paghero: Tra Canada e fughe

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Continuavamo a tenerci in contatto attraverso le lettere sempre anonime ci firmavamo solo delle semplici sigle ma di personaggi presi dai libri o dai film. La mia sigla è SH ma non posso dire perché e mai lo dirò, e Caster avrebbe avuto le sigle CH.
Mi mandò una lettera che all'apparenza era solo comune foglio bianco con la sigla, l'inchiostro era magico solo chi sapesse le giuste formule le poteva leggere, ma lì sorgeva un altro problema o conoscevi quella lingua ( una lingua oscura molto antica, di cui io ne andavo matto) o eri spacciato.
Leggevo le lettere di notte appena tutti quanti si addormentavano, e li iniziava la vera missione tenere tutte le lettere e formare un vero e proprio schema con tutti punti di riferimento e militari a cui stare attenti. Mi mandò una foto di quel bambino e la prima cosa che attirò la mia attenzione è che quel ragazzo era sempre accompagnato da un lupo. Lì il mio cuore iniziò ad accelerare i miei occhi si scaldarono, arrossirono, e infine arrivarono quelle lacrime, lacrime di dolore, mi mancava la mia famiglia, Balto, Lupo tutti quanti e soprattutto te: mamma.
Anche lo sguardo mi attirò molto: si capiva che era molto più felice quando era con quel lupo e rimaneva più cupo lo sguardo quando era con la sua famiglia.
Lo immaginavo lo sguardo di quel bambino mi avrebbe cambiato per sempre.

12 luglio 1988
Presi di nuovo la marina dalla mia città, devo essere sincero avevo un po' paura ma speravo con tutto il mio cuore di rivedere quegli occhi che mi hanno conquistato per sempre, ma sicuramente con in un altro contesto.
Tornò la routine: lavoro, allenamento, piccolissima pausa, caramella con caffeina e lavoro.
Mangiavo ogni tanto qualcosa ma non era mai molto. Avevo sempre un angoscia per quella data che sarebbe arrivata da un momento all'altro.

Atterrammo con vari elicotteri in Afghanistan, la nostra missione!?
Sconfiggere i Militari Neri.
Iniziammo a fare vere e proprie guerre ma che nessuno poteva vedere, ma noi eravamo lì e combattevano con armi vere.
La magia ci proteggeva, tutti i popoli facevano la loro vita normale ma noi eravamo lì e quei paesi che erano ricchi di marcati noi li vedevamo deserti con molti edifici andati distrutti.

24 settembre 1988
Tenevamo sotto controllo un paesino all' apparenza deserto, era un posto perfetto per un accampamento, tutto il paesino era circondato da un muretto alto mezzo metro tutto fatto di pietre rotonde. E questo era al quanto strano: perché tutti gli altri paesi attorno non erano difesi come quello!? Perché è qui, così distante da tutte le falde acquifere!?
Decidemmo di fare un blitz e non trovammo nessuno, qualcuno aveva manomesso tutta la nostra attrezzatura: le videocamere e i binocoli a infrarossi segnalavano attività ma lì non c'era nessuno.
Decidemmo di entrare io, Caster assieme a uno squadrone, cercammo ogni minimo indizio: un' impronta di stivale, resti di un fuoco oppure io potevo individuare della magia.
Invece ci trovammo una catastrofica sorpresa: qualcuno era stato lì ma ci aveva lasciato un bel regalino: una bomba.
Sarebbe esplosa tra trenta secondi.
Come per istinto dissi a tutti di scappare, mi voltai verso Caster e con solo lo sguardo lo implora di andarsene ma lui mi diede uno spintone e con la magia assorbì tutta la forza della bomba.
Da quel momento lì non lo vidi più.
Venni preso dai militari neri, mi torturarono per tre settimane intere. Durante il trasporto al loro campo, mi spararono nella spalla destra. Una volta arrivati al campo me lo estrassero con un coltello ardente; sentii un male atroce, volevo solo scoppiare in quei momenti. Continuai a sentire quel male tutti i giorni, pensavo ormai che la mia vita fosse solo più quella.
Una notte decisi di scappare ma c'era solo un modo: dovevo usare la magia e sicuramente mio padre mi avrebbe sentito.

Continuai a scappare per più di due anni ma nessuno riuscì a prendermi, feci perdere le mie tracce per sempre ma solo una persona sapeva che io ero vivo. Bishop, continuammo a scriverci le lettere e lei si firmava sempre con le sigle si Caster.

19 luglio 1990
Mi misi in contatto con Caster e lui mi mando questa lettera:
" Mio caro amico,
Sta per arrivare il momento non manca molto, scendi giù in città e vai al bar "Da Jerry", non fare tardi per le dodici e trenta devi essere lì, troverai un militare dalla divisa militare mimetica, lui lo sa del tuo arrivo e ti darà una mano per la missione del 20 agosto.
Si chiama Capo e ha delle informazioni utili sulla missione, e con lui troverai un vecchio caro amico.
Buona fortuna.

