teneva per mano, e diede dei colpetti alla sua tasca dei jeans.
Potevo giocarmi le mie borse Gucci che lì dentro c'era marijuana.
«No, grazie dell'offerta.» risposi al posto del mio ragazzo e poi tirai Cameron dal braccio trascinandolo dentro l'autogrill.
«Vuoi fermarti, cazzo?» sbraitò Cam strattonandosi dalla mia presa.
Rimasi con le braccia lungo i fianchi e spostai tutto il mio peso su una gamba sola osservandolo con improvviso interesse sarcastico.
«Ah, non dirmi che magari volevi fumartela una canna.» sputai acida andando al sodo.

«Non volevo fumarmi un bel niente, ma la prossima volta potresti evitare di rispondere al posto mio e trascinarmi con te come se io fossi un'idiota.» sbottò incrociando le braccia al petto e subito i suoi muscoli guizzarono contro la stoffa leggera della maglietta attillata dando una deliziosa visione dei suoi pettorali e dei bicipiti.
Ritornai con lo sguardo sui suoi occhi cercando di mantenerlo lì più tempo possibile, anche se era difficile.
«Wow, davvero mi dispiace tanto. Ho fatto una cosa che le altre coppie di solito avrebbero fatto senza problemi e invece tu mi aggredisci. Fantastico.», continuai «Possibile che ogni volta litighiamo per delle banalità?»

«Per prima cosa sei tu che stai creando un dilemma e secondo» si avvicinò di qualche passo a me finché non fui contro il muro ruvido dell'edificio e lui a un centimetro dalla mia faccia.
«noi non siamo le altre coppie.»
Si avvicinò al mio orecchio e subito partirono come al solito mille brividi da ogni parte del corpo e un calore insopportabile e allo stesso tempo piacevole si concentrò sul mio basso ventre, stavo andando letteralmente a fuoco, eppure caldo non c'era.

Oh, maledetti ormoni incontrollabili e impazziti.

«Mettitelo in testa.» leccò il lobo del mio orecchio causandomi la pelle d'oca.
Rizzai i piedi e il mio respiro diventò sempre più pesante; avevo bisogno di aria, tanta.
Senza più fiato mi appoggiai alla sua spalla ignorando il fatto che qualcuno ci stesse guardando o ascoltando, quando stavo con lui tutto il mondo attorno a noi si volatilizzava nel nulla ed eravamo solamente noi due.

«Io ti voglio.» sussurrai sulla sua pelle calda lasciandoci qualche bacio bollente.
«Anch'io piccola. Avremo tutto il tempo.» mi strinse a sé protettivamente baciandomi tra i capelli.

Il nostro momento romantico fu interrotto dalle urla di Frankie, stava correndo come una squilibrata mentale e aveva una faccia bianca come il latte, dietro di lei comparvero anche Katie e Mini con la faccia altrettanto pallida.

«Che cosa succede?» bloccai il braccio di Frankie.

Lei mi guardò terrorizzata e confusa.
«Il t-tizio della macchina che Cook ha tamponato ce l'ha con tutti noi per il danno che gli abbiamo causato e ci ha minacciato di trovarci e ucciderci uno ad uno.»

Per un solo istante mi sembrò di trovarmi nel set di Radio killer quando quel pazzo maniaco di un camionista faceva fuori ogni singolo ragazzo in modi atroci.
Frankie riprese un po' di fiato e proseguì nel parlare, nel frattempo tutti gli altri ci raggiunsero.
«Ero in bagno con Emily, Katie e Mini e quando siamo uscite Michelle ci ha detto tutto. Quel pazzo ha minacciato Tony e gli ha detto che voleva parecchi soldi per il danno inflitto alla sua auto.»
Parliamoci sinceramente, sull'auto di quel signore c'era un gran bel bozzo più che evidente.
«Gli ho detto che non potevo darglieli adesso, anche perché non si tratta mica di dieci dollari.» intervenne Tony con un tono preoccupato.

«Cazzo, ragazzi per un misero graffietto-» interruppi Cook prendendo parola.

«Graffietto?»

«D'accordo, quel che è. Per una misera ammaccatura state facendo scendere i Santi dal cielo. Lasciate perdere, vedrò cosa posso fare quando sarà giunta l'ora di tornare a casa, ma per adesso godetevi questa vacanza!»

😅😅😅😅

Sorry.

La scuola è iniziata.....➰
Com'è stato il rientro?

Volevo informarvi che nel prossimo capitolo ci saranno tanti colpi di scena (😂) e tanto sesso (😏).

Se ci sono errori li correggerò al più presto.

Mi dileguo❤

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