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SCENA I

- Elliott mi ha contattato a Londra. - Se Mary non avesse preso la parola, probabilmente non si sarebbe mai creata una conversazione, in quelle circostanze. - E mi raccontò di Charles, il mio nipote che era sopravvissuto solo per essere ucciso. - La voce della donna tremò. - Ero davvero devasta, e anche Elliott sembrava provare lo stesso dolore.

Alison era appoggiata al tavolo della sua cucina. La fissava con uno sguardo disgustato, aspettando con ansia, forse, il momento in cui avrebbe smesso di parlare.

- Posso avere un bicchiere d'acqua?

- Nessuno ti crederà, Mary. - sbottò Ali. - So che sei la madre di Cece, e lei voleva vedere Charles stecchito più di chiunque altro.

Mary spalancò gli occhi, irrigidendosi, e facendo due colpetti di tosse.

- Mi dispiace contraddirti, Alison. - la sua voce era calda e pacata. - Ma non è così che la pensavo. - Alzò lo sguardo, come per trattenere delle lacrime che la ragazza non vedeva neanche crearsi. - Non vedo la mia piccola da tanto tempo: non sapevo che odiasse tuo fratello, o che tantomeno lo conoscesse.

Alison rise.

- Il teatrino può finire qui.

- Vorrei davvero quel bicchiere d'acqua.

La ragazza si voltò, aprendo la dispensa. Essere di nuovo a casa non la faceva sentire per niente strana, o felice, soprattutto con quella donna sotto lo stesso tetto. Quando ebbe preso il bicchiere, richiuse l'anta, sbattendola forte.

- Supponiamo che io ti creda. - disse, mentre versava l'acqua del rubinetto nel vetro. - Perché so come lui riuscisse a fregare con facilità.

Mary allungò il braccio, appena Alison si voltò.

- Quello che non capisco, - quest'ultima allontanò il bicchiere dalla vista di sua zia. - Come tu abbia potuto essere d'accordo nell'aiutare uno sconosciuto a far impazzire un'altra persona!

- Rollins... Era molto furbo, un manipolatore. E io, invece, ero molto vulnerabile. - Mary vide Alison alzare gli occhi, e cercò di non smettere di parlare. - Confidandoci, mi ha rivelato i suoi sospetti...

- Che io avessi ucciso Charles? - la interruppe. - Smettila di farmi credere che tenessi al bene di mio fratello!

- Alison! - Mary gridò, prima di riassettarsi. - Tu... Charles e Cece eravate le uniche persone rimaste della mia famiglia!

- Ah! - Ali ridacchiò. - Però io ero tra di loro, e hai scelto di farmi andare fuori di testa, insieme a lui!

- Non ti conoscevo, Alison! - La ragazza odiava il modo in cui Mary sembrava così sincera. - E dati i miei... Trascorsi con tua madre... Non è stato difficile farmi convincere che tu fossi fatta della sua stesse pasta.

- E questo è il motivo per cui meritavo di morire? - Alison pensò tutto ciò fosse ridicolo.

- Non ho mai voluto acconsentire a quello. - Mary si sedette, non smettendo di guardare in basso. - Lui voleva vendetta. Ho cercato di dissuaderlo, ma era determinato ad avere il suo occhio per occhio. - Alzò lo sguardo, fissando Alison. - E ora rimpiango di aver creduto anche ad una sola parola detta da lui...

La ragazza sciolse le sue braccia incrociate. Non sapeva se fidarsi o meno di quelle parole. Non era complicato continuare ad essere diffidente nel suoi confronti, ma in quel momento aveva bisogno di persone che la aiutassero, e forse lei poteva servirle.

Le pose il bicchiere dell'acqua, e fece per andar via.

- Si sa qualcosa, - Mary la fermò. - su chi era davvero?

- La polizia da che non si chiama davvero Elliott Rollins. - disse Alison, - E che non era nemmeno un vero dottore. - Mary si girò verso di lei. - Stanno ancora indagando.

- Beh... - la donna le sorrise. - È stata una mattinata carica di emozioni. Mi farebbe bene riposare un po'.

Alison abbassò lo sguardo. La testa le scoppiava. Anche lei aveva bisogno di dormire.

- Da quale parte è la stanza degli ospiti? - chiese Mary, mentre si rialzava dal suo posto.

- In fondo al corridoio, di sopra. - disse sua nipote.

Lei la sorpassò, dirigendosi verso le scale.

- Il materasso è vecchio. - sentì dire ad Alison, e si voltò nuovamente. - Spero non sia troppo scomodo.

- Ho dormito su ben peggio. - rispose pronta.

Alison la guardò attentamente. Era assurdo. Il suo sguardo, la sua voce, il suo viso. Era come parlare con sua madre, ma poteva giurarlo: c'era qualcosa, anche soltanto un particolare, di cui ancora non si rendeva conto, che la rendeva diversa, che la definiva come Mary, e non Jessica.

Forse il fatto che riuscisse a tenerle testa.

- Ora andrei di sopra, se non ti dispiace.



SCENA II

- Questo deve essere il nostro ultimo giro. - la sentì parlare, da lontano.

Camminava lentamente, incredulo, di fronte a quando il Radley sembrasse diverso, nelle vesti di un elegante e costoso Hotel. Teneva le mani infilate nelle sue tasche, mentre si avvicinava alle due ragazze.

- Quindi brindiamo... - continuava Jenna. - Agli amici, vecchi e nuovi!

- E l'altro per chi è? - chiese Sara, indicando il quarto bicchiere nel vassoio, lasciato lì, senza nessuno a cui appartenesse.

- Alcool e pollastre... - disse Noel, appena fu abbastanza vicino perché lei non lo scambiasse per un cliente qualunque. - Sembra quasi che mi steste aspettando.

Jenna si fermò, con in mano il suo drink rosso sangue.

- Noel Kahn.

Lui sorrise.

- Ti sono mancato? - le chiese, sorridendo, e afferrando la sua bevanda.

Un rumore di tacchi si avvicinò a lui, accompagnato da una risatina melodica.

- A me per niente.

Cece Drake fece incontrare il suo bicchiere con quello del ragazzo.

- Cin cin.

Lies Won't Set You Free (Pretty Little Liars)Where stories live. Discover now