Non fare cavolate, il tuo amicone"

Andai al bar cinque minuti prima e lui era lì ad aspettarmi.
Posò il giornale accanto al cappuccino, mi guardo e mi disse:
- Ti stavo aspettando, Prego siediti.
Mi sedetti. Era un uomo su una trentina di anni capelli marroni molto curati non un ciuffo fuori posto, al contrario dei miei riccioli neri, gli occhi erano marroni e trasmettevano sincerità, bontà. Già mi fidai di lui. Presi un caffè corretto e iniziammo a parlare.
- Ti manda qui Caster vero?
- Sì, che collegamenti hai con lui e che cosa sai sul 20 agosto?
-Siamo stati per molto tempo colleghi.
-Capisco...
-Tu devi essere Paghero vero?
Mi venne una fitta al petto e subito mi pervasero brividi freddissimi per tutta la schiena e li seguì subito vampate di calore.
- sei tu, si capisce dallo sguardo e da come ti ha colpito la domanda!
- Per favore può evitare di dirlo qui anzi faccia prima non lo dica!!? Gli dissi sottovoce. Io ora sono Jon Lambert, non so chi sia questo Paghero. Nel frattempo presi una posizione più sicura e cambiai la mia postura, mi misi in modo rilassato ma nello stesso tempo pronto a scattare.
-Allora veniamo al sodo, io sono qui per aiutarti, ti spiego in breve la tua missione: tu dovrai entrare nei Militari Neri di tuo padre e fare come fanno loro, ma quando individuerai il bambino dovrai salvarlo e portarlo lontani dai militari cercando di non farti ammazzare. Potrai usare la magia ma dovrai prenderlo di forza e poi conquistare la sua fiducia. Dopo di che passarete la notte da qualche parte e io vi aspetterò con un elicottero pronto per partire e portarlo a in un posto sicuro, nonché questa città dopo di che cambierà anche lui il nome: Guardia e vivrà normale come qualunque ragazzino però sempre con il ricordo sulle spalle dei suoi genitori.
Tu poi rimarrai lì e salverai i suoi genitori, sua madre dovrai trasformarla attraverso a questa pietra in una pantera bianca, e sarà solo visibile da noi due e Caster, mentre il padre dovrai trasformarlo in una aquila di mare e la stessa cosa vale per lui.
Le pietre erano bellissime quasi sembravano cristalli e sprigionavano energia.
Ormai ero pronto sapevo cosa dovevo fare e mi sarei sempre allenato e ripassato tutti i passaggi per far si che quella missione andasse a finire nei migliore dei modi.
-Aspetta noi puoi andartene se non hai prima conosciuto il tuo terzo collega!
Sgranai gli occhi tutto: si fermò, ma come diamine non ho potuto pensare prima che era Balto!
Mio padre con me a salvare quel ragazzo non ci potevo credere!
-Senti figliolo io ti darò una mano perché il ragazzino era il mio padrone, siamo cresciuti assieme ma poi i militari neri mi hanno diviso da lui e io ora mi trovo qui! Dobbiamo farcela a tutti i costi è chiaro!?
Sì, padre.
-Allora tutto chiaro! Bene non scordarti le tue mansioni. Fallo per quel ragazzo e per tutto il bosco.
Continuai ad allenarmi senza sosta volevo farcela!

19 agosto 1990, gli squadroni di mio padre si prepararono: avevano un unico scopo arrivare entro al tramonto alla remota centrale Askal, e incendiarla con la magia e poi trasformare quelle fiamme in fuoco nero cosicché l'acqua non potesse spegnerlo, non si sarebbe spento finché non lo decidesse Pangheratus, poi entravano in azione i Militari Neri di mio padre e avevano il compito imprigionare e distruggere i militari di guardia, e arrivare al sodo prendere tutta la famiglia Mclaren: la famiglia più potente con i poteri della luce e farli diventare dell'oscurità.
Il padre del bambino non centrava nulla, lui non aveva poteri doveva solo fare il normale padre e il capitano della centrale. Aveva i migliori militari dei dintorni, tutti nella sua squadra: da loro ogni crimine viene sempre svelato, ahhh come volevo essere al loro livello.
Entrai a far parte dello squadrone A, il nostro compito era quello più importante: la famiglia Mclaren.
Mio padre non mi riconobbe perché ero cambiato tagliandomi corti corti i capelli. Cercai di usare il meno possibile la magia in modo tale da non essere scoperto.
Nella notte ci spostammo alcuni a piedi altri in macchina, non un minimo rumore, la magia ci copriva, ma noi potevamo sentire dove erano appostati i nostri compagni, e sentivamo anche i nostri nemici.

 Paghero Oscurios La crudeltà di mio padre mi ucciseTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang