Capitolo 36

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Sbuffai per la millesima volta e lanciai il telefono sul divano esasperata.
Avevo chiamato Cameron almeno quattro volte ma non avevo ottenuto nessuna risposta.
Che si fosse dimenticato dell'appuntamento?
Improbabile.

E allora che fine aveva fatto?
Se magari aveva ripensato a venire mi avrebbe avvisata.
Stanca e stufa decisi che dovevo fare qualcosa. Misi in un batter di ciglia le mie scarpe e quando stavo per uscire dalla porta dopo aver preso le chiavi mi ritrovai davanti un Cameron che stava quasi per suonare al citofono. Lo guardai con uno sguardo misto tra l'incredulo e l'irritato.
«Dove sei stato?»

«Per ora entriamo, adesso ti spiego tutto.»

Così facemmo. Io mi sedetti sul divano, mentre Cameron restò in piedi a fissarmi prima di iniziare a parlare.

«Ero con Roxy.»

Il sangue mi salì al cervello in un nano secondo.
Ma perché c'era sempre lei di mezzo?
«I suoi genitori hanno litigato e aveva bisogno di me, non potevo lasciarla sola.»

«È possibile che lei sia sempre di mezzo? Non ti preoccupi invece di lasciare sola me? E poi non potevi avvisarmi con una chiamata o un banale messaggio?» dissi rossa in viso per la rabbia, ne avevo tutte le ragioni di reagire in quel modo.

«Il telefono l'ho dimenticato a casa di Roxy, ieri.» disse passandosi una mano tra i capelli visibilmente nervoso.
«Oh capisco, quindi anche ieri sei stato a casa di Roxy e non mi hai detto nulla. Perfetto.» sputai togliendomi le scarpe e posandole malamente a terra per il nervoso.
«Me ne sono dimenticato, altrimenti lo avrei fatto.»
«Certo, una scusa per ogni cosa. È da quando lei è qui che sei diverso e preferisci lei a me, in ogni situazione e credo di esser stata troppo stupida ad averlo sopportato fino ad ora. Non ti ho mai detto nulla perché sapevo che non la vedevi da molto tempo, ma ogni cosa ha un limite!» strillo gesticolando come una forsennata. Ero davvero stanca di far finta che quella Roxy non mi stava portando un certo fastidio, ormai.

«Naomi, cazzo, è solo una mia amica e sto cercando di aiutarla in un momento di bisogno come anche tu avresti fatto con qualsiasi tuo amico!» disse guardandomi in cagnesco prendendosi le sue difese.

«Non ti ho mai detto di non aiutarla al momento del bisogno, ma voglio soltanto farti capire che ultimamente stai mettendo al primo posto una tua amica e non la tua fidanzata. In ogni occasione hai sempre cercato una scusa per stare con lei e non con me! Dimmi cosa dovrei pensare.» dico con i nervi all'inimmaginabile. Sembrava quasi che la sua ragazza fosse lei e non io. Non gli avevo mai negato di vederla o di parlarle, era una sua cara amica e vederli felici non poteva che portarmi allegria, ma ero stufa di essere sempre messa al secondo posto. Per di più ieri, prima di andare a casa sua, mi avrebbe potuta avvisare e adesso se ne usciva con la banale scusa del 'me ne sono dimenticato'.

«Stai dicendo un mucchio di cazzate, Naomi. Finiscila.» ringhiò avvicinandosi di qualche passo a me.
«Per me non sono cazzate, Cameron! Devi smetterla di essere così superficiale quando ti parlo, come se la mia parola non contasse niente.» mi sgolai.
Non disse nulla, infilò la mano nella tasca dei jeans ed estrasse una sigaretta accendendola e cominciando a fumarla con tutta la calma di questo mondo.
Anche se ero consapevole che la sua era una finta calma perché in realtà in quel momento nel cervello gli frullavano tanti pensieri.

Intanto mi stava ignorando semplicemente e io stavo lì come una stupida a fissarlo in tutta la sua estenuante indifferenza.

«Sei uno stronzo e mi fai schifo!»
Pronunciai arrabbiata più che mai.

E improvvisamente una mano colpì violentemente il mio viso, uno schiaffo, uno di quelli che non avevo mai ricevuto da nessuno, nemmeno dai miei genitori. Ero completamente stordita, avevo addirittura uno orecchio che mi faceva un male pazzesco.
Aprii gli occhi lucidi dopo l'impatto.
Le lacrime erano già pronte a sgorgare ininterrottamente.
Lo guardai ferita, delusa, arrabbiata, l'amaro in bocca.
Non me lo sarei mai aspettata.
La sua espressione passò dall'essere furiosa ad essere pentita.
Forse avevo creduto un po' troppo che lui fosse totalmente cambiato, c'era ancora qualche tassello sbagliato di troppo in lui.

Mi portai una mano sulla guancia sicuramente arrossata e aggrottai le sopracciglia, avevo già un nodo alla gola e volevo solo piangere.

Scossi la testa delusa.
«Con me hai chiuso.» sospirai, «Vattene.»

«Cazzo, Naomi io non-»

«Fuori subito da casa mia o chiamo la polizia.»
Mi guardò un po' sconcertato non appena quelle parole lasciarono la mia bocca, ma ritornando poi alla stessa espressione pentita che aveva prima.

Strinse i pugni e dopo qualche secondo dopo avermi lanciato l'ultimo sguardo uscì dalla porta.
Caddi subito dopo a terra scoppiando in un pianto liberatorio.
Forse avevano ragione gli altri che si erano straniti non appena avevo detto loro che io e Cameron stavamo insieme, io non ero fatta per lui, probabilmente lui aveva bisogno delle ragazze come Mini e non fragili come me.

****

Nuovo giorno, solito schifo.

Dopo essermi lavata e vestita ero pronta per andare a scuola. Aprii la porta d'ingresso e me la chiusi alle spalle.
Guardai alla fine del vialetto di casa, non c'era la macchina di Cameron ad aspettarmi come sempre e non doveva comunque esserci, non dopo quello che era successo.
Strinsi la spalliera dello zaino chiudendo gli occhi.
Cameron si era davvero superato con quello schiaffo e con quello che aveva fatto, non l'avrebbe passata liscia.
Per adesso dovevo far finta di niente.

****

Tredici, quattordici, quindici giorni senza parlarci.
Ci guardavamo solo ogni tanto quando capitava nei corridoi di scuola o quando andavo al parco insieme a Michelle e gli altri ragazzi e lo vedevo parlare con Cook, dato che avevamo gli amici in comune.
Cameron in quei giorni non mi aveva del tutto ignorata, avevo notato che a volte aveva tentato di avvicinarsi a me invano poiché lo evitavo.
Ma mi mancava comunque, nonostante lo schiaffo e le parole che ci eravamo detti. Non si può dimenticare come niente fosse una persona che ti ha dato tanto e da cui hai ricevuto molto.

No, non si poteva.

****

Diciamo che è un capitolo un po' triste, forse è perché sono giù, non saprei.
Anyway, fatemi sapere che ve ne pare.
Bacini💋

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