23 - Rei (non corretto)

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Osservo impalata il mio migliore amico e la sorella di Kayn bisticciare in fondo al giardino di Villa Price, tracanno un altro lungo sorso di birra fresca e inarco le sopracciglia: chissà cos'avranno da litigare quei due, penso.

«Non ho mai visto mia figlia litigare così animatamente con qualcuno, sai?». Al suono di questa voce mi giro di scatto, trasalendo per l'improvviso timbro profondo che mi ha affiancato. Il padre di Kayn osserva sua figlia e il mio migliore amico con un sorrisetto piuttosto strano: «Mi ricordano tanto me e mia moglie quei due. La prima volta che ci siamo visti stava per scoppiare la Terza Guerra mondiale» aggiunge ridacchiando.

«Beh, io conosco Omar e posso garantire che ha un carattere abbastanza...» mite? Calmo? Di solito non si accolla così tanto a qualcuno. «...diciamo che è ostinato» convengo alla fine non trovando bene quale aggettivo possa descrivere al meglio Omar.

«Oh non lo metto in dubbio, direi che in questo pomeriggio passato insieme ho potuto notare molte cose di te e quel ragazzo là» prosegue indicando il mio amico con un gesto della mano. Holly, intanto, ha assottigliato gli occhi e lo fissa come se volesse pugnalarlo con il bastoncino di legno che tiene in mano.

Dopo un pranzo che è stato niente male, in cui abbiamo chiacchierato tutti del più e del meno, Alice ha avuto la geniale idea di portare fuori la piscina e riempirla d'acqua. È da quaranta minuti che Kayn è giù in cantina insieme alla piccola e sinceramente inizio a preoccuparmi: non è che il disgraziato sarà caduto o inciampato e per orgoglio maschile sta impedendo alla figlia di venire da noi a chiederci aiuto? Mhmm...

«E ho notato qualcosa che sinceramente mi mette addosso un certo timore» prosegue Richard inchiodandomi con gli occhi: sono di un azzurro chiaro, meno intenso rispetto all'azzurro profondo di Kayn, ma la forza che emanano è la stessa del figlio. «Mio figlio e mia nipote ti guardano con un certo riguardo Rei: Alice in te potrebbe vedere benissimo una madre, mio figlio la possibilità di riscattarsi e avere una nuova vita, ma tu li guardi entrambi con timore... quasi avessi voglia di scappare da un momento all'altro il più lontano possibile da loro» mormora mortalmente serio e uno strano gelo si posa su di me facendomi deglutire silenziosamente.

«Non voglio raccogliere nessun coccio Rei. Non voglio vedere mia nipote in lacrime né tanto meno mio figlio devastato. Ho già dovuto tirarlo su quanto Alexa se n'è andata subito dopo aver dato alla luce Alice, senza nemmeno volerle dare un nome o tenerla tra le braccia, e l'idea di rivedere Kayn a pezzi un'altra volta non mi entusiasma. Perdona la mia schiettezza e la mia franchezza, generalmente me ne sto lontano dagli affari dei miei figli, ma non posso sopportare che quel ragazzo soffra ancora» si volta verso la porta finestra in vetro da cui sta uscendo Kayn con un enorme scatolone tra le mani e Alice lo segue saltellando con in mano delle aste di metallo.

«Ha sopportato troppa merda nella vita per potersene permettere altra, quindi se non sei certa delle tue azioni, delle tue decisioni e delle tue scelte, stagli lontano» conclude lanciandomi uno sguardo carico di sottintesi. «Per favore, ovviamente» aggiunge accennando a malapena un sorriso.

Il mio cuore muore sul posto, la gola è arida e il cuore batte all'impazzata. Suo padre ha dannatamente ragione, io sono... orribile... sono così... Sbagliata, penso sbattendo le palpebre. Gli occhi iniziano a pizzicarmi, il respiro si fa pesante, ma annuisco brevemente e mi inumidisco le labbra: «Le posso assicurare che non è mio intento far soffrire suo figlio o sua nipote Richard» dico soltanto.

«Lo so, so benissimo che non sei mossa da cattive intenzioni, ma bisogna stare attenti a ciò che si fa, a come si cammina. Da alcuni nostri atteggiamenti e scelte deriva la felicità altrui. Purtroppo l'universo intero è collegato in un'infinita reazione a catena: un uomo che bollisce un uovo nell'emisfero asiatico scatenerà un temporale da qualche parte in Oregon, una tua parola non detta o un tuo gesto compiuto inconsciamente potrebbe distruggere la mia famiglia, e io sono qui per impedire che ciò accada».

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