#2 Un saluto alla signora

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Vuoto assoluto. Fino a cinque minuti prima, e ormai era giorno.

«Facciamo tacere questo cane, per Dio?!», gridò.

Il cane continuò ad abbaiare. Girò l’angolo e scese la seconda nuova rampa per disabili, trovandosi davanti alla porta d’ingresso. Il pulsante per aprirla funzionava ancora, ma per raggiungerlo dovette saltare.

La quantità di luce che lo investì all’esterno lo accecò per un istante: una maledettissima giornata di sole. Il mal di testa suonava la batteria tra le sue tempie.

Fu allora che sentì il proprio cuore fermarsi.

Eccolo là, il cane stronzetto. E la sua padrona, poteva essere più imbecille di così?!

«Signora, cosa sta facendo?! Lasci stare, per favore!», gridò Giò.

L’anziana cercava di raggiungere il proprio cane, sporgendosi pericolosamente dalla finestra. La bestiola era finita sul balcone sotto di lei e come ci fosse arrivato rimaneva senz’altro un mistero. I due si trovavano nel condominio posto sull’altro lato della piccola piazza.

La donna lo vide.

«Mi aiuti, la prego! Spark, vieni qui! Spark!»

E quella come pensa che l’aiuti a riprendere il suo cane, volando?

«Lasci perdere! Ma non vede, Santo Dio?!»

«Signora, l’ascolti. Non può arrivarci, gliel’ho già spiegato. La prego, torni in casa. La prego…», disse una voce proveniente dall’appartamento di fianco. Giò strizzò gli occhi e riconobbe Martinelli: quel rompicoglioni che all’ultima riunione aveva tanto scassato per l’inutile depuratore delle acque. Che si era rotto la settimana dopo.

«Non posso lasciarlo lì. Aiutatemi, per favore! Spark! Spark, vieni qui!»

Il cane abbaiava come un diavolo verso la sua padrona. Che continuava a sporgersi verso il basso.

Non lo raggiungerà mai, Cristo!

«Lasci stare, torni dentro!», tentò Giò un’ultima volta.

«Non l’ascolterà», rispose qualcun altro.

Il suono di quella voce aveva un che di solenne, di profetico. E questo coglione adesso, chi è? Sembrava venire da sotto di lui. Consultò il suo archivio mentale alla ricerca dei condomini che conosceva, ma non gli venne in mente nessuno.

«La prego, signora», provò anche Martinelli, «faccia come le dice. O almeno…», poi, si bloccò.

Successe, com’era prevedibile.

La grassa donna vacillò in bilico tra l’interno e l’esterno del suo appartamento e un secondo dopo era già troppo tardi. Sbatté sul balcone sotto di lei, mancando di poco il maledetto cane. Che nel frattempo era riuscito a scansarsi di lato, il vigliacco. Rimbalzò verso l’esterno.

Da persona in carne e ossa, si trasformò lentamente in un puntino scuro sempre più piccolo, sempre più piccolo. Non emise alcun grido. Svenuta nel colpo, forse. Dopo qualche secondo, non si vedeva già più.

Era caduta giù, nel cielo.

Inversione [ DA REVISIONARE ]Where stories live. Discover now