Un Natale perfetto

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La mamma di Bishop aveva lasciato sul tavolo una cosa strana, mai vista prima.
Quel giorno sarebbero dovute venire delle vecchie amiche di Bishop, wow che bello proprio la vigilia di Natale.
Ah, adesso ho capito è un affare che serve per capire di quale larghezza va l'anello.

-Io vado a farmi una doccia, ci vediamo dopo.
- ok.

Passò mezz'ora e io ero in camera a vestirmi quando sentii la porta d'ingresso  bussare.
Oh no cavolo sono già qui devo darmi una mossa.! Ma che camicia mi metto! Quella bordeaux, Bishop adorava quella camicia perché mi stava un po' stretta e si notava di più il mio fisico.

- Ciao ragazze, da quant'è che non ci vediamo più! - che bella la mia Bishop un po' falsa.
-Oh grazie Bishop, vedo che ti tratti bene, gran bella villa!
- ah ah grazie.
- Ciao!- io risuonavo come un deficiente.
- ah ragazze lui è il mio ragazzo, Jon Lambert.
-Piacere mio.
Riconobbi una ragazza adesso se non sbaglio ha diciannove anni.
-Credo che noi due ci conosciamo...- le sussurrai da dietro le sue spalle.
-Non credo...- non cambierai mai.
-Ziva...
- Ok si è vero ciao Jon- mi abbracciò con dolcezza- grazie mille ancora e mio fratellino sta bene è con zio Capo. Come mai sei qui?
-quando vi ho salvato ho bloccato il tempo e dopo aver fatto tutta quella missione sono venuto a studiare da medico. E mi sono laureato.

- Venite tè e biscotti sono pronti.
- ah ah Mary proprio una merenda inglese!
-Oh ma stai bravo Jon. E tanto lo so che tu ne vai matto.
Mi sentii due mani possenti sulle mie spalle:
- Bravo hai messo la camicia un po più stretta in modo tale da incantarle tutte....incanti fino mia moglie.
- Prova anche tu con le camicia più strette.
Ci sussurrammo quello in meno di dieci secondi e scoppiammo a ridere con due deficienti.

Dopo merenda le ragazze provarono i vari anelli per vedere le loro misure.
Lo fecero provare anche a me:
- Ma perché lo devo provare anch'io?
- In caso qualche donzella ti volesse sposare!!
-Grent smettila stai bravo!
Grent si portò dietro le mie spalle e vide la misura del mio anello ma io non me ne accorsi.

Vero le sette di sera se ne andarono tutte quante e noi iniziammo a preparare cena.
- Visto Caster  sei contento, stanno bene! Lui e sua sorella. Potevi aprire un discorso o cosa invece di parlare solo e sempre con mio fratello.

- e ti sei di nuovo preso da bere dal mio fratellino.

Mangiammo verso le otto e dopo aver pulito tutto verso le dieci erano tutti sul divano tranne io che ero già nella mia camera.
- Jon sono Mary posso entrare?
- si si.
Mi stavo lucidando le scarpe e vidi Mary con una strana cosa in mano.
- Tieni mettitelo , tutti quanti ce lo metteremo stasera.
- ok.- mi tolti la camicia davanti a lei, le diedi le spalle per appoggiarla sullo schienale della sedia.
- Oddio, quante cicatrici hai?!
abbassai lo sguardo mentre prendevo il maglione.
-Molte.
Lo infilai e mi calzava a pennello.
- ah ah ci sono le renne e i fiocchi di neve. Grazie è meraviglioso, dammi due secondi e vengo di là. - Ok, non c'è di che!

Dieci minuti dopo ero in salotto con mio fratello a suonare Mozart, insieme uno di fronte all'altro e via via così per tutta la sera a suonare anche canzoni di Natale.

Natale. Ecco le campane che suonano, ci scambiammo i saluti e ci dirigemmo nelle nostre camere. Io e Bishop avremmo dormito assieme questa volta.

Prima di documentarci lei si girò verso di me e ci scambiammo un lungo, quasi infito, bacio. Le mani cercarono quelle dell'altro e si strinsero intrecciando le dita fra di loro.
Mi passò la mano tra i miei riccioli scuri, e tornammo a baciarci.
- Ti amo Jon...
Volevo risponderle ma le sue labbra si poggiarono di nuovo contro la mie.
- Anch'io Bishop, ma io ti amo di più. 

