Famiglia

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- Ciao Grent dimmi!
- ehh...stai per diventare papà!
- oh cazzo, arrivo... Mike dobbiamo andare!
- ma sono appena arrivato...il mio tè quando lo prendo!?
- All'ospedale! Sto diventando papà! Muoviti fratellone!
-Arrivo! Muoviti prendiamo la mia macchina!
- mi lasci guidare la tua Jaguar?
-Eh si, basta che non la spacchi.

- Frenaaaaa, Paghero vai piano! Così mi distruggi il cambio manualee!! Jon.
Perché devi inchiodare in questo modo!
Lo guardai mi stava scocciando.
- Perché siamo arrivati.
Corsi più veloce che potevo, nel frattempo chiesi a Grent in che reparto, piano e stanza era.

Vira a destra e poi a sinistra, fai le scale farai più veloce.
Camminavo svelto mentre i numeri mi scorrevano davanti.
-25, 26, 27, 28 eccola la 29.
Entrai. Ramasi sulla porta lei era lì, nel letto con nostro o nostra, è un maschio o una femmina?

-È un maschietto, come lo chiamiamo? Sherlock?
- noo, anche se mi piacerebbe.
- Decidilo tu!
- No assieme.
-Chiamatelo....Tommy, o Peter...
-Senti fratellone, che vuoi!
- Mi hai fatto venire tu qui! Vado a prendermi un tè.

-Zag va bene?
- si è ottimo...è un nome fantastico,- lo dissi tra le lacrime.
-Lo vuoi tenere in braccio?
- Eh, si, Sì.
Tre secondi dopo ero in corridoio con lui in braccio, lo guardavo e lui dormiva.
Alzai gli occhi su Grent e Mary, erano lì e ci guardavano.
Una lacrima solitaria mi scese lungo la guancia.
Non riuscivo a crederci, abbiamo un figlio. Mi sento felice.

-Complimenti è bellissimo...
-Mike...
-Ti vedo per la prima volta felice...beh ed è una cosa bella, non ti ho più visto così felice da quando stavi con Bishop.
- vuoi tenerlo!?
- Non so come si tiene un bambino!
-Nulla di difficile.

Tre minuti dopo era tra le braccia di mio fratello, e giocava con la sua cravatta, non le levava gli occhi di dosso.
La stessa cosa valse anche per lui, pianse e tra quelle lacrime silenziose mi disse:
- È come trent'anni fa, io avevo te tra le braccia, e ora ho la stessa sensazione di paura...che no...nostro padre, po...possa portarlo via...come lui ha portato via te.

-Beh noi non glielo permetteremo!
-Tienilo tu...si sta agitando e tra un po scoppia in lacrime. Sarai un buon padre, fratellino.
Ricordati sempre: lui è il tuo più grande amore. Proteggilo sempre.
-Lo so, e lo farò.

Rimase tutto il giorno tra le mie braccia, e quelle dei suoi nonni.
Era buffo chiamare Grent, nonno Grent.

-Ciao nonno Grent! Ah ah ha vecchietto.
-Oddio ma è bellissimo! Complimenti figliola. Ciao Paghero...bene ora sei papà...
- beh si.
Parlarono a lungo lui e sua figlia, io rimanevo in silenzio e li guardavo.

- papà? Vuoi tenerlo in braccio?
Lui sgranò gli occhi e Bishop mi guardava sorpresa.
Che c'è? Che cosa ho detto di male?
- Mi hai chiamato papà? - mi disse con un sorriso mentre cullava Zag.
-Scusa...scusa...
Uscii dalla stanza dicendo che andavo a prendere un caffè.
Ritornai a essere triste, mio padre lo avrebbe sempre odiato, come me. Piansi.  Perché quelle maledette lacrime dovevano essere sempre lì ad aspettare il momento giusto per rigarmi gli zigomi.

-Complimenti figliolo...
-Mamma!- Le saltai quasi in braccio...

Sei mesi dopo.

-wooo... guarda papà come ti fa andare in altooo...
- adesso ti vomita in faccia!
- diglielo a zio che non è vero!
-Adesso stai bravo seduto qui con mamma e zio, papà va a prendere merenda.
- p..pa...p..pa...papà!
- Oddio ha detto papà!- saltai come un bambino indicandolo, non so perché ma stavo scoppiando dalla felicità.
- No, no ha detto mamma!- mi guardò Bishop sorridendomi, e portandosi le mani ai fianchi.
-Tiè...ha detto papà!

Un anno mezzo dopo

Io e Bishop ci sposammo, dopo aver avuto il nostro piccolo Zag, era uguale a me, ma aveva gli occhi di sua nonna, un verde smeraldo.
Fu una festa fantastica e Zag ha sempre giocato con Balto.
Finalmente ero felice, ballammo a suon di violino, mio fratello ballava pure lui mentre suonava.

-Solo un secondo, torno subito.
Mio padre era là appoggiato allo stipite della porta. Mi fece cenno con la mano, lo fissai fece una pistola con le dita, la puntò verso di me e fece finta di spararmi.

-Tesoro che hai?- mi chiese appoggiando la mano sulla mia spalla.
- Ho visto mio padre, ma se ne andato. Non preoccupiamoci almeno oggi.
- Va bene, ah mio papà deve parlarci.
- Quando ho poi voglia di sentirlo. Tra almeno cinque o sei giorni!
- Ma se è qualcosa di importante?
- Prende un appuntamento!
Ridemmo e ci baciammo. L' amavo.

Ballammo tutta la sera fino a tre di notte. Io con mia mamma e lei con suo papà.
Ammazza Grent era un super ballerino...al contrario di me.
Ad un certo punto ballammo come due cretini io e mio fratello, lo adoravo, lo abbracciai...non volevo lasciarlo.
Il mio ometto mi strattonò la giacca chiedendomi di andare a casa.
- Vieni in braccio, piccolo mio, tra un po andiamo a casa a fare nanna nella nostra nuova casa.
- Ma io non voglio dormire nel mio nuovo lettino, e se non mi piace?
- vorrà dire che dormi con noi questa notte e poi dormirai nel tuo ok?
- si va bene papino.

 Paghero Oscurios La crudeltà di mio padre mi ucciseWhere stories live. Discover now