Capitolo 22

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Se c'era una cosa che mi ero imposta era quella di far impazzire Cameron ignorandolo. Mi aveva seriamente stufata e non avevo più la minima intenzione di farmi trattare come una puttana.

Ero ancora chiusa nella mia camera da forse mezz'ora, un'ora. Non ne avevo la minima idea.
Ero a digiuno e questo mi stava bene a dir la verità.

Questa era casa mia e lui voleva comandare.

Uscii dalla stanza non sentendo più voci. Se n'erano finalmente andati? Si.
Controllai la cucina e non c'era nessuno, neanche nelle altre stanze.
Sospirai sollevata, presi un pacco di pop corn dalla dispensa, mi sedetti comodamente sul divano spostando tutti i cuscini e iniziai a guardare un film su Netflix.

Era decisamente un film noiosissimo ma volevo passarmi un pò il tempo per distrarmi.

Un'ora e mezza dopo aprii gli occhi. Il film mi aveva annoiata e non era come lo immaginavo, infatti mi ero addormentata.

Spensi la televisione e alzai leggermente la testa; l'avevo appoggiata sul bracciolo del divano.
La porta emise uno scatto e subito riabbassai la testa fingendo di dormire.
Qualcuno mi si avvicinò, esito un pò e poi si sedette accanto a me. Dal profumo potei intuire si trattasse di Cameron. Insomma io suo odore era inconfondibile: aroma di sigarette e menta fresca.

Sentii la sua mano poggiarsi sulla mia nuca e poi spostarsi leggermente fino alla guancia. Mi accarezzò dolcemente senza emettere fiato. Giuro che stavo morendo e stava diventando sempre più difficile riuscire a trattenermi per non urlare.

Finalmente si alzò e salì le scale per andare al piano di sopra. Mi alzai di scatto e sospirai di sollievo. Scampata.

Perché mi aveva toccata in quel modo così...dolce? Mi aspettavo  che neanche mi avrebbe guardata. Ma non è detto: Cameron farebbe di tutto per farmi cadere nella sua trappola.

Mi alzai e posai i restanti pop corn nella dispensa; ne avevo lasciati pochissimi.
Poi salii in camera mia e dopo aver usato un pò il cellulare ricaddi tra le braccia di Morfeo.

****

«Quindi Sansone era un giudice e il segreto della dua forza erano i capelli, cosa che poi Dalila rivelò ai filistei per poter ottenere il suo denaro.»

Ora di religione. Decisamente noiosa.

D'un tratto bussarono alla porta e ringraziai tutti i Santi per aver interrotto la professoressa. Stava quasi per venirmi una crisi isterica.
In più Cameron che colpiva continuamente il banco con la matita non aiutava. Diciamo che avrei voluto commettere un omicidio.

«Dallas e Campbell sono convocati dal preside.» disse la bidella.

What?

Guardai Cameron sorpresa e poi mi alzai di malavoglia. Cosa vorrà mai la preside?
Io e lui uscimmo dalla classe e ci dirigemmo nell'ufficio.

«Carina oggi.» mi disse Cameron senza alcuna espressione in faccia.
«Carina, ma non per te.»

«Ah certo, peccato che Tyler non c'è altrimenti avresti avuto una scollatura più visibile.»

Arrivammo davanti la porta della presidenza.
«Ma come ti...»

Un voce mi interruppe: la preside, sempre elegante nel suo completino composto da giacca e gonna a tubino.

Mi stava sulle ovaie soltanto per il fatto che fosse la madre di Mini.

«Salve preside.» salutò Cameron.
Entrammo e ci sedemmo sulle sedie di fronte all'enorme cattedra. Anche lei si sedette e poi incrociò le mani poggiandole sul tavolo; aveva un'aria decisamente inquietante.
«Allora ragazzi, qui a scuola abbiamo bisogno di un rappresentante d'istituto e ho deciso di scegliere voi perché mi sembrate due in gamba che non temono nulla e tra l'altro siete del quarto anno. Ma non possono essercene due, fra due settimane e mezzo ci sarà il verdetto, quindi in questo giorni il resto degli studenti valuteranno i vostri comportamenti e la vostra autorità e saranno loro a scegliere chi dovrà essere rappresentante tramite una votazione finale.»

Che cosa?

Come se gli studenti capissero qualcosa di autorità.

Dovevo sfidarmi con questa sottospecie di umano?
«Preside ma...» tentai ma bloccò ogni mio tentativo di esprimermi per oppormi. Non ne potevo più. Com'è che alla fine doveva sempre ronzarmi intorno?