Lei si addormentò abbracciata al mio petto, ma mi abbracciava delicatamente quasi da non volermi far male.
Piansi, piansi per mezz'ora, non credevo che la mia anima avesse anche una parte orgogliosa di me.
Pensavo che i dolori che provavo fossero i miei unici amici, invece mi sbagliavo, io ho due veri amici e sono Bishop e Mike, anche se quest'ultimo ai vostri occhi non sembra,ma lui mi aveva sempre salvato da mio padre quando voleva picchiarmi, era il mio angelo custode.

Quando aprii gli occhi Bishop non c'era già più e sentivo delle voci provenire dalla cucina.
Mi alzai velocemente e controlli subito che il regalo era ancora al suo posto. Lo ammetto ho dovuto fargli fare una modifica.

Oh cavolo sono già le dieci !
Scesi veloce indossa il maglione e mi incamminai verso la cucina.
Entrai stiracchiandomi.
-Nonna, Nonno, lui è il mio ragazzo Jon Lambert.
- Oh mi ricordo di questo giovanotto, ti avevo fatto lucidare tutti miei scarponi quel pomeriggio, e si avevi fatto un bel lavoro.
- Già è vero mi ricordo, era venuto a trovare suo figlio quando lavorava al Pentagono.
- Giusto giusto, è vero hai una bella memoria Lambert. Ora sono fermo dopo esser stato sei mesi a controllare gli aeroporti in Afghanistan.
- Io invece sono in pensione, faccio prima sono sempre a casa.
-beh hai totalmente ragione papà.

Un'altra fitta al cuore! Perché io non posso avere una vita, dei genitori normali!

-Dai venite a mangiare i regali li scartiamo dopo sempre se c'è ne.!
- si si vai pure tranquilla!- Chissà Grent che regalo avrà fatto a sua moglie? Boh forse niente!

Mangiamo senza senso, mi ricordavano i banchetti italiani, dove c'erano sempre chili e chili di roba da mangiare.

Caster rideva con mio fratello e gli altri due maschi, io invece ero trascinato in discorsi ma che bel fidanzato che ti sei trovato e molte altre cose.

Era ora dei regali.
Grent regalò un orologio a sua moglie molto bello, con il cinturino in cuoio, molto raffinato. E lei invece gli regalò una cravatta. Poi c'erano i regali buffi per me, un grembiule per fare da mangiare, tutto con i cuoricini e i fiorellini addosso.
E un paio di guanti e il cappello a forma di leone, con le treccine che cadevano ai lati.

Ma ora c'era il mio il più importante. Andai in camera mia a prenderlo. Costava tantissimo ma con la magia potevo far comparire tutto il denaro che volevo, ecco spiegato gli abiti sempre firmati di mio fratello.

Andai dietro le spalle di Bishop, lei teneva gli occhi chiusi e io le feci scattare la scatolina.
Il cuore mi batteva all'impazzata voleva solo saltare fuori dal mio petto e scappare. Non avrei saputo che reazione avrebbe avuto! Ahhhh troppe emozioni da controllare!

Quando aprì gli occhi rimase ferma immobile, avevo paura che avesse preso un infarto, il cuore le se era fermato per un secondo.
-Pagghi, stai scherzando? Questo è veramente per me?
- Beh si, se lo vuoi se no lo regalerò a tua mamma!
Sentii solo più le sue mani stringermi gli zigomi e baciarmi a fondo. Non smetterò mai e poi mai a pensare a questo bacio Mai.

- Se la tua domanda è, Bishop Linoy vuoi sposarmi? Ti dico già che è SÌ.
- Speravo mi dicessi questo...- le sussurrai in un orecchio.

Tutti quanti rimasero lì sbalorditi, mio fratello li batteva tutte quelle facce, aveva solo più da svenire.

Sua mamma crollò sul divano, era al settimo cielo, ma immaginava già di perdere sua figlia.

Un altro regalo ma questa volta me lo porgeva un bambino, Guardia. Erano venuto da noi senza che io ne sapessi nulla.

- Paghero vogliamo che tu sappia questo: quando sono riuscito a liberarmi e a scappare, ho portato via una cosa con me e il bambino con le sue energie c'è la fatta.

Sgranai gli occhi il mio respirò accellerò come il battito del mio cuore, non ci potevo credere.

-si questa è la pietra di tua mamma. Buon Natale Paghero.- Quel tenero bambino con la sua gracile mano me la porgeva.

Dissi l'unica formula che avrei voluto dire molti anni fa. Ed eccola lì mia mamma.

Crollai, ero svenuto, non ci volevo credere. Mi svegliai sul divano.

 Paghero Oscurios La crudeltà di mio padre mi ucciseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora