Capitolo 16

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[Buona lettura💕]

«Ah ah, presa.» Ringhiò con voce roca tenendomi nella sua stretta.

«No, lasciami!» Mi dimenai, ma oramai non c'era più nulla da fare.

Mi aveva intrappolata circondandomi le spalle con il suo braccio muscoloso. Stavo veramente morendo sempre di più di paura.
«Non toccarmi!» Gridai in preda alla disperazione.
«Zitta.» Un altro ringhio.
Mi zittii per davvero lasciando soltanto al mio respiro il priore di risuonare nel salone.
Singhiozzai arresa, adesso avrebbe potuto fare di me tutto quello che avrebbe voluto.
La sua presa sulle mie spalle che prima era forte, adesso era rallentata facendomi meno male.
Mi prese per l'avambraccio destro trascinandomi velocemente su per le scale conducendomi in camera mia e quando fummo lì, mi spinse verso il letto sul quale caddi come un pesce.
Dopodiché chiuse la porta anche se era consapevole che - ovviamente - eravamo solamente noi due.

«Spogliati.» mi ordinò irremovibile.
Esitai e lui mi regalò uno schiaffo dritto sulla guancia sinistra.
Non appena la sua mano fu a contatto con la mia pelle mi uscì un singhiozzo strozzato.
«Tu non sei normale.» urlai.
E fu un urlo piuttosto forte per i suoi gusti.
«Adesso ti darò io una motivazione giusta per urlare, puttana.»

Infatti mi afferrò per i capelli facendomi gridare per il dolore. Mi fece inginocchiare, dopo di che mi tolse il pigiama lasciandomi solo con le mutande. Il reggiseno non lo avevo dato il fatto che mi dava fastidio quando dormivo; aveva già trovato il piatto servito.
Iniziò a palparmi il seno con forza torcendomi un capezzolo, e urlai di nuovo.
Non sapevo quale fosse la cosa più eccitante per lui: vedermi nuda e inginocchiata davanti a lui oppure le mie urla. Quanto vorrei essere stata nella sua testa per sapere cosa pensasse in quel momento.

Mi accarezzò la testa come se fossi un cucciolo di cane abbandonato. «Abbassami i pantaloni.» ordinò indicandoseli con un piccolo movimento della testa.

Esitai per un piccolo istante ma subito dopo mi ripresi e glieli abbassai al suo volere.

«I boxer.»
Ecco, lì esitai ancor di più ma mi fece immediatamente riprendere con una pesante pacca sulla nuca. Abbassai anche quelli, ne fuoriuscì la sua tesa erezione, gigante.
Ancora una volta mi si bloccò il respiro in gola osservandolo. Non era possibile che un coso come quello entrasse dentro di me o che dovessi tenerlo in bocca.
Sghignazzò osservandomi nell'avere un'espressione di puro panico.
«Prendilo tutto in bocca.» La sua voce cambiò radicalmente diventando bassa e roca.
Senza farmelo ripetere due volte circondai il suo membro con una mano tremante e dopo qualche secondo lo avvolsi con le mie labbra. Al che lui gemette di piacere. E lì iniziai a pompare su e giù con la bocca mentre con la mano lavoravo sulla parte restante.

«Cazzo. Mettilo più in bocca..» gemette tenendomi per le spalle.

Non riuscivo a farlo entrare di più in bocca.
Vedendo che non gli avevo "obbedito", dopo uno strattone alla mia testa, mi spinse ancor di più verso il suo membro fino a quasi farmi soffocare per la lunghezza.
Era dispotico.

Sentivo le lacrime crearsi attorno ai miei occhi e non credevo che sarei riuscito a trattenerle per molto tempo ancora.
«Guardami.» ordinò mentre io continuavo a pompare sempre più a fondo fin quando la sua erezione toccò la mia gola provocandomi dei conati di vomito; ma a lui non importava, volevo solo godere.
Con un gemito alto e roco mi venne in bocca, così d'impulso cercai di farlo uscire dalla mia bocca, ma lui mi obbligò - tenendomi la testa pressata verso la sua lunghezza - a ingoiare tutto il suo seme fino all'ultima goccia facendomi letteralmente soffocare. Il liquido era qualcosa di disgustoso: salato e viscido.

Dopo di ciò fece uscire la sua erezione dalla mia bocca e quando credevo che tutto sarebbe finito lì mi sbagliavo perché riaffondò in essa con molta forza.

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