Capitolo 10

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«Cazzo.» imprecò Cameron scostandosi rapidamente da me; a mia volta mi alzai i jeans come aveva già fatto lui. Lo spinsi per le spalle muscolose verso uno dei bagni vuoti e lui si chiuse lì dentro. Non volevo di certo farmi trovare in un bagno con lui, avrebbe potuto pensare male perché poi, d'altronde, era la pura verità.

«Naomi!» la porta bianca venne spostata e rivelò una Michelle con il fiatone.

Okay, è lei. Posso cavarmela.

Deglutii sperando che non si accorgesse del mio disagio o peggio di Cameron che stava, sicuramente, ascoltando tutto.
«Dimmi!» dissi euforica, o per lo meglio presa dal panico.

Maledetto Cameron, maledetta situazione.
Lo strangolo.

«Ti ho cercata per tutta la scuola. Ma dove ti eri cacciata!?»
Tu invece mi spieghi perché stai praticamente urlando?

«Uhm...ma niente, ero qui e..» mi guardai attorno per cercare qualcosa da cui far nascere la mia bugia. Il mio sguardo si soffermò sul rubinetto.
«Mi stavo lavando le mani..sì.»
Sembrò non crederci molto tanto che mi guardò come se fossi una psicopatica. «ANYWAY! Allooora, in pratica stasera c'è una festa e tu, che lo voglia o meno, vieni con me!» esclamò entusiasta.
Oddio ma 'sti qua quante feste fanno?!

«Ma di nuovo!?» sbuffai. Non avevo tanta voglia di andare ad un'altra festa se dovevo proprio essere sincera. L'ultima volta era stato un disastro per colpa di Cameron. Già, Cameron... stava ascoltando tutta la nostra conversazione, virgola per virgola. Ricordavo ancora quando mi aveva fatta chinare in quel bagno lurido e sporco, le sue mani su di me, il suo respiro caldo che mi soffocava, le sue labbra che mi sfioravano: un miscuglio di sensazioni contrastanti.

«Si di nuovo. Quindi...beh, ci vediamo stasera alle nove a casa tua!» mi lasciò un bacio sulla guancia e andò via.
Qualche secondo dopo riapparì.
«Ah e c'è anche Cook.» mi fece un sorriso malizioso e stavolta scappò via come se qualcuno la stesse aspettando. Feci un sospiro di sollievo.

Un attimo dopo la porta di uno dei bagni si spalancò sbattendo persino contro il muro e ne sgusciò fuori Cameron.
La delicatezza in persona.

«Quindi stasera vieni...e c'è Cook.» pensò camminando lentamente attorno a me.
Non so se lo faceva apposta - non lo conoscevo ancora bene - ma mi metteva troppa ansia quando faceva così. Era calmo ma in realtà dentro di lui ci sarebbe potuto essere, possibilmente, un uragano. E di certo ci sarei andata di mezzo io.

«Mi raccomando, metti qualcosa di carino.» disse con voce roca soffermandosi davanti a me. Toccò il mio collo con l'indice, proprio nel punto dove avevo il succhiotto che - lui stesso - mi aveva fatto giorni prima. Quando fece per avvicinarsi al mio viso cominciai ad agitarmi, il mio fiato accelerò ancora di più - come il mio cuore - appena le sue labbra furono a un centimetro dalle mie.

Sorprendentemente le sue labbra finirono sulla mia fronte applicandoci una leggera pressione.
Mi aveva lasciato un bacio in fronte.
«A stasera, piccola.» e mi lasciò di nuovo lì, in un bagno, ma stavolta con un leggero sorriso dipinto sul mio volto mentre guardavo la mia immagine riflessa allo specchio.

Piccola...

****

«D'accordo d'accordo!» urlai ridendo e liberandomi dalla sua presa.
Michelle quando mi aveva detto qual'era il vestito che secondo lei dovevo indossare -  corto fino a metà coscia, blu elettrico - mi ero categoricamente rifiutata così lei aveva cominciato a farmi il solletico facendomi arrendere immediatamente.