«Niente ma. Adesso potete ritirarvi. Buona giornata.»
Disse sorridendoci soddisfatta quasi spingendoci fuori dal suo ufficio.
Ce ne andammo via, io camminando come una furia naturalmente e per poco inciampai per colpa di un libro a terra. Ci fermammo davanti gli armadietti.

«Lo sai che vincerò io, vero?» disse avvicinandosi respirando profondamente.
«Scommettiamo che invece vinco io?» lo sfidai convinta di me.
Stavo scommettendo con Cameron Dallas? Ero nella merda.
«Affare fatto.» mi strinse la mano con decisione.
«Se perdo io farò tutto quello che vuoi: cucinerò, ti accompagnerò ovunque tu voglia andare e non ti ronzerò intorno.» disse convinto che avrebbe vinto lui sicuramente.

Sospirai.
«E se perdo?» gli chiesi guardandolo con un sopracciglio alzato in attesa di una sua risposta.
«Se perdi ti lascerai scopare, solo da me, tutte le voglio senza opporti.» ero totalmente basita.
Come poteva chiedere queste assurdità?
«Infondo sai che vincerò io.» mi sussurrò all'orecchio, per poi leccarlo, provocandomi la pelle d'oca su tutto il corpo.
«Vedremo.» ribattei in tono di sfida fissandolo.
«Oh...ho già cosi tanti scenari in testa.» disse toccandomi il sedere.
Gli piantai un pugno sul braccio. Era veramente difficile liberarmene perché mi faceva provare emozioni e brividi unici. Nello stesso tempo avrei voluto ucciderlo ma anche baciarlo. Però non potevo farmi sopraffare, sapevo di chi stavamo parlando.

«Aggressiva la ragazza.» rise andandosene. Rimasi a fissare l'armadietto con gli occhi quasi socchiusa per la rabbia.
Mi faceva diventare un'animale.

Maledetto Dallas.

***

«Che?! Devi sfidarti con Cameron? Ma...ma ti sei opposta alla preside?! Insomma sai che perderai e a-avete scommesso. Qualo sono le condizioni?»

Ero con Michelle al telefono e mi stava tartassando di domande. La cosa sicura era che non le avrei mai detto che se avessi perso lui mi avrebbe trattata come una specie di "schiava sessuale". Sarebbe svenuta.

«Ahm..Michelle devo chiudere, stanno bussando alla porta.» cos'altro potevo fare? Al mille per mille non scena muta.

«Mmh..d'accordo! Ma poi voglio sapere tutto.»

Dannazione, per un momento pensai che non mi aveva creduta.
Dovevo inventarmi qualcosa.

Dopo averla salutata riattaccai.
Iniziai a saltare sul letto come una forsennata. Sì, ogni tanto avevo questi attacchi di pazzia. Ovviamente non lo avrei mai fatto davanti nessuno.
Andai davanti lo specchio e indicai il mio riflesso con l'indice.
«Cara la mia Naomi, non possiamo perdere questa sfida.» lo dissi con decisione.

Ancora vaffanculo Dallas.

Ce l'avrei messa tutta al costo di vincere.
Mi buttai di nuovo sul letto e tra un insulto e l'altro nei confronti di Cameron mi addormentai a sonno pieno.

***
Ero appena arrivata a scuola e sentivo un brusìo provenire dal corridoio: pianti e urla. Mi avvicinai con cautela. C'era un enorme cerchio di persone e non capivo esattamente cosa stessero guardando, così mi affacciai e persi un battito.
Un uomo, professore, che era disteso per terra inerme e insanguinato.
Rimasi scioccata per qualche secondo, ma poi mi ripresi.

«Ahm..ragazzi a-allontanatevi tutti.» chiamai subito la preside che arrivò con alcuni professori e Cameron dietro di loro appariva scocciato.
«Oh mi spiegate? È da un'ora che cerco di fare un'interrogazione decente e poi mi interrompete così?!» disse Cameron nervoso camminando verso di noi. Lo guardai e lui guardò me. Si soffermò esattamente a un centimetro del mio viso e non appena vide quel corpo disteso a terra sbiancò e per poco inciampò. Il suo respiro era diventato irregolare e vedevo delle goccioline di sudore scendere dalla sua fronte.

In men che non si dica fuggì via.

Che cosa diamine stava succedendo adesso?

😈😈😈

Non ho aggiornato perché ho la febbre e sto molto male, domani andrò in ospedale e niente, aggiorno quando posso.
Bacini💛

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