Capitolo 25

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«Perché mai dovrei cucinare per te?» dissi infastidita cercando qualcosa di decente nella dispensa. Sentivo un peso al petto sentendomi a disagio per il fatto che lui mi stesse fissando.
«Cucinerai per me perché non vuoi mica che io tocchi di nuovo il tuo bel culetto.» bisbigliò avvicinandosi. Lo guardai storto e poi presi la pasta mettendomi in punta di piedi. La afferrai e poi la inserii nella pentola dove iniziò a cucinare.
Adoravo gli spaghetti.
Cameron si avvicinò e mise le sue mani sui miei fianchi.
«Tutto questo è sbagliato. Io ho vinto la scommessa e dovresti essere tu a cucinare per me.» dissi scorbutica.

«Forse non hai ancora capito che a me non piace perdere.» sussurrò vicino al mio orecchio.
Quanto avrei voluto ucciderlo.

Quando la pasta fu finalmente pronta mangiammo scambiandoci ogni tanto sguardi furtivi.
O meglio, ero io che lo guardavo furtivamente mentre lui si limitava a fissarmi mettendomi notevolmente a disagio.

«Oggi vengono i miei amici.» mi disse Cameron prima di salirsene al piano di sopra.
Maledetto presuntuoso.

Finii di lavare i piatti e sistemai la cucina dallo schifo che aveva combinato Cameron per mangiare.
Sentii improvvisamente il campanello suonare e per poco non mi venne un infarto secco.
Velocemente andai davanti lo specchio all'ingresso e sistemai i miei capelli il più perfettamente possibile per non sembrare un carciofo.
Aprii la porta, dopo aver preso un lungo respiro, e mi ritrovai davanti Tyler in tutta la sua affascinante bellezza.

«Ciao.» mi salutò facendo sbocciare sul suo viso un sorriso.
«Ciao.» ricambiai con un cenno della mano.
Aveva una maglietta blu che fasciava i suoi muscoli tesi e dei jeans neri.
Era. Bellissimo.

«Hai intenzione di farmi entrare o..» mi ripresi da quello stato di trance quando udii la sua voce.
Sono una deficiente.
«Si certo, scusa.» mi battei il palmo della mano sulla testa sbadatamente e mi misi di lato per lasciarlo entrare. Chiusi la porta e lo feci accomodare sul divano. Nel frattempo non sapendo assolutamente cosa fare presi un cuscino che era caduto dalla poltrona.

«Cosa mi proponi di fare?» domandai portandomi i capelli indietro per evitare che alcune ciocche mi finissero davanti gli occhi. Non volevo sembrare come quei cani che con quel pelo che hanno non riescono neanche a vedere dove vanno.

«Possiamo guardare un film, se ti va.» parlò passandosi la mano sui capelli con fare seducente. Io rimasi quasi paralizzata a fissarlo. Per fortuna, però, mi ripresi immediatamente tessendo.
«Buona idea. Ho un paio di film che credo ti piaceranno.»
Lo spero vivamente.
Non potevo farci niente. Quando vedevo un ragazzo carino che mi dava delle attenzioni o semplicemente mi parlava mi imbarazzavo ed era come se mi bloccassi; tipo una paralisi del cervello. Non ero più in grado di fare ragionamenti sensati.

Iniziai a frugare nello scatolone dove in genere tenevo tutti i film. Poi trovai la prima stagione di Teen Wolf e la mostrai a Tyler che sorrise approvando la mia scelta. Mi ero fatta gentilmente scaricare da Michelle tutta la prima stagione. Io adoravo assolutamente questo film, per me era come una droga.
Lo avevo visto circa dieci volte, ma non mi stufavo e mai l'avrei fatto.
Cioè, di Stiles e Scott non mi sarei mai potuta stufare.
Finalmente feci partire il film nella televisione e mi lanciai sul divano accanto Tyler che scoppiò a ridere per la mia poca delicatezza.

Eravamo arrivati all'ultimo episodio della serie tv ed eravamo tipo stremati. Avevo la testa comodamente appoggiata sulla spalla di Tyler e lui stava evidentemente tenendo gli occhi aperti a fatica. Diciamo che per un pomeriggio da sballo dovete venire da me.

Eravamo tranquilli quando ad un tratto sentimmo un tonfo e vedemmo Cameron sull'ultimo gradino delle scale a guardarci molto arrabbiato.
Si avvicinò subito a noi con poche falcate e fece alzare Tyler dal divano prendendolo per il colletto della maglietta che indossava. Lo portò lontano da me e immediatamente mi alzai per evitare che lo picchiasse. Non volevo rivedere una scena del genere, non più.
Strattonai Cameron tirandolo dalla maglietta ma lui non mi degnava neanche di uno sguardo.
Non mi restava altro che l'ultima possibilità che avevo.

«Lascialo e ti prometto che parleremo.» gli dissi per convincerlo. Non potevo sopportare il fatto che avrebbe fatto del male a Tyler, era un bravo ragazzo. Si girò di scatto verso di me.