Prima regola: non fate mai il solletico a Naomi, ne soffre troppo.

Eravamo a casa mia ed erano le dieci meno venti. Lei aveva già scelto il suo vestito: era corto anch'esso fino a metà coscia, viola con tantissime paillettes dello stesso colore che lo mettevano particolarmente in risalto. Certo, io personalmente non lo avrei mai indossato, ma a lei stava bene; era nel suo stile. E poi aveva un fisico da Dio: pancia piatta, cosce normali - né troppo magre né troppo grosse.
Andai in salotto dopo aver indossato il vestito blu e presi il rossetto rosso. Cominciai a spalmarlo per tutte le mie labbra piene.

Una cosa che mi piaceva del mio corpo erano le labbra e poi al secondo posto potevano starci anche le mie forme, ovvero il seno e il fondoschiena.

Ripensai a Cameron, voleva che fossi carina. Mi guardai ancora allo specchio...ero carina o almeno speravo.

Ehi ma adesso vuoi essere anche carina per Cameron?
Mi diturbò la mia vocina interiore - sempre presente.
No! Non per lui di sicuro! Mi battei una mano sulla fronte ripetute volte. Finii di applicare quel rossetto e poi corsi a prendere le chiavi di casa. Michelle mi stava aspettando all'ingresso con un sorrisone soddisfatto mentre teneva con una mano la porta che aveva aperto.

«La smetti di fissarmi? Mi sembra di essere a una sfilata!» Okay, ammetto che non la conoscevo da molto, ma avevo più o meno capito che persona era. Prima di tutto era solare e non ti faceva mai smettere di ridere.

«Sei uno schianto, Cook impazzirà!» non capivo perché aveva questa fissazione su Cook. Insomma, non era la persona giusta per me.

Cioè, lui era sfacciato con tutti, - anche con le persone che non conosceva - non si spaventava di dire nulla. Invece io ero timida, ma se prendevo confidenza, sempre con chi conoscevo, diventavo una pazza e non ragionavo più.

Strano direi.

«Oddio smettila!» risi.
«Comunque anche tu lo sei, come sempre.» uscimmo dalla porta e restammo lì davanti.
«Uh..c'è un piccolo cambio di programma. Viene a prenderci Tony!» intercettai subito l'eccitazione e la felicità nei suoi occhi. Era stracotta di Tony.
«Oookay..» confermai sospirando.
Due attimi dopo, infatti, Tony si presentò con la sua macchina.

Salimmo a bordo. Michelle si mise nel sedile accanto a quello di Tony, mentre io mi misi dietro appoggiando la testa al sedile.
Sospirai pensando alla mia vita a Manhattan. Mio fratello Will che ormai non c'era più, Effy e Freddie...Dio quanto mi mancavano.

A proposito presi il cellulare e mandai un messaggio ad entrambi sperando che mi avrebbero risposto presto.
Misi il telefono accanto a me e dopo pochi secondi il l'io telefono vibrò. Lo afferrai eccitata e lessi.

E: BUONASERAA! Vai ad una festa eh?! Divertiti!

Me: Grazie!! Mi manchi tantissimo.

Tony: Ehy scemaa non mi scrivi più! Si vede come già ti sei dimenticata di me.

Me: Oh ma dai. Come potrei dimenticarmi di te così velocemente?

Ed era la verità. Quando era morto mio fratello, Tony aveva fatto di tutto per farmi stare allegra. Ma ovviamente anche Ef.

Tony: Ahahah. Vabbe ci sentiamo domani! Sto andando ad una festa.

Lessi la sua ultima risposta ma non risposi. Sorrisi semplicemente. Posai il cellulare sulle mie gambe e appoggia la testa al finestrino guardando le luci delle case e i lampioni che illuminavano le popolate strade di Londra. Anziani, giovani e bambini camminavano nonostante fosse già sera.
Ripensai, nel frattempo, anche ai miei migliori amici e ai momenti che avevamo vissuto insieme noi tre.

Non ci saremmo mai separati, nonostante la distanza. C'era un legame troppo forte che ci teneva uniti - era come una calamita.

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