25 - Rei (non corretto)

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«Perfetto, ora resterei a parlare con te giuro, ma devo finire di rileggere le pratiche della Lions King e stilarne una relazione dettagliata. Senza la mia segretaria di fiducia è ardua l'impresa» ridacchia e mi ritrovo a sorridere, questa volta sinceramente.

«Allora ci sentiamo presto...»

«A presto Rei» e il cellulare si illumina di rosso.

Sospiro e mi volto verso Omar, che non ha smesso un secondo solo di fissarmi. «Kebab?» domanda alla fine e il mio viso, che poco prima era tinto di ansia, si scioglie in un sorriso a trentadue denti.

«Ci voglio mezza tonnellata di cipolla e piccante»

«Ethan sverrà ai tuoi piedi così, fidati!» mi prende in giro e scoppiamo in una fragorosa risata.

***

Non pensavo che questo locale fosse così frequentato dagli agenti di polizia, penso osservando i tavoli ghermiti di prelibatezze e occupati da uomini in divisa.
Ho accompagnato Omar in aeroporto, dove mi ha promesso che una volta arrivato a Londra mi avrebbe mandato un messaggio. Non ho ancora ben capito cosa vada a fare da Sidney, ma confido nelle sue strane decisioni.

Osservo un uomo chino sul giornale, i capelli che gli ricadono sulla fronte e l'espressione leggermente corrucciata. È lo stesso locale dove mangio di solito con Beth, lo stesso in cui entrai furente a cercare Kayn la seconda volta che mi ritrovai una multa sul parabrezza dell'auto.

Inspiro e giocherello con il bordo del bicchiere, in attesa delle dodici e un quarto: la ragazza con i capelli rosso fuoco mi ha chiesto se potevamo pranzare insieme e ho accettato. È da un bel po' che non ci vediamo e mi dispiace da morire la cosa: è l'unica amica che sono riuscita a farmi qui a Dublino.

«Cosa ci fa una bellissima donna in carriera qui sola soletta?»

Alzo di scatto il volto e mi ritrovo Kayn davanti che mi sorride sia con gli occhi che con le labbra. E il mio cuore si ferma, il senso di malessere aumenta, la stretta allo stomaco che ho avuto in questi giorni si fa insistente.

Calma Rei, è solo il tuo vicino.

«Kayn, cosa ci fai qui?»

«Mi assicuravo che la tua Nissan fosse parcheggiata bene» mi prende in giro sedendosi di fronte a me. Gli scocco un'occhiataccia e inarco un sopracciglio: «Io so parcheggiare divinamente, difatti non ho mai preso una multa in vita mia quando vivevo a Londra. L'unica che mi ha affibbiato qualcuno è stata per mera disperazione lavorativa» asserisco alzando il mento.

Lui ride scuotendo il capo e si protende verso di me: «Mangiamo qualcosa insieme? O stai aspettando qualcuno?» chiede enfatizzando l'ultima parola.

«Sto aspettando Beth, la mia amica» mi sento in dovere di chiarire immediatamente e i suoi occhi, che poco prima si erano scuriti, riacquistano uno scintillio disarmante.

«Bene, mi fa piacere. Come stai Pasticcino? Sono tre giorni che non riesco a beccarti in giro» e no, non lo sto evitando.

Okay, quasi. Sto quasi cercando di non evitarlo, ma è piuttosto semplice ultimamente: è sempre a lavoro o da Alice.

«Sto bene, sto girando la città e tutti i luoghi che ancora non ho visitato» e sono tantissimi! L'Irlanda è un posto magnifico, dove il verde e la natura predominano una volta usciti dalla città. Per quasi-evitare Kayn ultimamente io e Omar siamo stati in giro in diversi paesini, su alcune coste magnifiche e alla scoperta di boschi e foreste nell'entroterra da urlo.

L'ultima volta ci siamo ritrovati in cima ad una montagna, intenti ad osservare miriadi di laghi di origine vulcanica che venivano colpiti dal sole... Semplicemente magnifico.

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