Guardò prima me e poi di nuovo lui.
«Se ti vedo di nuovo a ronzarle intorno non esiterò a staccarti le palle.» ringhiò.

Lo lasciò spingendolo con violenza lontano da lui come se fosse qualcosa inutile di cui sbarazzarsi.
Tyler mi lanciò una rapida occhiata e poi andò via lasciandomi con Cam e la sua pazzia incontenibile.
Probabilmente dovevo solo riuscire a capire quale fosse il suo lato debole.

Andammo in salotto e mi sedetti sulla poltrona mentre lui rimase alzato appoggiato con nonchalance al mobiletto in legno.

Magari potevo parlargli con gentilezza.
«Cameron, io sono stanca. Non so più come comportarmi. Da quando sei entrato a far parte della mia vita tutto per me è cambiato. Sei geloso quando qualcuno si avvicina a me e non ne capisco il motivo. Io non ti appartengo e mai ti apparterrò, sei ostinato e io questo non lo sopporto. Sei troppo duro con me e non ho ancora capito il motivo per cui hai scelto proprio me per torturarmi e non qualcun'altra. Hai addirittura lasciato Mini. Ti stai prendendo tutto di me. Mi odi.» mi sfogai letteralmente dicendogli tutto quello che pensavo, dalla prima all'ultima lettera.
Avevo paura della sua reazione.

Guardai verso di lui e lo vidi con le mani tra i capelli occupato a tirarseli.
Pochi attimi dopo me lo ritrovai in ginocchio davanti ai miei occhi.
«Naomi, io...io so che mi sono comportato così male da darti l'impressione che ti odio, però non è così. P-provo una certa attrazione verso di te e questa stessa cosa non mi rassicura. Tu mi confondi troppo le idee anche se solo ti guardo e vedere che eri appoggiata a quel qualcuno che non ero io mi ha fatto dare di matto.»
E okay, dire che ero sconvolta era un eufismo. Non lo avevo mai visto così in difficoltà.
«Perché ti comporti così con me?» sussurrai ansiosa. Al momento era come se attorno a noi non ci fosse niente, il nulla.

Sospirò incerto prima di parlare.
«Io ti ho sempre voluta, ma tu non sei mai accorta. La mia città Natale non è Londra, ma Manhattan, esattamente dove prima vivevi tu. Probabilmente non ti sarai mai accorta di me. Andavamo insieme in terza media e ti venivo dietro perché mi piacevi, molto. Tu, però, non mi hai mai considerato.» l'ultima frase la disse con un tono di voce e con una scintilla di vendetta nei suoi occhi che mi fece rabbrividire.

Com'era possibile che non mi ricordavo di lui? Certo, erano passati cinque anni.
«Per un anno intero ho cercato di farmi notare, ma per te non esistevo. Mi sono trasferito a Londra per problemi economici. Ho fatto i primi quattro anni ma poi sono stato bocciato.»
Fece una pausa e si mise le mani in faccia strusciandole frustrato.
«Il primo giorno di scuola quando ho saputo che una certa Campbell si era trasferita in questa scuola ho subito avuto la certezza che eri tu. E, cazzo, volevo vendicarmi, dovevi soffrire come avevo sofferto io.»

«Io...» non sapevo cosa dire.
«Lasciami finire.» mi ordinò e io annuii lasciandolo parlare.
«Eri ancora più fottutamente bella. Durante quegli anni in cui tu eri ancora a Manhattan io sono cambiato. Ho iniziato a frequentare persone poco raccomandabili e ad assumere droghe di ogni tipo. Ti basta sapere che io non ti ho mai dimenticata? Ogni giorno eri nei miei pensieri, come un chiodo fisso.» alla fine del suo monologo aveva gli occhi leggermente lucidi e io non avevo idea di che cosa fare. Com'era possibile che in tutti questi anni non mi ero mai accorta di tutte queste sue attenzioni? Ero stata davvero così superficiale? E se la colpa era mia, ero stata io a farlo diventare così insensibile?

Inizai ad avere un respiro irregolare quando lui mi si avvicinò con cautela e desiderio.
«Io-io non avevo idea di tutto questo.»
«Sai come si dice? Che se non puoi ottenere una cosa con la gentilezza allora devi ottenerla con la forza. E io ho fatto questo.» sussurrò avvicinandosi a me facendo in modo che i suoi pollici ruvidi accarezzassero le mie guance bagnate dalle lacrime.
Ero assolutamente ammutolita.
«Tu, prima, eri tutto per me.» sussurrò, ma dai suoi occhi potevo intuire che forse questa sua confessione non sarebbe servita a molto. Non ero più niente per lui come aveva appena detto.

☀☀☀☀

SALVE GENTEE

Questo capitolo ho dovuto riscriverlo due volte perché giustamente Wattpad ha gentilmente deciso di eliminarlo per far così andare la mia educazione a farsi benedire.

Comunque sia, vi aspettavate questo cambio radicale di Cameron?

Però, la vera domanda è: Cameron cambierà o resterà sempre lo stesso?

Ah booh😏🌼

Beh, se volete scoprirlo aspettate l'altro capitolo.

Kiss😝🍓

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